Calvo

20 marzo
Profilo biografico

Nei cataloghi episcopali della Chiesa napoletana p nimonatro al XXXIX posto Calvo, succeduto a Cosma il 18 novembre 749. Della vita e dell’attività di questo vescovo si sa ben poco, essendoci pervenuto mutilo il passo che lo riguarda nei Gesta Episcoporum Neapolitanorum, noti anche col nome di Liber Pontificalis (RIS, I, 2, pp. 308-309; G.Waitz, in MGH, Script. rer. Long., p. 422).

Secondo questra fonte, Calvo, inter cetera bonitatia studia, in onore di s. Sosio martire, fece costruire su un poggio non lontano dalla città una chiesa della quale non è rimasta alcuna traccia. Inoltre, mantenne frequenti contatti con Roma tramite il suo diacono Paolo che, alla sua morte (20 marzo 762, gli succedette nella sede episcopale.

Calvo è il solo vescovo che sia nominato per due volte nel celebre Calendario Marmoreo: alò 20 marzo, infatti, viene ricordata la <<Depositio S. Calvi Episcopi Nostri>>, e al 18 novembre il <<Natale S. Calvi Episcopi>>. Si tratta, per quest’ultimo elogio, del giorno anniversario dell’elevazione all’episcopato (natale ordinationis), come è confermato anche dalla notizia del Liber Pontificalis, dove si dice che Carlo governò la diocesi napoletana dodici anni, quattro mesi e tre giorni.

Il fatto che questo passo è il solo in cui sia ricordato un natale ordinationis e sia riportata per esteso la parola natale, ha indotto a postulare un collegamento tra la figura di Calvo e l’origine del Calendario. Il Duchesne, nella sua edizione del Martirologio Geronimiano, dopo aver rilevato che, alla morte dei singoli vescovi, l’anniversario della loro consacrazione era negletto, conclude: <<Igitur quorum pontificum, ordinatio in calendario aliquo recensita apparebit, eorum tempore iudicandum erit ipsum extitisse kalendarium>> (cf. Acta SS. Novembris, II, Bruxelles 1894, p. L). Seguendo tale criterio, quindi, la redazione del testo del Calendario Marmoreo deve essere messa in rapporto con l’episcopato di Calvo.

L’Achelis, che considera il Calendario come un documento liturgico ufficiale, vede nella sua redazione un atto di politica ecclesiastica che Calvo avrebbe compiuto a favore di Costantinopoli: infatti nel Calendario predominano gli elementi greci. Secondo lo stesso autore, Calvo avrebbe partecipato al concilio iconoclasta tenutosi a Costantinopoli nel 754: quando, però, papa Stefano II, nei suoi incontri con Pipino (753-754), pose le basi di una nuova politica, il vescovo di Napoli, avvertendo ilk mutamento dei tempi, avrebbe iniziato trattative segrete con Roma servendosi del diacono Paolo. L’Ehrhard, dopo aver contestato la tesi dell’Achelis per quanto riguarda l’attribuzione del Calendario (che anch’egli considera un documento liturgico ufficiale), conclude affermando che il supporre che Calvo stesso vi abbia fatto inserire il suo natale ordinationis sarebbe un attribuire al vescovo una specie di autoesaltazione (Selbsteinschatzung), il che sarebbe senza esempi ed equivarrebbe a una autocanonizzazione.

Col Mallardo, noi crediamo si possa sostenere l’esistenza di un rapporto tra Calvo e il Calendario Marmoreo, in quanto questo avrebbe avuto alla base un calendario anteriore redatto al tempo di Calvo. Quanto ai rapporti del vescovo col papa, si devono respingere come gratuite le ipotesi tendenziose avanzate dall’Achelis: le frequenti ambascerie del diacono Paolo, infatti, si spiegano per la situazione delicata nella quale si trovava Calvo, vescovo di una città ecclesiasticamente legata a Roma, ma politicamente vicina a Costantinopoli, in un momento nel quale, sia nel campo dogmatico che in quello politico, papa e imperatore era in violento contrasto.

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