Caracciolo Francesco

Villa Santa Maria (Chieti), 13 ottobre 1563 - Agnone, 4 giugno 1608
Profilo biografico

Nacque il 13 ottobre 1563 a Villa Santa Maria (Chieti), da Ferrante Caracciolo di Celenza e da Isabella Baratucci. Fu battezzato col nome di Ascanio e la sua fanciullezza ed adolescenza trascorsero senza alcun avvenimento di particolare rilievo, ma già allora egli mostrò animo incline alle pratiche di pietà e di devozione, grande spirito di carità e purezza di costumi. A ventidue anni, nel 1585, contrasse una grave malattia (non è precisato se si trattasse di lebbra o elefantiasi) da cui riuscì miracolosamente a guarire e fece voto di vestire l’abito ecclesiastico.

Dopo un biennio di studi a Napoli (tra penitenze ed orazioni approfondì in particolare la teologia nelle opere di s. Tommaso), ricevette nel 1587 gli ordini sacri ed iniziò il suo apostolato iscrivendosi alla Congregazione napoletana dei Bianchi della Giustizia che si dedicava all’assistenza dei condannati a morte. La cappella della Congregazione era presso l’ospedale degli Incurabili, ove svolgeva la sua attività un altro sacerdote anch’egli di nome Ascanio Caracciolo, cui si rivolsero il genovese ven. servo di Dio Agostino Adorno e Fabrizio Caracciolo, dei principi di Marsicovetere, abate di S. Maria Maggiore di Napoli, per chiedergli di collaborare alla fondazione di un nuovo Ordine, quello dei Chierici Regolari Minori. La lettera con cui veniva presentata la richiesta venne recapitata per errore al nostro giovane e fu un avvenimento che doveva decidere di tutta la sua vita. Attirato dal progetto, egli aderì con entusiasmo all’iniziativa e insioemne all’Adorno ed al Caracciolo si recò nell’eremo dei Camaldoli ove fu elaborata la regola. Per suo suggerimento fu aggiunto ai voti consueti quello di non accettare alcuna dignità ecclesiastica. Il 1° luglio 1588 Sisto V approvava la regola ed il 9 aprile 1589, nello stesso oratorio dei Bianchi, che tanta parte ebbe nella sua vita, Ascanio faceva la professione ed assumeva il nome di Francesco. Aveva ventisei anni.

La prima casa, molto angusta, era nei pressi della chiesa parrocchiale della Misericordia, ove i nuovi religiosi officiavano. Nel 1589 erano tredici  ed in tale anno Francesco si recò in Spagna, con  alcuni compagni, per  diffondervi il  nuovo Ordine. Fu in particolare a Madrid ed a Valenza ma, dopo varie traversie, non  essendo riuscito a realizzare  il suo proposito, il 6 giugno 1590 ritornava a Napoli. Malgrado fosse per lungo tempo travagliato da una grave malattia, cercò di svolgere nel modo migliore la sua attività ed il 9 febbraio 1591 prendeva possesso della chiesa di S. Maria Maggiore. Intanto, nello stesso anno, l’Ordine aveva una prima conferma da Gregorio XIV, successivamente rinnovata da Clemente VIII, il 1° giugno 1592. Poco dopio veniva convocato il primo capitolo, in cui, il 9 marzo 1593, Francesco fu designato alla carica di preposito generale.

Il 10 aprile 1594 ritornò in Spagna ove potè aprire la prima casa (25 luglio 1594). Rientrato in Italia (19 giugno 1596) nel maggio 1597 fu riconfermato preposito ed accettò, solo per obbedienza al pontefice, di restare ancora in carica per un anno. Il 18 settembre 1598 ottenne per l’Ordine la chiesa di S.  Agnese a Piazza Navona a Roma e, scaduto l’anno, riuscì ad esimersi dalla carica. Fu però eletto preposito e maestro dei novizi a Napoli. Tornato ancora in Spagna, fondò il 9 settembre 1601, la casa detrta della S.ma Annunziata di Vallasolid e successivamente un collegio presso l’università di Alcalà. Nello stesso anno fu eletto maestro dei novizi a Madrid. Tornò in Italia nel 1604 e l’anno seguente accettò, sempre per obbedienza, l’ufficio di vicario generale dell’Ordine in Italia e di preposito della casa di S. Maria Maggiore di Napoli. fondò a Roma una casa a S. Lorenzo in Lucina nel 1606.

Dopo ripetute insistenze ottenne, infine, nel 1607 di essere liberato dalle cariche e si dedicò interalmente agli esercizi di pietà. In questo periodo insieme col fratello teatino p. Antonio si recò on pellegrinaggio alla S. Casa di Loreto. Ma era ormai prossimo alla fine, che predisse. Andò ad Agnone, invitato da quei padri dell’Oratorio, che pensavano di unirsi ai Chierici Regolari Minori e gli avevano chiesto di fondare una casa presso la loro chiesa della S.ma Annunziata. Si recò poi a Montelopiano per salutarvi alcuni familiari e, tornato ad Agnone, si ammalò e morì il 4 giugno 1608.

Poco prima aveva scritto al card. Ginnasi ed al card. Montalto per raccomandare loro il suo Ordine.

Il suo corpo, trasportato a Napoli, fu sepolto nella chiesa di S, Maria Maggiore. L’11 giugno, mentre venivano celebrati i funerali a Napoli, aveva luogo la guarigione di un <<rattrappito>>. Era il primo miracolo, cui dovevano seguirne numerosi Altr, mentre il suo culto si diffondeva ad Agnone e a Napoli.

Fu beatificato da Clemente XIV il 10 settembre 1770. La sollennità fu celebrata a Napoli alla presenza del nunzio apostolico mons. Cavalchini e del card. arcivescovo Sersale, e a Madrid davantio al re Carlo III; canonizzato da Pio VII il 24 maggio 1807 fu scelto a compatrono della città di Napoli nel 1840. Il suo corpo fi traslato nella chiesa di Monteverginella il 9 maggio 1844.

I Chierici Regolari Minori, <<Caracciolini>>, oltre che a Napoli, si erano in seguito diffusi a Roma, ove avevano ottenuto successivamente le chiese di S. Leonardo, S. Agnese, S. Lorenzo in Lucina, affidata personalmente al santo da Paolo V nel 1606 e dei SS. Vincenzo ed Anastasio. In un secondo tempo ebbero la chiesa di S. Angelo in Pescheria, ove ha sede tuttora la casa generalizia.

Sue effigi sono venerate a Napoli, nella cattedrale ove, nella sagrestia della cappella del tesoro di s. Gennaro, si conserva un suo busto d’argento, e a Roma, nella chiesa di S. Angelo in Pescheria. Dipinti che lo raffigurano si hanno a Roma, nella cappella a lui dedicata nella chiesa di S. Lorenzo in Lucina, e nella chiesaa dei SS. Angeli Custodi a Montesacro, opera del Corradini; è inoltre ritratto col ven. Adorno nei chiaroscuri di M. di Napoli, nella facciata della chiesa di Monteverginella a Napoli, mentre in S. Pietro in Roma si conserva una sua statua in marmo, opera di M. Laboureur e F. Fraccaroli, sotto la direzione del Thorwaldsen. La camera ove egli morì ad Agnone è stata trasformata in cappella.

Svolge la sua attività a Napoli ed a Roma la Pia Unione della famiglia Caracciolo, che pubblica un periodico; S. Francesco Caracciolo, con aggiornamento della bibliografia sul santo. la Pia Unione raccoglie, all’ombra dei Chierici Regolari Minori, tutti i membri della famiglia Caracciolo e, in genere i devoto del santo, e si propone, per obbligo statuario, di promuovere il culto  e far celebrare annualmente , in special modo a Napoli, la festa, che ricorre il 4 giugno giorno del suo decesso. Solenni funzioni in suo onore si svolgono in tale occasione anche a Roma, nella chiesa dei SS. Angeli Custodi a Montesacro. La Pia Unione fu autorizzata il 17 febbraio 1925, con decreto di erezione canonica del card. vicario Basilio Pompili.

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