Alcuni interventi in seguito alle relazioni del convegno

Gennaro Ferrara; Vincenzo Orofino ; Paolo Gianfritto ; Tommaso Calamia ; Padre Ezechiele Pasotti ;Padre Silvio Longobardi ; Mario Di Costanzo


Gennaro Ferrara- rettore università “Parthenope”

L’università è il centro della ricerca e della trasmissione delle conoscenze, ma ha anche una funzione sociale e politica. La proposta è stipulare una convenzione con la Curia per un progetto comune che accompagni i giovani in un percorso di creazione d’impresa: anche questo può significare togliere risorse alla criminalità organizzata.

Mons. Vincenzo Orofino – vescovo di Tricarico

Di che sviluppo parliamo? Il rischio è di guardare al supersviluppo di stampo consumistico che ha il suo prototipo nel Nord come a un modello ideale, ma sviluppare il Sud è sviluppare la vocazione del Sud. Ed è una questione di amore, più che di capacità, che non mancano. Il ruolo della Chiesa in questo contesto deve essere quello della testimonianza, semplicemente essendo Chiesa, mistero di comunione missionaria. Non servono strategie pastorali, ma un annuncio ardente.

Paolo Gianfritto – diocesi Piana degli Albanesi

Viene data spesso poca attenzione alla dimensione ecumenica della Chiesa, ma l’ecumenismo può avere oggi molte applicazioni nel sociale. Si guardi ad esempio all’importanza del dialogo interreligioso riguardo alla questione dell’immigrazione, a quanto può essere importante il dialogo per l’accoglienza.

Tommaso Calamia – arcidiocesi di Palermo

Al Sud viviamo una grande contraddizione: la nostra è una terra bella, ricca, piena di risorse, ma è la terra nota nel mondo per la marginalità sociale. Per me la questione meridionale è il risultato di un aggrovigliarsi di comportamenti individuali che hanno portato ad un sistema di sottosviluppo, e solo costruendo un uomo meridionale nuovo sarà possibile risolverla. Ma per prima cosa occorre dare segnali inequivocabili di rottura con il sistema.

Padre Ezechiele Pasotti – Cammino neocatecumenale Roma

Solo un’evangelizzazione nuova può produrre una società nuova, e va detto che da oltre trent’anni il cammino neocatecumenale offre proprio questo nelle regioni del Sud. Si lavora per un’iniziazione cristiana in grado di operare il passaggio da una religiosità naturale ad una pastorale di evangelizzazione, che fa sì che le famiglie crescano e si consolidino. E’ giusto presentare non solo gli aspetti negativi del Sud, ma anche questa realtà viva.

Padre Silvio Longobardi – diocesi di Nocera inferiore – Sarno

Fondamentale è incentrare l’attenzione sulla famiglia, definita dal Concilio “piccola Chiesa”. Non si può avere una Chiesa matura prescindendo dalla famiglia, e ad essa bisogna guardare con una pastorale mirata, ad esempio con una pastorale coniugale e per i genitori. Non bisogna dimenticare che la famiglia chiesa domestica è quella in cui si incarna il Vangelo nel quotidiano.

Mario Di Costanzo – arcidiocesi di Napoli

In questi anni sono stati prodotti diversi documenti sulla Chiesa del Mezzogiorno, ma con scarse ricadute pratiche. Forse il laicato non ha saputo mostrarsi davvero reattivo. Si tratta sicuramente di un laicato generoso, competente, ma impegnato essenzialmente nelle comunità: probabilmente gli operatori pastorali sono cresciuti a scapito del laico a 360°, che prega e si interroga, oltre ad operare. Oggi si impone che il magistero sociale della Chiesa rientri in modo non episodico nelle programmazioni pastorali.
Mons. Paolo Romeo
Dal convegno ci aspettiamo di recuperare lo spirito del Concilio Vaticano II, riscoprire nei cammini della Chiesa la dinamica della convergenza.  Questo può costituire un deposito di riflessioni per tappe future.
 
Antonino Novallo – presidente Svimez
Quali scelte per il futuro del Sud? Sottoscrivo lo slogan del documento di 20 anni fa: “Il Paese non crescerà se non insieme”. Bisogna considerare le tante diverse realtà che costituiscono il Mezzogiorno con un approccio unitario e considerare la questione meridionale come questione nazionale. 
 
Mons. Antonio Di Donna
Una pastorale specifica per il Sud non può essere iniziativa delle singole diocesi. Bisogna ripartire da un più incisivo impegno formativo, per educare tutto il popolo di Dio. La proposta è un testo di catechesi o almeno itinerari di fede per il caso specifico del Meridione, in cui si insegnino la dottrina sociale della Chiesa, la giustizia e la salvaguardia del creato, la storia dei santi di oggi del Sud.
 
Raffaele Cananzi  – presidente emerito di Azione Cattolica
Il compito di noi laici è di offrire un contributo di idee e di passione agli ecclesiastici. Credo che serva un nuovo documento sulla chiesa del Sud, che sia profetico, ecclesiale, etico.
 
Mons. Bruno Schettino –  arcivescovo di Capua
Il problema del Sud è di tipo culturale, per questo sacerdoti e laici devono insieme creare un nuovo progetto culturale, un neoumanesimo.  La lettura che si può dare oggi del Sud è tragica: non c’è più solidarietà, non c’è più unità familiare… Ecco perché si impone un cambiamento culturale.
 
Francesco La Saponara – docente di Economia
Mi preoccupano le discussioni sul federalismo, stiamo mettendo le basi per un cambiamento della Costituzione, e l’Italia così non sarà più una repubblica una e indivisibile.
 
Mons. Giuseppe Greco – vicario generale diocesi di Siracusa
C’è da domandarsi come la Chiesa italiana – qui c’è solo quella del Sud – recepirà il messaggio di questo convegno. Del Sud io evidenzio la piaga dell’individualismo e della disaffezione nei confronti della cosa pubblica, ma noi come Chiesa dobbiamo sentirci responsabili dell’educazione al senso della comunità. 
 
Prof. Pasquale Giustiniani – docente della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale
Il Sud può essere un laboratorio per maturare nuove formule e per non perdere la memoria storica. Propongo incontri periodici per il recupero della storia della Chiesa del Sud, per essere insieme per progettare il futuro attraverso gli insegnamenti del passato.
 
Mons. Giuseppe Fiorini Morosini – vescovo di Locri
Il problema è la formazione delle coscienze, e noi come Chiesa dobbiamo riscoprire la formazione a livello capillare. La criminalità è un problema culturale, e ci vuole più impegno da parte nostra per formare secondo una coscienza evangelica che oggi è carente. Proprio su questa carenza proporrei degli incontri di tutte le chiese del Sud, per discutere concretamente del problema.
 
Mons. Angelo Casile – Commissione Problemi sociali e Lavoro CEI
Secondo me sarebbe importante riuscire ad istituire dei rapporti di reciprocità tra  le chiese del Sud e del Nord, in un clima di scambio reciproco di doni.  Fondamentale è l’attenzione alla formazione delle coscienze: la fede suscita le opere, ma va alimentata.

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