Il 14 aprile in diocesi si è festeggiata la Giornata dei fidanzati e dei giovani sposi, che hanno incontrato il cardinale Crescenzio Sepe nell’Auditorium arcivescovile, partecipando poi alla solenne celebrazione eucaristica officiata dall’arcivescovo in Duomo.
Nel giorno in cui in cattedrale sono state accolte le reliquie dei beati coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, esempio di santità nell’amore coniugale, i giovani fidanzati e i novelli sposi sono stati invitati a credere nel potere dell’amore e nell’importanza del sacramento del matrimonio come consacrazione di questo amore, fondamento quotidiano della famiglia cristiana.
Don Pasquale Incoronato, dell’Ufficio di Pastorale giovanile della diocesi, ha invitato i tanti giovani presenti a riflettere sul fatto che «Dio ha su ciascuno un progetto, che è sicuramente un progetto di felicità. I sogni di Dio possono essere i sogni di ognuno».
L’incontro si è aperto con una testimonianza di Francesco Beltrame Quattrocchi, nipote dei beati, figlio della loro figlia più giovane Enrichetta. Il suo intervento si è soffermato sul modo
di vivere l’amore dei suoi nonni, che «intendevano la parola amore profondamente, nel quotidiano, e affermavano che nella vita di una coppia l’amore stesso da solo non basta, ci vuole una comunanza d’intenti tra i due coniugi».
Ai coniugi Beltrame Quattrocchi è stata dedicata una performance che ha riunito musica, canto e lettura recitata, intitolata “Dal tetto in su” e curata da Giovanna Peduto. Le letture sono state tratte dal testo Siate santi, scritti scelti dei beati e dei loro familiari raccolti da Massimiliano Noviello OFM per la Libreria Editrice Vaticana. Lettori Giovanna Peduto e Giuseppe Cerrone, la musica è stata eseguita da Vincenza Cardone per il pianoforte e Agostino Oliviero per il violino, mentre le voci soliste erano quelle di Marianna Cretella e Vittoria Gava.
Il cardinale Sepe ha parlato alle giovani coppie durante la celebrazione eucaristica, in una omelia molto sentita.
«Questa messa – ha spiegato – vuole essere un inno all’amore, con tutti noi riuniti intorno all’altare di Dio nella Sua casa per cantare questo inno all’amore, amore di cui ognuno di noi è formato perché immagine di Dio amore».
Questo amore, secondo quanto ha spiegato l’arcivescovo, è il fondamento della famiglia, ed è «credere nell’altro, donare se stessi all’altro, per creare una casa costruita appunto sull’amore.
L’amore si costruisce giorno per giorno, nel vivere insieme, nell’apertura dell’uno all’altro, e così si diventa testimoni dell’amore». E poi un’affermazione forte: «La missione degli innamorati è proprio quella di essere testimoni dell’amore, missione che rispecchia quella di Cristo che per amore si è donato».
In un’epoca in cui spesso le tempeste della vita travolgono l’entusiasmo dell’amore, il cardinale Crescenzio Sepe ha voluto rivolgere ai giovani innamorati un messaggio di speranza, perché i tanti presenti per lui «sono venuti per riaffermare che l’amore che viene da Dio è la verità in cui credono e che vogliono vivere per sempre nonostante le difficoltà della vita».