“Andate e portate a tutti la gioia del Signore risorto!”

Indicazioni del Cardinale Sepe per una Quaresima nella carità

Carissimi tutti,
i discepoli, che la sera di Pasqua «gioirono al vedere il Signore» (Gv. 20,20), ci ricordano il paradosso della vita cristiana: la prova ed il dolore non sono eliminate in questo mondo, ma solo il “luogo” dell’incontro con Dio; le nostre notti infatti, anche se oscurate dalla sofferenza quotidiana, sono illuminate dalla Luce della Risurrezione del Signore, che nel mistero della notte pasquale «sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l’innocenza ai peccatori, la gioia agli afflitti». Come scriveva San Paolo VI nell’esortazione apostolica “Gaudete in Domino”, «il cristiano, sottoposto alle difficoltà dell’esistenza comune, non è tuttavia ridotto a cercare la sua strada come a tastoni, né a vedere nella morte la fine delle proprie speranze […]. Il Tempo di Quaresima e la cinquantina pasquale, da vivere e comprendere nella loro unità e reciproco rimando, ci conducono per mano attraverso il mistero della libertà dell’uomo, del peccato, dell’amore di Dio, della sua Misericordia, della Redenzione di Cristo, per farci sperimentare la bellezza del “restare” con il Signore e la luce trasfigurante della Risurrezione. La celebrazione del triduo Pasquale, centro dell’anno liturgico, ci immerge in questa realtà e ci dona la grazia della conversione, richiamata in modo particolare dall’itinerario tracciato dai Vangeli.
In Quaresima, più che mai, la Chiesa deve essere sempre di più e sempre meglio – luogo di fraternità vera; dove si è accolti solo per il fatto di essere uomo o donna, essere figlio di Dio e fratello e sorella! Camminiamo insieme sulla strada della comunione, avendo una particolare attenzione verso i poveri, Sacramento di Dio (Paolo VI), le famiglie ed i giovani. Le nostre comunità parrocchiali, le nostre associazioni, le nostre strutture hanno questo come scopo: vivere la fraternità cristiana. I poveri devono tornare al centro delle nostre Comunità Parrocchiali perché abbiamo “bisogno” di loro per imparare da loro e per lasciarci interpellare dalle loro esigenze. I poveri li avrete sempre con voi… ma vanno riconosciuti, amati, accolti. Non delegati a qualcuno, ma accolti da tutti. I poveri devono tornare ad avere parola, spazio, non solo aiuti nelle nostre comunità, come dice Papa Francesco … sono la Carne Viva … di Cristo …! Con la parola “longanimità” s’intende generalmente un costante atteggiamento di indulgenza e sopportazione. E’ longanime colui che è incline, nei rapporti con il prossimo, alla comprensione ed all’indulgenza, colui che sa attendere con pazienza, perseveranza e fiducia i “tempi” di chi ha ancora bisogno di conversione e lo sa pazientemente accompagnare in questo cammino non sempre facile. La longanimità per eccellenza risiede in Dio, che attende pazientemente la nostra piena conversione: il tempo di Quaresima può essere quello più indicato perché ciò si realizzi.
Preghiamo insieme al grande Giovanni Paolo II, Santo con cui ho percorso un segmento importante della mia esistenza e che ricordo con gratitudine ed immenso affetto.
“Benedetta sei tu, Vergine Maria, modello di carità e di amore materno, per tutti coloro che cercano consolazione. Benedetta perché hai associato ciascuno di noi alla sofferenza redentrice di Cristo Crocifisso,e ci hai chiamati a servire chi soffre. Benedetta sei tu,perché ci insegni ad amare i poveri, gli umili, i peccatori, come Dio li ama. Maria, Immacolata Madre di Dio e degli uomini, ascolta la preghiera dei malati,esaudisci le nostre invocazioni,dona al mondo Gesù, nostra vera pace” (Giovanni Paolo II).

Il Presidente della Caritas diocesana di Napoli, + Cardinale Crescenzio Sepe
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