Papa Francesco nel suo Messaggio afferma che “il servizio della Chiesa ai malati e a coloro che se ne prendono cura deve continuare con sempre rinnovato vigore, in fedeltà al mandato del Signore (cfr Lc 9,2-6; Mt 10,1-8; Mc 6,7-13) e seguendo l’esempio molto eloquente del suo Fondatore e Maestro. Pertanto, medici e infermieri, sacerdoti, consacrati e volontari, familiari e tutti coloro che si impegnano nella cura dei malati, partecipano a questa missione ecclesiale. E’ una responsabilità condivisa che arricchisce il valore del servizio quotidiano di ciascuno”.
Nello spirito della Giornata del Malato, il Cardinale Crescenzio Sepe si recherà in visita agli ammalati di alcuni Reparti dell’ Ospedale Monaldi, giovedì 8 febbraio, alle ore 10.
Analogamente, il Vescovo Ausiliare Mons. Lucio Lemmo si recherà all’ Ospedale Santobono alle ore 11, e il Vescovo Ausiliare Mons. Gennaro Acampa si recherà all’ Ospedale degli Incurabili venerdì 9 febbraio, alle ore 10
Sabato 10 febbraio alle ore 18 ci sarà la Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe nella Basilica del Buonconsiglio (Tempio di Capodimonte) cui sono invitati i Cappellani Ospedalieri, le Autorità e gli Operatori Sanitari, le Associazioni di Volontariato e degli Ammalati e quanti hanno a cuore le problematiche relative al mondo della sanità.
Dal Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale del Malato 2018:
“A Maria, Madre della tenerezza, vogliamo affidare tutti i malati nel corpo e nello spirito, perché li sostenga nella speranza. A lei chiediamo pure di aiutarci ad essere accoglienti verso i fratelli infermi. La Chiesa sa di avere bisogno di una grazia speciale per poter essere all’altezza del suo servizio evangelico di cura per i malati. Perciò la preghiera alla Madre del Signore ci veda tutti uniti in una insistente supplica, perché ogni membro della Chiesa viva con amore la vocazione al servizio della vita e della salute. La Vergine Maria interceda per questa XXVI Giornata Mondiale del Malato; aiuti le persone ammalate a vivere la propria sofferenza in comunione con il Signore Gesù, e sostenga coloro che di essi si prendono cura”.