Aspreno

Napoli, I secolo
Profilo biografico

Gli scrittori ecclesiastici, le linee episcopali e la tradizione sono concordi nel presentare Aspreno come primo vescovo  della Chiesa napoletana. Nulla la storia ci ha tramandato sulla sua figura e sulla sua attività. Nemmeno può determinarsi con certezza l’epoca in cui sarebbe vissuto, essendo tale questione collegata a quella delle origini della Chiesa napoletana. Il Mallardo, lo scrittore più recente ed autorevole  su tale argomento, propende, allo stato attuale delle ricerche, a fissare con maggior probabilità gli inizi della Chiesa napoletana tra la fine del I ed i primi decenni del II sec. Lo stesso autore, sulle orme del De Rossi (Bullettino di Archeologia Cristiana, 4° ser., II [1883], pp. 85-87; cf. tuttavia Anal. Boll., LXX [1952], p. 382), afferma che proprio il nome Aspreno, molto diffuso durante la Repubblica e nei primi tempi dell’Impero, ma poi caduto in disuso, sarebbe controprova di antichità e garanzia di autenticità. Il più antico documento che attribuisce ad Aspreno il titolo di santo è il Liber Pontificalis napoletano, dove si fa di Aspreno un elogio generico, mettendo in rilievo il suo amore per i poveri e la sua amabile  sollecitudine verso quanti si rivolgevano  a lui (cf. RIS, I, 1, Milano 1725, p. 292; MGH, Script. rer. Lang. Et it. saec. VI-IX, ed. G. Waitz, p. 403). Verso la metà del sec. IX, la depositio di Aspreno viene ricordata al 3 agosto nel celebre Calendario Marmoreo. Il cosidetto catalogo Bianchiniano (MGH, loc. cit., p.436) afferma che Aspreno fiorì sotto i papi Clemente, Anacleto, Evaristo ed Alessandro, e gli imperatori Traiano ed Adriano, e che morì dopo ventitre anni di episcopato. Sulla figura di Aspreno non era ancora sorta la leggenda, indizio peraltro di una crescente popolarità di culto, che lo porrà in relazione con S. Pietro. Questa viene attestata per la prima volta nel sec. IX nella Vita S. Athanasi episcopi (BHL, I, p. 119, n. 735), dove si afferma che lo stesso S. Pietro avrebbe proceduto alla consacrazione episcopale di Aspreno. Al massimo alla seconda metà del sec. IX si può far risalire l’omelia recitata nella festa del santo, giunta a noi come Vita di S. Aspren (BHL., I, p. 117, n. 724). Questa Vita fu rimaneggiata, con amplificazione vuota e stucchevole del primitivo testo agiografico, da Alberico di Montecassino alla fine del sec. XI (BHL, I, p. 117, n. 725); ed. critica con introduzione a cura di A. Lentini, in Studi Gregoriani, IV, Roma 1952, pp. 89 – 109). Una terza redazione dello stesso testo, con lievi rimaneggiamenti ed aggiunte arbitrarie ed errate, è quella contenuta nella cosiddetta Cronaca di S, Maria del Principo, e risale alla fine del XIII o alla seconda metà del XIV sec. (BHL, I, p.117, n. 726).

Secondo questa leggenda, S. Pietro, fondata la Chiesa di Antiochia, dirigendosi verso Roma con alcuni discepoli, passò per Napoli. Ivi incontrò una vecchietta malata (nella quale in seguito si volle  vedere la leggendaria figura di S. Candida La Vecchia), che pose come condizione alla sua fede nel messaggio cristiano la sua guarigione. L’apostolo con un esorcismo diretto alla malattia (cui l’anonimo scrittore fa rispondere Amen dai discepoli anticheni!) la risanò, ed allora costei gli raccomandò il suo amico Aspreno da tempo ammalato e che certamente se guarito, si sarebbe convertito. Pietro risanò anche Aspreno, e, dopo averlo catechizzato, lo battezzò. In breve tempo Napoli fu conquistata al cristianesimo, ed allora Pietro accingendosi a proseguire per Roma, su preghiera di tutto il popolo, consacrò Aspreno vescovo. Questi morì ricco di meriti, e vari miracoli furono ottenuti per la sua intercessione. Le successive redazioni e la tradizione popolare aggiunsero poi numerosi particolari alla vita del santo. Tra l’altro gli vennero attribuite le fondazioni delle chiese di S. Pietro ad Aram (così detta perché vi si sarebbe conservato l’altare ove l’apostolo celebrò il Sacrificio) e dell’oratorio di S. Maria del Principio (ove poi sorse la basilica di S. Restituta), nel quale era venerata una immagine della Vergine attribuita a S. Luca e considerata una delle più antiche. In questo oratorio Aspreno sarebbe stato sepolto.

Probabilmente il sepolcro di Aspreno fu conservato nelle catacombe dette di S. Gennaro, dove il Galante riferì d’aver visto, nella basilichetta superiore, le immagini in pessimo stato di conservazioni dei primi quattordici vescovi napoletani (v. Relazione della conferenza del 17 dicembre 1882 della Società dei cultori della Cristiana Archeologia, in Bullettino di Archeologia Cristiana, 4° ser.II [1883], pp. 83 sg.). Il vescovo Giovanni lo Scriba (842-49) procedette alla traslazione dei primi vescovi nella basilica Stefania, dedicando a ciascuno un arcuatum tumulum con immagine, per cui Aspreno passò sotto l’altare della Cappella a lui  dedicata nella ricostruita cattedrale.

Aspreno, considerato uno dei quarantasette patroni e protettori di Napoli, occupa, fra essi il secondo posto dopo S. Gennaro. Nel tesoro della cattedrale, tra i busti d’argento dei patroni, è conservato anche quello di S. Aspreno, attribuito ad Aniello Treglia. Qui si dice conservato anche il bastone da viaggio di S. Pietro, col quale, secondo la leggenda, Aspreno sarebbe stato guarito.

Un’antica chiesa porta il nome di Aspreno in via di Porto, nel luogo ove, secondo la tradizione popolare, sarebbe stata la sua casa. Anche in S. Restituta, c’è  una cappella a lui dedicata. Nel 1633 i ministri degli infermi (chiamati anche “Crociferi”) eressero una chiesa in suo onore in via dei Vergini. La sua festa viene celebrata il 3 agosto già attestata dal Calendario Marmoreo. Si notì anche che tale festa viene inspiegabilmente omessa dal cosiddetto Calendario Tutiniano degli inizi del XIII sec.

Né gli antichi leggendari, né la tradizione popolare hanno considerato Aspreno come un martire. Tuttavia nel Messale del 1497, fatto stampare dal card. Alessandro  Carafa si leggeva per Aspreno la Messa dei vescovi e martiri. Similmente Aspreno viene detto martire nell’Ufficio a lui dedicato, pubblicato nel 1525. Aspreno non è menzionato in alcuno dei martirologi storici. Viene ricordato, tuttavia, al 3 agosto nel Martirologio Romano. Alcune famiglie, ed ancora oggi la famiglia Brancaccio, si sono vantate di annoverare Aspreno tra le glorie domestiche. Egli è invocato a Napoli specialmente contro l’emicrania. Ha dato anche il nome alla famosa “Aspirina”.

L’organo dell’Accademia Ecclesiastica Napoletana viene pubblicata dal 1953 col titolo di Asprenas.

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