“Dialoghi con la città” del Cardinale Sepe

Amici carissimi,
avverto una grande nostalgia, perché questo luogo mi ricorda gli anni dello studio e della ricerca che, con fervore giovanile, ho praticato. Quando siamo impegnati ad esplorare nuovi orizzonti del sapere, ci sentiamo particolarmente vivi, perché tocchiamo le frontiere di quello che conosciamo e tentiamo di varcarle. Stasera, però, vorrei parlarvi di uno speciale genere di ricerca. Sì, amati giovani e cari docenti che frequentate le aule universitarie. Mi rivolgo soprattutto a voi, non con la pretesa d’insegnare, ma con il desiderio di entrare in sintonia. Sono certo che nutriamo aspirazioni simili e che potremmo aiutarci a realizzarle abbattendo i muri della diffidenza e del pregiudizio.1. Il cammino storico – a quel che sembra di capire – è contrassegnato dalla ricerca, che gli uomini intraprendono per andare sempre oltre la provvisorietà del presente. L’inquietudine del cuore li spinge a inoltrarsi in sentieri non di rado impervi, aspri, con il rischio di perdere perfino l’orientamento. S’inizia con il desiderio sincero di “cercare la giustizia”, di realizzarla qui, sulla terra, a costo d’innumerevoli sacrifici e anche di perdite di vite umane. Quanti sogni e utopie! Quanti fallimenti di società perfette! Eppure, si parte con le migliori intenzioni e si finisce creando delle finzioni, dei sistemi socio-politici ipocriti, nei quali la giustizia proclamata solennemente è tradita clamorosamente nei fatti.
La ricerca della giustizia, però, non è un affare esclusivo di chi vuole ribellarsi a un potere oppressivo, ma è anche preoccupazione di noi che viviamo in una città come Napoli, che balza frequentemente agli onori delle cronache per la carenza di legalità. Forse a molti di noi sarà capitato di affermare che non ci troviamo in una “città normale”, nella quale, purtroppo, i diritti vengono percepiti come delle concessioni.

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