Fonte che trabocca e si dona a tutti gli uomini

Fratelli e Sorelle, inizia la santa e spirituale Quaresima, stagione liturgica che ci apre ad accogliere il dono della misericordia che ci rigenera a vita nuova nella morte e nella risurrezione del Signore. Anche noi, come la Samaritana al pozzo, chiederemo l’acqua della vita: «Signore, dammi di quest’acqua, perché io non abbia più sete» (Gv 4, 15). Presso il pozzo, metafora della vita, incontriamo il Signore che scava nelle profondità dell’esistenza umana per estinguere la nostra arsura. In questo incontro scopriamo che il Signore è insieme il pozzo e la fonte. Origene, giustamente dice che il Signore è «il pozzo perché con Lui si tocca la profondità del mistero; fonte, che trabocca e si dona a tutti gli uomini».
 Anche noi quando ci lasciamo incontrare dal Signore, quando cioè siamo fedeli e puntuali ai suoi appuntamenti, siamo insieme pozzo e fonte; pozzo perché Lui ci dona il coraggio di guardarci dentro con lucidità sino alla meta della conversione del cuore;fonte, nel momento in cui la nostra vita annunzia e celebra la misericordia di Dio. La Quaresima è iltempo proprio per scoprire che il Signore non è solo pozzo e fonte, ma Lui è la stessa sorgente dell’acqua che disseta per sempre: «Chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno» (Gv 4, 13). Quest’acqua, portatrice di vita, trasfigura il cuore, lo sottrae dall’aridità irrigandolo con il dono della rugiada. Per i Maestri di Israele la rugiada rimanda alla misericordia di Dio per Israele: «Sarò come la rugiada per Israele» (Os 6, 142); per i Padri della Chiesa è l’azione-presenza dello Spirito Santo nel cuore dei fedeli. La rugiada, dunque, è l’Acqua che viene dal cielo e che cura e risana i nostri cuori. Il tempo di Quaresima è tempo battesimale.Siamonati attraversole acquedelparto e siamo rinati alla grazia attraverso le acque del Battesimo. Partecipi del mistero pasquale,l’acquabattesimale è statapernoi vita e tomba nello stesso tempo. Siamo morti con Cristo nella tomba d’acqua, per rinascere nell’emersione per una vita nuova. Questa stagione liturgica è anche segnata dalla penitenza nel segno dell’acqua. Difatti, il Battesimo è stata la nostra prima penitenza nelle acque battesimali; la seconda penitenza è il sacramento della Riconciliazione che avviene nel lavacro delle lacrime, del pentimento e del perdono (Sant’Ambrogio). Come vivremo questo tempo di misericordia? Il Vangelo sarà la lampada che illuminerà il nostro cammino incontro alla Pasqua.
L’impegno pastorale, che da anni guida il cammino della nostra Chiesa diocesana è la riscoperta delle sette opere di misericordia corporali e spirituali.Inrealtà le opere dimisericordia costituiscono la sintesi del Vangelo della carità e della solidarietà e, nello stesso tempo, sono piste luminose che rendono credibile la nostra azione evangelizzatrice. Difatti l’evangelizzazione senza la carità operosa, privata dell’impegno sociale a partire dalla Parola di Dio, è soltanto annunzio ideologico e non salvifico. La Quaresima è un invito pressante a svegliare le Città della nostraDiocesi perché a tutti è rivolto l’appello a donare l’acqua viva che zampilla nel nostro cuore, dissetare quanti sono inariditi dalle vicende tristi della vita, disporre le coscienze ad accogliere la rugiada dello Spirito, portatrice di frutti abbondanti. Fratelli e Sorelle, è urgente in quest’Anno Santo della Misericordia, gridare forte il nostro dolore e la nostra tristezza per il mare di sangue che scorre per le nostre strade. Molti uccisi sono giovaniincappatinellemanideiladroni.È una pena infinita che porto nel cuore come Padre e Pastore della Chiesa di Napoli. Con il profeta Ezechiele anch’io grido: «Basta con le violenze e le rapine! Eliminate le vostre estorsioni dal mio popolo» (45, 9).
L’imperativo che viene dalla Quaresima non ci troverà inerti e indifferenti; noi abbiamo la speranza certa che il Crocifisso-Risorto trasforma i cuori nella misura in cui troverà nelle nostre comunità uomini e donne disposti a portare l’acqua della misericordia e del perdono nei quartieri, nelle contrade, nelle strade e nelle case delle nostre Città. L’acqua che ho versato sui gradoni della Cattedrale a conclusione della solenne apertura diocesana della Porta della Misericordia, raggiunga tutti, sommerga tutti, rinnovi tutti perché, dovunque arrivi, segnil’inizio della vita nuova e inaugurila rinascita delle nostre Città. Ci aiuti la Madonna Santa, Madre e Regina di misericordia, ad essere misericordiosi come il Padre nostro celeste. A tutti auguro una gioiosa Pasqua e tutti benedico nel Signore.
 
+ Crescenzio Card. Sepe 
Arcivescovo Metropolita di Napoli
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