Convegno Materdomini: relazione conclusiva del Cardinale Sepe

Convegno Diocesano
Linee programmatiche conclusive
Materdomini, 17 giugno 2009
 
Introduzione
 
Cari fratelli e sorelle,
          Al termine di queste intense e feconde giornate di lavoro del nostro Convegno, rendiamo grazie a Signore per averci donato il suo Spirito che ci ha sostenuti con la sua forza e il suo amore in questo delicato lavoro.
          Organizzare la speranza, il piano pastorale della nostra Chiesa, dal quale fiduciosi siamo partiti, rimane la strada da seguire per incarnare l’annuncio nella nostra diocesi anche nel prossimo anno pastorale.
          Come abbiamo potuto verificare, il piano pastorale nasce dall’esigenza di trovare la via più idonea per incarnare il Vangelo nella concretezza della vita in un mondo che cambia. Il nostro unico obbiettivo – e non può essere diversamente – è il Vangelo da annunciare, da testimoniare, da vivere. Proprio col metro del Vangelo il piano va continuamente seguito, accompagnato o corretto quando non risponde alle attese dell’annuncio.
          Pertanto, in sintonia con la Chiesa universale e con il nostro XXX Sinodo diocesano, “Comunicare la fede, Educare alla fede, Vivere la fede” continueranno a costituire la priorità del nostro impegno, i pilastri su cui fonderemo il nostro percorso diocesano.
          Come è emerso anche dalle relazioni di S.E. Mons. Di Donna, di Mons. Matino, dei Decani e dei gruppi di studio, in quest’anno di fecondo e instancabile lavoro e di ascolto delle differenti problematiche che caratterizzano le diverse realtà territoriali della nostra diocesi, ho potuto toccare con mano la validità del percorso intrapreso. Mi sono arricchito delle esperienze vive e feconde dei nostri decanati, come anche delle iniziative e degli interventi di solidarietà e testimonianza, sia a livello centrale che territoriale. La vivacità degli incontri con i Consigli pastorali e presbiterali ha confermato la scelta della organizzazione pastorale dei territori come luogo d’incarnazione del Vangelo. Ora è tempo di andare avanti, di consolidare il molto di buono già realizzato, aiutare chi, con fatica, sta facendo i primi passi, correggere quanto può essersi rivelato non del tutto consono alle finalità prefisse.
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