Cardinale Sepe: traduciamo la Scrittura in opere di carità concreta

Pubblichiamo una sintesi del­l’intervento tenuto dal cardina­le Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli alla Settima Congrega­zione generale.

Incarnare la Parola di Dio nel tempo e nella storia che ci troviamo a vivere, poiché so­lo in questo modo la si rende ef­ficace e creatrice di conversione e di carità.
Osservare la Parola significa in­nanzitutto, come ci ha insegna­to la predicazione di Gesù, testimoniarla con la propria vita e tradurla in opere di carità. Anche i tanti approfondimenti e­segetici, le molteplici iniziative catecheti­che e tutti gli sforzi ri­volti a una maggiore conoscenza rischia­no di non portare frutto se la Parola non viene vissuta con coerenza nella vita quotidiana.
Per superare il dramma della se­parazione tra fede e vita e per fa­re in modo che dalla Parola sca­turiscano gesti e opere di carità, occorre andare alle sorgenti, os­sia alla carità: solo essa, se vis­suta e praticata, può cementare il tessuto ecclesiale e aprire la strada alla concretezza dell’a­more. I tanti malati nel corpo e nello spirito, i poveri che affolla­no le strade delle nostre città, i luoghi di sofferenza, come gli o­spedali, le carceri rappresentano altrettante prove concrete della fedeltà alla Parola e della nostra capacità di conformare la nostra esistenza su quella del «Vangelo vivente», più eloquente di tante parole perché è diventato «car­ne e sangue».
«L’uomo contemporaneo ascol­ta più volentieri i testimoni che i maestri o, se ascolta i maestri, lo fa perché sono dei testimoni», ha scritto Paolo VI nella Evangelii Nuntiandi (n. 41).
Questa verità ele­mentare, ma di fre­quente ignorata, deve essere ribadi­ta affinché i vescovi, ma anche i sacer­doti, i diaconi e i ca­techisti avvertano sempre più l’urgen­za di confrontarsi seriamente con la Parola di cui sono servitori.
Immagine perfetta dell’Incar­nazione è la Vergine Maria, la donna del «sì» che ha concepito il Verbo nel suo cuore, prima an­cora che nel suo seno.
Il Mistero dell’Incarnazione del­la Parola di Dio deve continua­re a realizzarsi nell’oggi della Chiesa attraverso il «sì» dei suoi figli che incarnano, nella vita, la Parola salvatrice di Dio.

(Avvenire)

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