Educare alla Responsabilità

Primo Dialogo con la Città

26 novembre
Istituto Pimentel Fonseca
EDUCARE ALLA RESPONSABILITÀ Illustri dirigenti scolastici e docenti,
rivolgo a tutti il mio saluto di pastore della Chiesa di Napoli, ben consapevole di condividere con ciascuno di voi la responsabilità educativa in questo tempo difficile.1. Non è un caso se il papa emerito Benedetto XVI, qualche anno fa, ha avvertito l’urgenza di affrontare con decisione la sfida più importante che ci pone questo nostro contesto: quella educativa. Su tale scia, insieme ai miei confratelli vescovi d’Italia, abbiamo voluto dedicare particolare rilievo all’educazione nel decennio 2010-2020. Da qui sono nati gli Orientamenti pastorali che portano il titolo Educare alla vita buona del Vangelo.
Nonostante possano esserci differenze di orientamento culturale esistenti tra noi, non si può negare che il Vangelo proponga valori condivisibili da ognuno, tra cui la solidarietà, il bene comune, la fratellanza tra popoli, culture e religioni diverse, il rispetto della dignità umana, l’onestà… Si tratta di valori che occorre riscoprire e testimoniare in quanto adulti per presentarli in maniera convincente e coerente alle generazioni che saranno il futuro della nostra nazione.2. Sono convinto, però, che non sia possibile educare a questi valori considerandoli separatamente se non si trova quel comune denominatore che, secondo me, può essere riassunto nella parola “responsabilità”. Educare alla responsabilità – come ricordo nella mia recente Lettera pastorale – è senz’altro molto complicato, ma è l’unico modo per aiutare le generazioni affidateci affinché si preparino a farsi carico di guidare la società. Esse, infatti, dovranno “rispondere” alle sfide che la storia, il progresso tecnico-scientifico e le trasformazioni sociali porranno loro in misura sempre crescente.
È un’arte che s’impara con fatica quella del “saper rispondere”! «È una gioia saper dare una risposta; una parola detta al momento giusto è gradita!», afferma il libro dei Proverbi, al capitolo 15. E poco dopo aggiunge: «La mente del giusto riflette prima di rispondere, ma la bocca dei malvagi esprime cattiveria». Gli antichi sapienti d’Israele sapevano già quanto fosse difficile educare i giovani di ogni epoca ad assumersi le responsabilità, perché così era accaduto a loro stessi.
Giunge, comunque, un momento nella vita in cui bisogna prenderne le redini con decisione e occorrerà dimostrare di che pasta si è fatti! Sarà solo allora che sovvertiremo realmente ciò che Seneca scriveva a Lucilio. Il filosofo, con una vena di pessimismo verso l’insegnamento, diceva: «Non vitae sed scholae discimus». Questa frase, con più ottimismo, è stata cambiata nel motto: «Non scholae sed vitae discimus». Ciò che la scuola avrà insegnato, sostenendo le famiglie a far crescere le giovani generazioni nella responsabilità, si rivelerà utile per contribuire a migliorare il mondo e a raccogliere la sfida della speranza.3. Con il pensiero rivolto alla speranza che deve animare il nostro comune sforzo di “testimoniare” la responsabilità come valore positivo e costruttivo, desidero porgervi il mio augurio per il Natale, benché manchino ancora alcune settimane. Proprio dal Natale ci giunge un messaggio che invita alla responsabilità: quel Bambino ci interpella e ci chiede di essere accolto, soprattutto quando ha il volto del bambino o dell’adolescente con problemi familiari, oppure proveniente da una famiglia di immigrati, quando è diversamente abile oppure è semplicemente disorientato e smarrito…
Auguri e con responsabilità solidale moltiplichiamo il nostro impegno affinché la scuola sia sempre più occasione di promozione e di sincera integrazione!

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