«Annunziate Cristo con umiltà e amore»

“Io sono il buon Pastore; conosco le mie pecore, e le mie pecore conoscono me e mi seguono”.
Gesù si autopresenta non astrattamente, ma concretamente: egli è il Buon Pastore perché sa custodire e volontariamente dona la sua vita per le sue pecore. Egli è Pastore perché è Agnello che, con il dono della vita, sconfigge per sempre la morte. Passando attraverso “la grande tribolazione” emerge, alla fine, la bellissima e commovente immagine di un Dio che, come Padre, asciuga le lacrime dagli occhi dell’umanità: è il Pastore – Agnello che realizza la sua Pasqua.
All’interno del mistero pasquale del Pastore – Agnello, che ha aperto i cuori dei discepoli del Signore alla gioia e allo Spirito Santo, si può leggere la storia di ognuno di voi, cari Ordinandi. Voi avete ascoltato la voce del Pastore – “la mia voce”, dice Gesù, – e lo avete seguito. Perché? Perché il Pastore vi conosce personalmente, vi ha chiamati per nome e vi ha offerto di dare la vostra vita per i fratelli, come Lui ha fatto.
Tra l’ascolto e la sequela, tra conoscere e dare la vita c’è un nesso stretto. Conoscere è amare, cioè sperimentare qualcosa, meglio una persona, e lasciarsi toccare dall’incontro con questa persona. La conoscenza reciproca tra Pastore e pecora è perciò una relazione fondata nell’amore di Gesù per le sue pecore, per i suoi discepoli, per coloro che Lui chiama al sacerdozio ministeriale perché donino la loro vita agli altri: dono totale e definitivo a tutti, senza distinzione di età, di tempo, di cultura, di situazione sociale o economica. L’amore donato, quando è vero e sicuro, non conosce barriere, non fa distinzioni, non ha paura di ostacoli o di fatica, non scende a compromessi, è libero da ogni attrattiva umana o sociale, è cemento per la costruzione della casa comune degli uomini.
Quale prete oggi per quale Chiesa? Prete di Cristo, innamorato del suo Pastore, che lo ha chiamato ad essere pastore, guida e testimone del gregge che gli affiderà; che gli fa dono del suo Spirito, attraverso l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del Vescovo.
Cari Ordinandi, tra poco la vostra vita sarà completamente trasformata: celebrerete l’Eucaristia, assolverete i peccati, amministrerete i Sacramenti, annunzierete la Parola di Dio, vivrete la carità evangelica nell’umile ubbidienza, nella feconda castità e nella libera povertà: non siete più voi a vivere, ma è Cristo che vive in voi, non solo sacramentalmente, ma esistenzialmente nell’attività pastorale di ogni giorno.
Per quale Chiesa? Per la Chiesa, voluta e amata da Cristo, da Cristo mandata nel mondo per evangelizzare e chiamare tutti alla salvezza; per la Chiesa sparsa nel mondo; per la Chiesa che è a Napoli, nella quale la Provvidenza vi ha posti e per la quale eserciterete il vostro ministero sacerdotale. Chiesa viva e santa quella di Napoli, nella quale centinaia di presbiteri esercitano con gratuità e coraggio il loro ministero; nella quale tante anime consacrate testimoniano, nonostante le difficoltà, la carità di Cristo in diversi campi della vita ecclesiale e civile; nella quale numerosi diaconi permanenti e fedeli laici sono impegnati con competenza e generosità a incarnare il Vangelo nelle nostre comunità. Il vostro ministero si attuerà in comunione con tutti, soprattutto in piena unità col Vescovo e con il presbiterio diocesano, di cui entrerete a far parte.
La Chiesa di Napoli è la Chiesa che oggi è impegnata a seguire la strada che lo Spirito, con la collaborazione di tutti i suoi membri, ha segnato e che ci è proposta nel Piano pastorale diocesano, arricchita dall’esperienza del Giubileo speciale, che sta continuando a dare i suoi preziosi frutti.
L’oggi della Chiesa di Napoli è impegno a rendere sempre più concreta la comunione e la carità. È volontà di aprire le proprie porte per uscire e incontrare soprattutto i nostri fratelli e sorelle che vivono ai margini della società; che soffrono enormemente a causa dei gravi disagi sociali e morali della disoccupazione e della mancanza di quelle strutture sociali essenziali per vivere con dignità e serenità la propria cittadinanza; chiesa napoletana che vuole uscire per entrare negli ospedali, nelle carceri, nelle famiglie in difficoltà, nelle scuole, per incontrare i bambini, gli adolescenti, i giovani i quali attendono il buon samaritano che li liberi dai pericoli della strada e dalle tentazioni del vuoto interiore e delle lusinghe mortifere delle sempre più attive organizzazioni criminali e malavitose.
Voi, cari Ordinandi, siete mandati in questa nostra società affetta da tante malattie mortali, per prendere sulle vostre spalle le numerose pecore sbandate o ferite dal secolarismo, svuotate della propria dignità perché prive di ogni autentico valore umano e cristiano. È un mondo vasto e irto di pericoli. Ma Cristo è con voi, anzi è in voi. Riceverete tra poco lo Spirito Santo che vi fortificherà e vi abiliterà ad esercitare, in nome di Cristo, la missione del Padre.
Non abbiate paura! Andate ed annunziate Cristo e il suo Vangelo a tutti, con umiltà e amore.
Fidatevi della Chiesa che, nonostante la contro testimonianza e il tradimento di alcuni suoi membri, oggi trova un luminoso esempio di buon pastore nella persona di Papa Francesco. Affidatevi alla Vergine SS.ma, Madre amorosa di “tutto il gregge del Signore”, perché vi faccia sempre più assomigliare e agire in perfetta unione col suo Figlio, Pastore – Agnello.
Dio vi benedica e ‘A Maronna v’accumpagna!
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