“Carissimi giovani,
vi scrivo con un po’ di tristezza nel cuore perché in questi giorni avrei voluto trascorrere i minuti liberi di queste giornate calde e intense a preparare le valige per la nostra partenza, felice di vivere, insieme a voi e ai presbiteri e religiosi/e che vi accompagneranno, l’esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù. Purtroppo, però, si è reso necessario e urgente un intervento chirurgico, la cui procrastinazione avrebbe messo seriamente a repentaglio i miei occhi, la mia vista. Non vi nascondo che questa situazione mi è servita per riflettere e ringraziare il Signore per il dono dei sensi e, in particolare, per quello della vista. Anche nelle relazioni il “vedere” è fondamentale e quante volte ciò che vediamo rinfresca il cuore! A me capita spesso quando siamo insieme – mentre vi guardo, vi osservo, negli incontri in parrocchia come nelle celebrazioni o manifestazioni particolari -, di sentirmi rigenerato da voi, dalla freschezza del vostro entusiasmo, dalla bellezza della vostra giovinezza. Per questo, anche se fisicamente non potrò essere con voi, vi chiedo di sentirmi presente, accanto a voi, come pellegrino e amico, felice di celebrare con voi e con Papa Francesco il dono della fede, della vita, dell’amore che ci unisce e che nell’unirci continua a salvare il mondo.
In questo viaggio vi accompagnerà un versetto bellissimo del Vangelo di Luca: “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39). Lo ha scelto Papa Francesco per voi e non solo per voi, ma per l’intero mondo. Un mondo che troppo spesso appare seduto, fermo, sedentario e, soprattutto, lento quando si tratta di cambiare rotta, di convertirsi ai valori evangelici e umani della fraternità e della solidarietà, della pace e della giustizia. Proprio per questo, guardando a Maria di Nazareth, potrete guardare a un modello davvero rivoluzionario e controcorrente, un modello capace di ispirarvi, accompagnarvi, parlare alla profondità del vostro animo generando sogni e desideri alti. Vedete, Maria nonostante avesse accolto nel suo giovane grembo il Messia atteso dalle genti, non si è sentita minimamente posizionata in un ruolo sicuro, privilegiato, lontano dalle esigenze della storia e dai bisogni concreti dell’umanità. Si, è incredibile a dirsi, ma nel suo stato di attesa non si è accomodata una “comfort zone” ma si è subito alzata, mettendosi in cammino da risorta, grazie alla fiducia incrollabile in quella Parola che l’aveva visitata con tenerezza e discrezione, chiedendole il permesso di abitare nel suo ventre, ponendo così la sua tenda in mezzo a tutti noi. E questa dinamica evangelica, questo cammino coraggioso, vede Maria pronta, disponibile, senza esitazioni, tale era il desiderio di condividere la gioia della salvezza, la fiducia in Colui che aveva adempiuto le sue promesse, la disponibilità a servire con entusiasmo l’attesa e le necessità di sua cugina, che custodiva nel suo ventre il Precursore, servo di quella Parola che in Maria stessa si era fatta carne.
Guardate a lei, miei amati giovani di Napoli. Guardate a lei quando il mondo, i media, le narrazioni a basso costo vi illudono con il miraggio di una vita rinchiusa tra le quattro mura di casa, quando vi parlano di un’esistenza comoda e facile, centrata solo sui vostri apparenti bisogni, e per questo protetta dalle mura alte e spesse dell’egoismo. Si, un egoismo che sembra mettere al sicuro facendo accomodare sulla poltrona dorata del consumo a tutti i costi, del virtuale senza relazioni autentiche, dell’immagine finta da curare e consegnare al mondo, fino a scoprire che dietro l’immagine che ci siamo costruiti per gli altri si cela il vuoto interiore, che ci rende infelici, scoraggiati, demotivati.
Guardate a Maria, al suo mettersi in piedi, al suo mettersi in viaggio, in cammino. Guardate alla sua fretta: c’è infatti una fretta sana, direi anche santa, che è la fretta di voler uscire dalle gabbie che la società, e noi con lei, ci costruisce intorno, la fretta di uscire dalla tirannia dell’io per ritrovarsi nella bellezza del noi, la fretta di invertire rotta subito per cominciare a navigare nella direzione del Vangelo, Parola affidabile per il presente e per il futuro di tutta l’umanità.
Sono convinto che guardando a lei, nell’incontro con i giovani di tutto il mondo, saprete riportare qui, nella nostra città, nella nostra Chiesa, una ventata di aria fresca e sono certo che le parole e la testimonianza di Papa Francesco, a cui vi prego di portare il mio saluto affettuoso e grato, saranno un balsamo di entusiasmo, una sorgente di grande motivazione per generare quei cambiamenti, quelle inversioni di rotta, di cui la nostra Terra ha tanto bisogno.
Vedete, sono convinto che Maria ha sentito l’esigenza di correre in fretta da Elisabetta perché aveva un “segreto”, un “miracolo” che solo Elisabetta poteva capire, perché anche suo: il segreto, il miracolo dei loro grembi fecondi. Ecco, anche voi, nell’incontrare i giovani di tutto il mondo, lasciatevi animare da questo desiderio di condivisione, raccontando i tanti segreti e miracoli che custodite nel cuore e che il Signore opera in voi, ai vostri coetanei di tutto il pianeta.
Permettetemi di dire un grazie a tutti coloro che vi accompagnano: ai vostri presbiteri, ai consacrati e alle consacrate, agli educatori e alle educatrici, agli animatori e alle animatrici.
Grazie figli e fratelli presbiteri, perché vi fate compagni di viaggio dei nostri ragazzi, rinunciando magari a qualche comodità per lasciarvi ringiovanire nell’intimo dalla loro passione: sono certo che mentre custodirete i nostri giovani, i giovani stessi custodiranno il vostro ministero facendovi sentire fratelli e padri!
Grazie sorelle e fratelli consacrate/i, perché testimonierete in questi giorni la bellezza di una vita donata interamente alla causa del Vangelo, testimonierete che è possibile scommettere tutto sulla Parola di vita e di speranza del nostro Signore e Maestro, Gesù di Nazareth!
Grazie educatori/educatrici e animatori/animatrici del Servizio diocesano per la Pastorale Giovanile: siete giovani che si fanno compagni di altri giovani, siete il volto bello della nostra Chiesa, uno dei suoi tesori più preziosi, tesori che non vanno conservati in un museo o tra le mura di un qualsiasi luogo, ma che sono chiamati a vivere tra le strade delle nostre città per contagiare di luce tutti quanti incontreranno, per illuminare anche gli angoli più bui con la fiamma della passione educativa!
Cari giovani, buona esperienza! Buona GMG! Io vi accompagno con il pensiero quotidiano, l’affetto e la preghiera, voi sentitemi accanto e abbiate un pensiero per il vostro Vescovo che attende il vostro ritorno a braccia aperte con la curiosità di sentirvi raccontare ciò che avete vissuto e la gratitudine per tutto quanto, sono certo, il Signore opererà in voi e attraverso di voi in questo tempo di grazia. Forza, allora, come Maria, anche voi alzatevi e andate in fretta!
Napoli, 21 luglio 2023
† don Mimmo”