Non cè speranza senza dialogo e come Pastore della Chiesa di Napoli non sarei uomo di speranza, autentico testimone della speranza cristiana, se non fossi sempre aperto al dialogo con la mia gente, con il mondo laico e della cultura. Forte di questa convinzione, anche questanno, proporrò in Avvento uniniziativa in cui credo fermamente: «In dialogo con la Città». Lattesa del Natale, del Verbo che si fa carne e viene ad abitare in noi, cinduce a spianare la via al Signore e non cè altra strada per raddrizzare i sentieri che quella del dialogo, unico mezzo per costruire la giustizia e la pace nella nostra terra. Da sempre Dio si presenta alluomo come Parola: «In principio era il Verbo », si legge nel Vangelo di Giovanni, e da sempre Dio ha parlato alluomo: «Ascolta Israele », si legge più volte nel Primo Testamento, perché se non ci fosse dialogo tra cielo e terra non vi sarebbe possibilità di salvezza. Dio non alza muri tra sé e la sua creatura, anzi, nella pienezza dei tempi manda il suo Figlio unigenito, lunico vero Pontefice della storia umana e divina, per creare un ponte tra cielo e terra, tra uomo e Dio. Un ponte fatto di parole vere, perché il Verbo incarnato, il Maestro di Galilea, annuncia la speranza parlando alla sua gente con parole dotte, se si rivolge ai dottori della legge, e con parole semplici, quando parla a pastori e pescatori. Gesù parla con tutti, non solo con i suoi discepoli, parla con gli scribi, i farisei, i pubblicani e perfino con le prostitute, nessuno è lasciato fuori dal dialogo, perché sa bene che la Buona Notizia per correre veloce deve passare di bocca in bocca, deve cavalcare, appunto, le vie del dialogo. Se Dio, dunque, viene nel mondo per parlare con noi, non saremmo testimoni tangibili della Parola che annunciamo se non ci aprissimo allascolto e al dialogo con questa città travagliata da tanti problemi e assetata di speranza. Il Vangelo non è e non può rimanere unastrazione, un Libro chiuso, ma deve incarnarsi, inculturarsi nella vita reale di un popolo, per suscitare una domanda di senso nel tempo del non senso, alimentare il confronto su valori autentici nel tempo del disvalore imperante e favorire la ricerca di Dio. Il tempo dAvvento è il tempo propizio per parlare di Dio alluomo, facendo leva sul desiderio di confrontarsi sulle grandi tematiche che interpellano il mondo contemporaneo. In attesa del Signore che viene, quattro incontri scandiranno il tempo che ci separa dal Natale: dal 26 novembre, ogni mercoledì sera in Cattedrale, in dialogo con la città, mi confronterò, in uno scambio di idee e di opinioni, con Roberto De Simone, Giuliana Martirani, Biagio De Giovanni, Boris Ulianich per seminare tra la gente, la nostra gente, quel piccolo grande seme che si chiama speranza. In questanno paolino, indetto dal santo Padre Benedetto XVI, linsegnamento dellApostolo delle genti sarà al centro della nostra riflessione, perché tutti, in attesa della parusìa e dell’uomo nuovo che verrà, siamo chiamati, come Paolo, ad annunciare Cristo Crocifisso: scandalo per i giudei, stoltezza per i pagani, affrontando a viso aperto le nostre agorà. Promuovere il dialogo è lunica via per svegliarci dal sonno e ricostruire sulla speranza il tessuto profondo di questa nostra città, in cui notti fonde si alternano a giornate di sole, per far sì che chi ancora cammina nelle tenebre veda la luce.
Crescenzio Sepe Arcivescovo di Napoli