La cattedrale di Napoli era gremita e, in più occasioni, sono partiti applausi in ricordo delle vittime innocenti di mafia e camorra. È durata circa due ore la veglia presieduta dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo del capoluogo campano, e concelebrata con altri sacerdoti tra cui don Luigi Ciotti, ‘anima’ dell’associazione Libera.
“Questa chiesa affollata testimonia che noi non ci arrendiamo – ha detto Sepe dall’altare – e che chi è stato ucciso continua a vivere, siamo qui riuniti per fare memoria e per non dimenticare. Ai colpevoli – ha proseguito il cardinale – dico convertitevi perchè verrà il giorno del giudizio universale”.
Tra i banchi tante persone comuni, ma anche i parenti di cinquecento vittime innocenti uccise dalla criminalità organizzata. Nomi che sono stati scanditi ad uno ad uno prima dell’inizio della celebrazione. In prima fila il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, il segretario del Pd, Dario Franceschini, il prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, il presidente della Provincia di Napoli, Dino Di Palma, il segretario regionale del Partito democratico, Tino Iannuzzi, e altri parlamentari campani. Ma anche rappresentanti del sindacato e numerosi giovani, soprattuto scout che, ai piedi dell’altare, hanno ascoltato seduti a terra e con lunghi striscioni le parole pronunciate durante la veglia.
Momenti di commozione, anche, da parte dell’arcivescovo di Napoli quando il padre di don Peppino Diana, il sacerdote trucidato dalla camorra a Casal di Principe 15 anni fa, ha consegnato la stola del figlio al cardinale Sepe. Applausi scroscianti per ricordare un prete che è stato ucciso dalla camorra proprio nella sua parrocchia. “Ti ringrazio – ha detto don Ciotti rivolgendosi al cardinale Sepe – perchè ci siamo sentiti accolti in questa chiesa. C’è sempre tanta, tanta fatica ma anche tanta speranza in ognuno di noi ogni giorno. Ogni volta che guardiamo negli occhi chi ha perso i propri cari è dura, ma dobbiamo ‘salire sui tetti ad annunciare parole di vita’ così come diceva don Peppino Diana”.
Ma don Ciotti ha anche avuto parole per Napoli che domani ospiterà la manifestazione nazionale in memoria delle vittime delle mafie promossa proprio da Libera. “Napoli è una città forte e amara, con tanti problemi ma generosa e coraggiosa e non saranno pochi gruppi criminali a metterla in ginocchio. Diamoci da fare tutti insieme. E cerchiamo di ricevere una ‘pedata’ da qualcuno che è in alto. Forse – ha concluso don Ciotti – San Gennaro ci può essere di aiuto…”.
E di Napoli ha anche parlato il primo cittadino partenopeo Rosa russo Iervolino che ha auspicato che il lungomare di Napoli, sul quale domani sfileranno migliaia di persone diventi “per sempre un emblema della volontà di questa città ad essere civile. Una città che rifiuti la sopraffazione e che stia dalla parte della giustizia e della legalità. La camorra – ha detto ai giornalisti il sindaco – è frutto di violenza, ma prolifera in un mondo dove miseria e povertà sono purtroppo ampie, se fossimo a Trento o a Trieste la situazione sarebbe molto più facile. Non è che i napoletani sono più malavitosi di altre popolazioni ci sono qui – ha concluso – situazioni più povere e più disperate.
Fonte (Apcom)