Giovedì Santo – Messa in Cena Domini

-in allegato l'Omelia del Cardinale Sepe

Cari Fratelli e Sorelle, in questa solenne celebrazione Eucaristica del Giovedì Santo ci incontriamo con tre doni offertici dal Signore: l’istituzione dell’Eucaristia, il dono del Sacerdozio ministeriale e il comandamento nuovo dell’amore vicendevole. Questo rito commemora e ci fa rivivere il clima del Cenacolo e vuole essere segno della nostra totale adesione a Colui che è rimasto presente in mezzo a noi per sempre, fino alla fine dei tempi.
Il libro dell’Esodo (I lettura) ci ha narrato come iniziò la tradizione del banchetto dell’agnello pasquale. Era il segno memoriale del passaggio dalla schiavitù alla libertà per l’antico Israele salvato dal Dio, che si rivelò come unico Signore.
Nella seconda lettura, S. Paolo ci racconta i gesti e le parole di Gesù nell’ultima cena. Il vero agnello sacrificato non è quello della pasqua ebraica, ma Gesù immolatosi e fattosi cibo per noi. Con la sua morte,  il Signore ha stipulato l’alleanza definitiva di amore con Dio.

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