Dare alle Unioni cattoliche operaie una connotazione ecclesiale più chiara, nel rispetto del patrimonio proprio di queste realtà e delle tradizioni locali. È lintento che si è posta la consulta diocesana nel rivedere alcuni punti dello statuto che, rinnovato rispetto a quello del 1994, è stato consegnato ufficialmente dalle mani del Cardinale Crescenzio Sepe e del Vicario Episcopale Mons. Salvatore Esposito, alle associazioni, lo scorso 24 ottobre, presso lauditorium della Curia di Napoli, in largo Donnaregina. Lo statuto, che andrà in vigore dal prossimo 29 novembre, prima domenica di Avvento, sarà oggetto di incontri e giornate di studio in tutti i decanati, perché nellanalizzarne gli articoli tutti gli associati diventino destinatari coscienti.
Le Unioni cattoliche operaie, nate da unintuizione di SantAlfonso Maria de Liguori, contano oggi 208 associazioni presenti sul territorio per circa diecimila associati. Muovono dallumile e povera espressione della religiosità popolare che si manifesta attraverso il continuo pellegrinare per le strade della città inneggiando, tramite stendardi, ormai storici, alla Madonna e ai Santi a cui ogni associazione si affida.
«Lo statuto, rinnovato, diventa tutto nuovo ha ribadito Pasquale Oliviero, delegato arcivescovile per le Uco se abbiamo la capacità di accoglierlo con novità di intenti. Esso scaturisce da una attenta ed approfondita riflessione sulle esperienze finora fatte allinterno delle nostre associazioni ed il continuo rimando alle gerarchie ecclesiali non vuole togliere la connotazione laica alle nostre associazioni ma rappresentare un elemento di garanzia e fiducia per operare positivamente in ogni circostanza». «Le Unioni cattoliche operaie ha aggiunto Oliviero rappresentano per la città una provocazione e una proposta verso chi, nonostante le apparenze, non trova la felicità perché la cerca in luoghi ed espressioni troppo lontani dalla fede».
Monsignor Domenico Felleca, assistente spirituale delle Unioni cattoliche operaie, ha parlato di rilancio dellesperienza ecclesiale delle associazioni tramite lattenzione che lArcivescovo pone al mondo del lavoro, in tutte le sue sfaccettature e le sue problematiche. «Lei, Eminenza ha sottolineato ci insegna lamore paziente per il popolo e che lespressione popolare non è un cattolicesimo di serie B. Siamo qui per ricevere da Lei il nuovo statuto diocesano e perché la nostra Chiesa possa risplendere nel Signore risorto per darsi tutta a tutti».
Il Cardinale Sepe, nel benedire lassemblea, che con un corteo di stendardi da largo Donnaregina, attraverso via Duomo, si è trasferita nella Cattedrale, ha ricordato che «le Unioni cattoliche operaie costituiscono la rappresentazione incarnata nella vita spirituale del nostro popolo. La pietà e la tradizione popolare che queste associazioni esprimono, anche tramite i Fujenti, è andata oltre i nostri confini. Lo scopo per cui siamo associati è diventare testimoni, in famiglia e a lavoro, per tanti fratelli che tramite il nostro operato, con laiuto della Madonna dellArco, possano essere attivati in Cristo».
Le Unioni cattoliche operaie, nate da unintuizione di SantAlfonso Maria de Liguori, contano oggi 208 associazioni presenti sul territorio per circa diecimila associati. Muovono dallumile e povera espressione della religiosità popolare che si manifesta attraverso il continuo pellegrinare per le strade della città inneggiando, tramite stendardi, ormai storici, alla Madonna e ai Santi a cui ogni associazione si affida.
«Lo statuto, rinnovato, diventa tutto nuovo ha ribadito Pasquale Oliviero, delegato arcivescovile per le Uco se abbiamo la capacità di accoglierlo con novità di intenti. Esso scaturisce da una attenta ed approfondita riflessione sulle esperienze finora fatte allinterno delle nostre associazioni ed il continuo rimando alle gerarchie ecclesiali non vuole togliere la connotazione laica alle nostre associazioni ma rappresentare un elemento di garanzia e fiducia per operare positivamente in ogni circostanza». «Le Unioni cattoliche operaie ha aggiunto Oliviero rappresentano per la città una provocazione e una proposta verso chi, nonostante le apparenze, non trova la felicità perché la cerca in luoghi ed espressioni troppo lontani dalla fede».
Monsignor Domenico Felleca, assistente spirituale delle Unioni cattoliche operaie, ha parlato di rilancio dellesperienza ecclesiale delle associazioni tramite lattenzione che lArcivescovo pone al mondo del lavoro, in tutte le sue sfaccettature e le sue problematiche. «Lei, Eminenza ha sottolineato ci insegna lamore paziente per il popolo e che lespressione popolare non è un cattolicesimo di serie B. Siamo qui per ricevere da Lei il nuovo statuto diocesano e perché la nostra Chiesa possa risplendere nel Signore risorto per darsi tutta a tutti».
Il Cardinale Sepe, nel benedire lassemblea, che con un corteo di stendardi da largo Donnaregina, attraverso via Duomo, si è trasferita nella Cattedrale, ha ricordato che «le Unioni cattoliche operaie costituiscono la rappresentazione incarnata nella vita spirituale del nostro popolo. La pietà e la tradizione popolare che queste associazioni esprimono, anche tramite i Fujenti, è andata oltre i nostri confini. Lo scopo per cui siamo associati è diventare testimoni, in famiglia e a lavoro, per tanti fratelli che tramite il nostro operato, con laiuto della Madonna dellArco, possano essere attivati in Cristo».