Cari fratelli e sorelle,
Abbiamo appena ascoltato il racconto della Passione del Signore, dopo che, poco fa, abbiamo partecipato alla solenne processione che ha ricordato e attualizzato lingresso di Gesù a Gerusalemme per accompagnarlo verso la sua passione gloriosa, professando la nostra fede in Lui, Re e Salvatore.
La narrazione della Passione, che costituisce anche il cuore dellannuncio cristiano, ha certamente provocato in noi un sentimento di compunzione per i nostri peccati. Il nostro SantAlfonso così si esprimeva: Sono stato io lingrato; ha mio Dio, perdon, pietà.
Gesù, il Signore che noi adoriamo, è stato condotto fino al limite della sofferenza ingiusta e crudele, non perché costretto, ma perché ha liberamente scelto di donare la sua vita per noi. Gesù accetta la Passione, non la subisce: Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi, sapendo di non restare deluso, come abbiamo ascoltato nella prima lettura, tratta da Isaia, sul Servo del Signore.
Gesù è solo davanti a una lunga serie di avversari, compresi i discepoli che lo dimenticano, lo tradiscono, lo rinnegano, labbandonano nonostante i numerosi attestati di bontà loro accordati. Poi, cè Giuda, Pietro, Pilato, la folla, i soldati romani: è in balia degli uomini.
Ma la tragedia del Golgota si chiude con un messaggio di speranza. Nella defezione e nella ostilità generale, un gruppo di ammiratori e amici di Gesù confessano in coro la sua messianicità. Così, il centurione romano e il buon ladrone: essi hanno davanti a sé un crocifisso, ma vedono oltre quellimmagine il Figlio di Dio assiso alla destra del Padre.
Ma continua la passione di Cristo anche oggi? Certo! E la possiamo trovare nei nostri dolori; nei dolori di un mondo dove ci sono ancora le guerre; nellindifferentismo e nellegoismo di tanti che, con la loro violenza, causano sofferenza e morte; nel dolore provocato da tanti che, pur dicendosi amici, ingiuriano e parlano male degli altri o tramano per distruggere.
È questa una punta del dramma di Gesù: Anche lamico in cui confidavo, anche lui che mangia il mio pane, alza contro di me il suo calcagno. Il dolore è tanto più acuto quanto meno te lo aspetti da certe persone!
La Passione del Signore, poi, la possiamo trovare anche nei dolori della Chiesa, quando soffre per rendere testimonianza al suo Salvatore, nei martiri di oggi. La troviamo nel dolore di tanti che soffrono nel corpo e nello spirito perché abbandonati nella loro miseria e povertà, o negli ospedali e nelle carceri.
Come al suo Figlio sofferente il Padre, qui e ora, dona anche a noi la fiducia di non restare delusi; qui e ora fa attento il nostro orecchio perché possiamo ascoltare la sua voce; qui e ora ci dà il coraggio per dare agli sfiduciati una parola di speranza perché, celebrando e vivendo la Passione di
Cristo, possiamo testimoniare ai nostri fratelli e sorelle vicini e lontani la speranza che nessuno è solo sul cammino della croce.
Cristo soffre in noi e con noi perché anche noi possiamo giungere alla Pasqua della Risurrezione. Maria, Madre dolorosa, ci aiuti a vivere con profonda partecipazione, la passione e morte del suo Figlio Gesù.