Domenica delle Palme

“Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”

Cari fratelli e sorelle,
questi versetti che abbiamo cantato durante la processione che abbiamo percorso dalla Basilica di S. Giorgio fino a qui, in Cattedrale, imitando le folle di Gerusalemme, esprimono con efficacia il significato della Settimana Santa e come essa sia orientata verso la Pasqua.
Gesù, in mezzo a un corteo solenne e festante, saluta la propria città prima di andare alla morte. Si presenta come il Messia povero, cavalcando un asinello, ma che, come abbiamo letto nel vangelo, attira la malizia di quanti lo vogliono togliere di mezzo mettendolo a morte.
 
Nel raccontare la passione e morte di Gesù, l’evangelista Marco distingue come sei momenti che si succedono:
1) La requisizione di Simone di Cirene
2) La crocifissione
3) Gli insulti
4) Le tenebre
5) La morte di Gesù e le sue ripercussioni
6) La menzione delle pie donne
 
In realtà, con la morte di Gesù sembra che tutto sia finito in senso negativo. Di fatto, tutto è finito nel senso che tutto si è compiuto, come appare dal velo appeso nel tempio, che si squarcia in due, e dalla professione di fede che la morte di Gesù fa sorgere dalle labbra del centurione: “ Davvero quest’uomo era figlio di Dio”.
 
Care sorelle e fratelli,
noi, oggi, siamo come il centurione ai piedi di Gesù crocifisso; siamo chiamati ad accogliere con fede e amore Gesù che muore in croce e capire che a quella croce era più giusto che fosse appeso chiunque di noi che siamo veramente peccatori!
Gesù, invece, ha preso su di sé tutti i nostri peccati e si è fatto condannare come malfattore. Così noi, grazie a Lui, come è successo a Barabba, siamo liberi, perdonati e santi.
Il giudice si è fatto condannare per amore dell’imputato, in sostituzione dell’imputato: solo Dio poteva inventare una cosa simile.
Perciò, come il centurione, confessiamo che Gesù Cristo è il Signore della nostra vita; il Maestro che ci insegna la strada della salvezza; il Dio che ci perdona sempre e ci salva: è Lui che acclamiamo e ringraziamo.
Maria SS.ma, che ha partecipato con immenso dolore alla morte del suo Figlio divino, ci aiuti a comprendere e testimoniare l’amore misericordioso di Dio verso di noi.
 
“ A Maronna c’accumpagna”
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