Cari fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato, Illustri Autorità civili e militari, le chiese che sono a Ischia e a Capua, unitamente a tutte le chiese della Campania, gioiscono e rendono grazie a Dio, Padre ricco di bontà e misericordia, per aver scelto il caro e bravo Don Pietro Lagnese come nuovo Vescovo delle bella Sede Ischitana, succedendo allo stimato e indimenticato Mons. Filippo Strofaldi, dimessosi per gravi motivi di salute, al quale va la riconoscenza di tutti noi, con l’augurio orante affinché il Signore gli dia forza e serenità e lo sostenga in questo difficile momento della sua malattia.
Un caro saluto e augurio desidero rivolgere, anche a nome di tutti noi, al caro confratello, S.E. Mons. Salvatore Visco, che ieri il Santo Padre ha destinato a questa gloriosa Sede di Capua. Benvenuto nella nostra Conferenza Episcopale Campana.
“D. Pietro Lagnese – il Signore, come a Pietro ti domanda – mi vuoi bene?”. Gli hai risposto: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. “Pasci il mio gregge che è in Ischia e guidalo al largo”. “Duc in altum!”, è il tuo programma, caro D. Pietro, ma anche la sintesi del tuo cammino umano e sacerdotale finora compiuto.
Fu proprio il 1° maggio 1986 – giusto 27 anni fa – che fosti ordinato sacerdote, dopo aver frequentato il Seminario Maggiore Arcivescovile di Napoli e la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. In questi ventisette anni hai svolto ininterrottamente il tuo ministero sacerdotale proprio qui, in questa parrocchia, dove sei nato, sei stato battezzato e dove è maturata la tua scelta vocazionale.
È qui che hai seminato a piene mani la carità di Cristo a favore dei più poveri e bisognosi: ciechi, tossicodipendenti, bisognosi di pane materiale e spirituale. Il Centro parrocchiale
“Il Timone” e la Casa della Carità “Madre Teresa di Calcutta” sono, tra gli altri, i monumenti vivi di una carità incarnata che lasci ai tuoi successori, in continuità di testimonianza vivente della presenza amorosa di Cristo in questa dinamica parrocchia di S. Maria dell’Agnena.
Dalla parrocchia alla Diocesi, con impegno nel Sinodo diocesano e nella pastorale familiare, quest’ultima anche a livello della nostra Conferenza Episcopale Regionale. Un personale ringraziamento, poi, per il lodevole ministero svolto come Padre spirituale presso il nostro Seminario di Capodimonte.
“Mi vuoi bene?”. “Prendi il largo”. Esci dalla tua terra , dalla tua parrocchia, dalla tua Diocesi e va’ nella Diocesi sorella di Ischia portando con te il bagaglio della carità da mettere a servizio del popolo che Dio ti ha affidato.
Servizio di amore da svolgere con amore fino alla donazione della tua vita: il Buon Pastore dà la vita per il suo gregge in mezzo al quale lo Spirito Santo Ti ha posto come Vescovo, vegliando su di esso, pascendolo, difendendolo da quei “lupi rapaci” che insegnano “dottrine perverse”, che causano solo morte e distruzioni.
“Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene”.
L’amore a Cristo e alla Chiesa diventa vero ed efficace quando si apre agli altri, si incarna nella realtà esistenziale del gregge, nella sua corporeità, nella storia tragica e dolorosa della sua realtà quotidiana. “Duc in altum”: l’azione santificatrice e ispiratrice dello Spirito Santo che tra poco riceverai, ti aprirà il cuore verso l’altro, verso tutti gli altri: i sacerdoti, innanzitutto, le anime consacrate, i fedeli laici, lontani o nemici; disponibilità per tutti e per ciascuno, diventando segno dell’amore divino, conformandoTi sempre più a Colui che per amore si è fatto povero (2 Cor 8,9), ultimo e servo di tutti (Mc 10,44-45). È il Vescovo-servo e la Chiesa-serva che, nella testimonianza della carità umile e semplice, incide profondamente e sorprendentemente nei cuori e nelle volontà di chi è lontano o sfiduciato. È l’esempio che ci viene da Papa Francesco, che il Signore ci ha dato in questo particolare momento della storia della Chiesa e dell’umanità.
In questa moderna stagione culturale e sociale, nella quale si tenta con ogni mezzo di separare Dio dall’uomo e che rende il fluire della vita un camminare nel vuoto, sei chiamato, caro D. Andrea, a contrapporre una stagione della profezia che, nell’esempio anche di tante figure profetiche dei nostri giorni come, per esempio, il Beato Paolo II e Madre Teresa di Calcutta, sappia annunziare concretamente ed efficacemente il Vangelo della Carità, rompendo le anguste gabbie dell’ipocrisia, dell’egocentrismo e della violenza.
Se mi vuoi bene, Ti dice il Signore, va’ e mettiti a totale servizio del tuo gregge, servendolo con umiltà e amore, creando comunione e speranza; va’, e incontra ogni uomo e donna della santa Chiesa di Ischia, portala in alto sotto la guida dello Spirito e, con le ali della carità umile e povera, ricalca quel Gesù che è passato per le vie della Galilea facendo del bene a tutti e guarendo gli uomini da ogni infermità.
Un caro saluto e augurio desidero rivolgere, anche a nome di tutti noi, al caro confratello, S.E. Mons. Salvatore Visco, che ieri il Santo Padre ha destinato a questa gloriosa Sede di Capua. Benvenuto nella nostra Conferenza Episcopale Campana.
“D. Pietro Lagnese – il Signore, come a Pietro ti domanda – mi vuoi bene?”. Gli hai risposto: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. “Pasci il mio gregge che è in Ischia e guidalo al largo”. “Duc in altum!”, è il tuo programma, caro D. Pietro, ma anche la sintesi del tuo cammino umano e sacerdotale finora compiuto.
Fu proprio il 1° maggio 1986 – giusto 27 anni fa – che fosti ordinato sacerdote, dopo aver frequentato il Seminario Maggiore Arcivescovile di Napoli e la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. In questi ventisette anni hai svolto ininterrottamente il tuo ministero sacerdotale proprio qui, in questa parrocchia, dove sei nato, sei stato battezzato e dove è maturata la tua scelta vocazionale.
È qui che hai seminato a piene mani la carità di Cristo a favore dei più poveri e bisognosi: ciechi, tossicodipendenti, bisognosi di pane materiale e spirituale. Il Centro parrocchiale
“Il Timone” e la Casa della Carità “Madre Teresa di Calcutta” sono, tra gli altri, i monumenti vivi di una carità incarnata che lasci ai tuoi successori, in continuità di testimonianza vivente della presenza amorosa di Cristo in questa dinamica parrocchia di S. Maria dell’Agnena.
Dalla parrocchia alla Diocesi, con impegno nel Sinodo diocesano e nella pastorale familiare, quest’ultima anche a livello della nostra Conferenza Episcopale Regionale. Un personale ringraziamento, poi, per il lodevole ministero svolto come Padre spirituale presso il nostro Seminario di Capodimonte.
“Mi vuoi bene?”. “Prendi il largo”. Esci dalla tua terra , dalla tua parrocchia, dalla tua Diocesi e va’ nella Diocesi sorella di Ischia portando con te il bagaglio della carità da mettere a servizio del popolo che Dio ti ha affidato.
Servizio di amore da svolgere con amore fino alla donazione della tua vita: il Buon Pastore dà la vita per il suo gregge in mezzo al quale lo Spirito Santo Ti ha posto come Vescovo, vegliando su di esso, pascendolo, difendendolo da quei “lupi rapaci” che insegnano “dottrine perverse”, che causano solo morte e distruzioni.
“Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene”.
L’amore a Cristo e alla Chiesa diventa vero ed efficace quando si apre agli altri, si incarna nella realtà esistenziale del gregge, nella sua corporeità, nella storia tragica e dolorosa della sua realtà quotidiana. “Duc in altum”: l’azione santificatrice e ispiratrice dello Spirito Santo che tra poco riceverai, ti aprirà il cuore verso l’altro, verso tutti gli altri: i sacerdoti, innanzitutto, le anime consacrate, i fedeli laici, lontani o nemici; disponibilità per tutti e per ciascuno, diventando segno dell’amore divino, conformandoTi sempre più a Colui che per amore si è fatto povero (2 Cor 8,9), ultimo e servo di tutti (Mc 10,44-45). È il Vescovo-servo e la Chiesa-serva che, nella testimonianza della carità umile e semplice, incide profondamente e sorprendentemente nei cuori e nelle volontà di chi è lontano o sfiduciato. È l’esempio che ci viene da Papa Francesco, che il Signore ci ha dato in questo particolare momento della storia della Chiesa e dell’umanità.
In questa moderna stagione culturale e sociale, nella quale si tenta con ogni mezzo di separare Dio dall’uomo e che rende il fluire della vita un camminare nel vuoto, sei chiamato, caro D. Andrea, a contrapporre una stagione della profezia che, nell’esempio anche di tante figure profetiche dei nostri giorni come, per esempio, il Beato Paolo II e Madre Teresa di Calcutta, sappia annunziare concretamente ed efficacemente il Vangelo della Carità, rompendo le anguste gabbie dell’ipocrisia, dell’egocentrismo e della violenza.
Se mi vuoi bene, Ti dice il Signore, va’ e mettiti a totale servizio del tuo gregge, servendolo con umiltà e amore, creando comunione e speranza; va’, e incontra ogni uomo e donna della santa Chiesa di Ischia, portala in alto sotto la guida dello Spirito e, con le ali della carità umile e povera, ricalca quel Gesù che è passato per le vie della Galilea facendo del bene a tutti e guarendo gli uomini da ogni infermità.
Dio ti benedica e ‘a Maronna t’accumpagna
+ Crescenzio Card. Sepe
Arcivescovo Metropolita di Napoli