Via Crucis Diocesana presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe.
Venerdì Santo, 19 aprile
Venerdì Santo, 19 aprile
______________ Cari fratelle e sorelle, abbiamo appena terminato il rito della Via Crucis attraversando le strade di questa storica città di Ercolano e siamo giunti qui, ai famosi scavi, luogo fortemente espressivo di quella sofferenza delluomo che ha trovato nella Croce di Cristo la propria redenzione e la propria salvezza. Per immergerci in questo mistero di morte delluomo-Dio, Gesù di Nazareth, nelle varie stazioni che hanno segnato il nostro cammino, abbiamo meditato e pregato sul senso umano e spirituale che ci viene dal racconto delle ultime ore dolorose della vita di Gesù. Labbiamo fatto a nome anche dei tanti fedeli della nostra amata diocesi di Napoli, volendo imitare Maria e i discepoli che accompagnarono fino alla salita del calvario il Signore, e prendendo parte alle sue sofferenze e alla sua morte. Credo che, accogliendo la luce dello Spirito nel nostro cuore, anche noi ci siamo sentiti trafiggere da quella spada che trafisse il cuore della Madre e le riempirono gli occhi di lacrime, vedendo il Figlio innocente condannato a morte violenta. Attirati dalle sofferenze, dal dolore e dal sangue di Cristo, anche noi ci siamo sentiti come crocifissi: chi vuol essere mio discepolo prenda la sua croce e mi segua (Mt 16,24). La croce di Cristo è il segno distintivo di ogni cristiano; è ciò che lo caratterizza e lo definisce. Nellinvitarci a seguirlo, il Maestro non ci ha promesso gloria, onori, ricchezze e poteri umani, ma solo una vita vera, il riscatto dal male e dal peccato, la consolazione, la pace e la gioia del cuore; ci ha resi figli di Dio e suoi fratelli. Strumento di morte infamante, violenta, lenta e dolorosa, la Croce di Cristo diventa mezzo di salvezza e segno di speranza per ognuno di noi. La croce è il trono dove Dio regna; è il seggio dove Cristo continua a servire luomo e a insegnarci la legge dellamore anche per luomo sofferente e crocifisso del nostro mondo, della nostra società, della nostra umanità sofferente. Cristo anche oggi si rispecchia e si identifica con tutti quei poveri che sì trascinano per le strade delle nostre città; con gli ammalati, trascurati o non adeguatamente assistiti nel letto di dolore; con i carcerati, ancora marchiati con pregiudizi e rifiuti; con i disoccupati, ai quali non si offre un lavoro dignitoso; con i giovani, depressi e umiliati, perché privati di futuro e di speranza. La via della Croce è la notte dellumanità, dove sembrano prevalere le tenebre; in realtà, la luce ha prevalso sulloscurità più fitta, sprigionando tutta la sua forza nel giorno della Pasqua quando il Signore Risorto ci ha ridato la vita, la speranza e lamore che non muore più. Cari fratelli e sorelle, al termine di questa Via Crucis rinnoviamo la nostra fede e il nostro impegno ad essere solidali con ogni uomo che soffre nel corpo e nello spirito, condividendo la sofferenza di tutti e offrendo loro pace e amore. Maria SS.ma che, ai piedi della croce, ci è stata data dal suo Figlio come nostra Madre, ci insegni a donarci con gioia a Dio e ai fratelli. Dio Vi benedica e A Maronna Vaccumpagna