“Pastores dabo vobis”: questa è la promessa del Signore che la Comunità diocesana di Capua ha avuto la gioia di sperimentare nel concreto della propria vita lo scorso 29 giugno. Nella festività dei Santi Pietro e Paolo è stato celebrato, in modo solenne, l’inizio del ministero pastorale del nuovo arcivescovo S. E. Mons. Salvatore Visco.
Preparata da momenti di catechesi e di preghiera, vissuti a livello parrocchiale e diocesano, la comunità tutta ha voluto testimoniare non solo l’affetto, ma anche e soprattutto la gratitudine al Signore per il dono del vescovo Salvatore chiamato ad essere “pescatore di uomini” nell’Arcidiocesi Capuana da Papa Francesco.
A Porta Napoli l’Arcivescovo ha trovato ad accoglierlo il clero diocesano, le religiose e numerosissimi fedeli accorsi da ogni dove per far sì che il nuovo pastore della Chiesa locale potesse incominciare a respirare l’aria di casa. La città di Capua, in quanto sede della Cattedrale e dell’annesso Palazzo arcivescovile, avrà l’onore e il piacere di ospitare mons. Visco e di essere, altresì, il luogo privilegiato in cui l’Arcivescovo potrà attendere alla cura spirituale della comunità diocesana, esercitando in pieno i cosiddetti “tria munera” della sua funzione pastorale: evangelizzare, santificare, governare il popolo cristiano.
Il passaggio dell’Arcivescovo da porta Napoli a piazza dei Giudici è stato salutato dalla Congreghe disposte lungo Corso Appio. Il primo vero bagno di folla Mons. Visco lo ha vissuto proprio in questa splendida piazza che è il simbolo della vita cittadina, il cuore del centro storico. Scortato dalle autorità civili e militari il neo Arcivescovo ha raggiunto il palco, predisposto sui gradini della chiesa di Sant’Eligio, per ricevere il saluto del sindaco, Carmine Antropoli, il quale ha donato a Mons Visco una preziosa statuetta in bronzo di Santo Stefano, copia di quella trafugata dall’altare del Santissimo della Cattedrale. Un sorriso spontaneo e commosso è comparso sulle labbra di mons. Visco quando una bambina capuana, Giada Emanuela, gli ha rivolto un saluto di benvenuto con il fare tipico dei fanciulli.
A lungo la folla ha applaudito quando mons. Visco ha rivolto il suo primo messaggio alla cittadinanza.
All’ingresso in Cattedrale l’Arcivescovo ha ricevuto dalle mani di mons. Domenico Di Salvia il crocifisso a stilo ed è stato poi accompagnato alla Cappella del Santissimo per un breve momento di adorazione.
Particolarmente emozionante per l’assemblea è risultato il momento in cui il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo metropolita di Napoli, ha consegnato al cancelliere, mons. Gennaro Gravina, la Lettera apostolica firmata da Papa Francesco dell’avvenuta nomina affinché la leggesse all’assemblea e, successivamente, al nuovo Arcivescovo ha affidato il bastone pastorale, una delle più significative insegne episcopali perché simboleggia la funzione di cura della fede e della morale del Vescovo ad immagine di Gesù Cristo, buon pastore.
Mons. Visco è apparso visibilmente commosso quando ha ricevuto il saluto dei Consultori, dei Vicari foranei, del Capitolo diocesano, di alcune suore e dei laici delegati delle realtà presenti in Diocesi. All’omelia il Prelato ha puntualizzato come l’essere vescovo non può e non deve essere considerato come una carica onorifica, bensì un servizio che il pastore può offrire ai fedeli solo se munito della forza dello Spirito Santo e sostenuto dalla preghiera del popolo dei battezzati a lui affidati dalla bontà del Padre.
La Liturgia eucaristica si è conclusa con i ringraziamenti di mons. Visco e con il canto alla Vergine Maria definita, nel 1979 dal Beato Giovanni Paolo II, la madre dei sacerdoti. Tutti si sono, poi, portati nell’atrio del Palazzo arcivescovile dove è stato svelato lo stemma del nuovo Arcivescovo: su fondo azzurro campeggia una nave affiancata dalla stella bianca. Questi due simboli, scelti da mons. Visco, sono una promessa e, nel contempo, una certezza: la Chiesa, intesa come la barca di Pietro, può resistere alle tempeste della storia perché è guidata da Gesù Cristo, definito nell’Apocalisse la “lucente stella del mattino”.
Una pagina importante della storia della Chiesa che è in Capua, una pagina importante della storia della gente comune che, nella semplicità, ha voluto testimoniare la sua fede genuina e sincera in colui che “guardando dall’alto” saprà essere guida, pastore, maestro. Questo il nuovo vescovo mons. Visco lo potrà fare leggendo, con gli occhi della fede e del cuore, le necessità e le attese dell’uomo di oggi il quale, proprio perché vive in una società così desacralizzata, ha sete di una parola di verità che sappia parlare al suo cuore di eternità tirandolo fuori dal nonsenso della propria quotidianità, ha bisogno di una figura di riferimento, autorevole com’è quella del vescovo, che traduca, nel concreto della sua azione pastorale, le parole del profeta Ezechiele: “Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte: Le pascerò con giustizia.”
Preparata da momenti di catechesi e di preghiera, vissuti a livello parrocchiale e diocesano, la comunità tutta ha voluto testimoniare non solo l’affetto, ma anche e soprattutto la gratitudine al Signore per il dono del vescovo Salvatore chiamato ad essere “pescatore di uomini” nell’Arcidiocesi Capuana da Papa Francesco.
A Porta Napoli l’Arcivescovo ha trovato ad accoglierlo il clero diocesano, le religiose e numerosissimi fedeli accorsi da ogni dove per far sì che il nuovo pastore della Chiesa locale potesse incominciare a respirare l’aria di casa. La città di Capua, in quanto sede della Cattedrale e dell’annesso Palazzo arcivescovile, avrà l’onore e il piacere di ospitare mons. Visco e di essere, altresì, il luogo privilegiato in cui l’Arcivescovo potrà attendere alla cura spirituale della comunità diocesana, esercitando in pieno i cosiddetti “tria munera” della sua funzione pastorale: evangelizzare, santificare, governare il popolo cristiano.
Il passaggio dell’Arcivescovo da porta Napoli a piazza dei Giudici è stato salutato dalla Congreghe disposte lungo Corso Appio. Il primo vero bagno di folla Mons. Visco lo ha vissuto proprio in questa splendida piazza che è il simbolo della vita cittadina, il cuore del centro storico. Scortato dalle autorità civili e militari il neo Arcivescovo ha raggiunto il palco, predisposto sui gradini della chiesa di Sant’Eligio, per ricevere il saluto del sindaco, Carmine Antropoli, il quale ha donato a Mons Visco una preziosa statuetta in bronzo di Santo Stefano, copia di quella trafugata dall’altare del Santissimo della Cattedrale. Un sorriso spontaneo e commosso è comparso sulle labbra di mons. Visco quando una bambina capuana, Giada Emanuela, gli ha rivolto un saluto di benvenuto con il fare tipico dei fanciulli.
A lungo la folla ha applaudito quando mons. Visco ha rivolto il suo primo messaggio alla cittadinanza.
All’ingresso in Cattedrale l’Arcivescovo ha ricevuto dalle mani di mons. Domenico Di Salvia il crocifisso a stilo ed è stato poi accompagnato alla Cappella del Santissimo per un breve momento di adorazione.
Particolarmente emozionante per l’assemblea è risultato il momento in cui il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo metropolita di Napoli, ha consegnato al cancelliere, mons. Gennaro Gravina, la Lettera apostolica firmata da Papa Francesco dell’avvenuta nomina affinché la leggesse all’assemblea e, successivamente, al nuovo Arcivescovo ha affidato il bastone pastorale, una delle più significative insegne episcopali perché simboleggia la funzione di cura della fede e della morale del Vescovo ad immagine di Gesù Cristo, buon pastore.
Mons. Visco è apparso visibilmente commosso quando ha ricevuto il saluto dei Consultori, dei Vicari foranei, del Capitolo diocesano, di alcune suore e dei laici delegati delle realtà presenti in Diocesi. All’omelia il Prelato ha puntualizzato come l’essere vescovo non può e non deve essere considerato come una carica onorifica, bensì un servizio che il pastore può offrire ai fedeli solo se munito della forza dello Spirito Santo e sostenuto dalla preghiera del popolo dei battezzati a lui affidati dalla bontà del Padre.
La Liturgia eucaristica si è conclusa con i ringraziamenti di mons. Visco e con il canto alla Vergine Maria definita, nel 1979 dal Beato Giovanni Paolo II, la madre dei sacerdoti. Tutti si sono, poi, portati nell’atrio del Palazzo arcivescovile dove è stato svelato lo stemma del nuovo Arcivescovo: su fondo azzurro campeggia una nave affiancata dalla stella bianca. Questi due simboli, scelti da mons. Visco, sono una promessa e, nel contempo, una certezza: la Chiesa, intesa come la barca di Pietro, può resistere alle tempeste della storia perché è guidata da Gesù Cristo, definito nell’Apocalisse la “lucente stella del mattino”.
Una pagina importante della storia della Chiesa che è in Capua, una pagina importante della storia della gente comune che, nella semplicità, ha voluto testimoniare la sua fede genuina e sincera in colui che “guardando dall’alto” saprà essere guida, pastore, maestro. Questo il nuovo vescovo mons. Visco lo potrà fare leggendo, con gli occhi della fede e del cuore, le necessità e le attese dell’uomo di oggi il quale, proprio perché vive in una società così desacralizzata, ha sete di una parola di verità che sappia parlare al suo cuore di eternità tirandolo fuori dal nonsenso della propria quotidianità, ha bisogno di una figura di riferimento, autorevole com’è quella del vescovo, che traduca, nel concreto della sua azione pastorale, le parole del profeta Ezechiele: “Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte: Le pascerò con giustizia.”