E Pasqua. Cristo è risorto. Una verità sconvolgente che, duemila anni fa, ha fatto rinascere a vita nuova lumanità intera e che continua a interrogarci come cristiani e come cittadini di questo mondo, perché dobbiamo sentirci tutti sempre in cammino alla ricerca della verità, come ci ha ricordato Papa Francesco nella sua Visita a Napoli il 21 marzo scorso.
Era vitale per Napoli e la sua chiesa una rivisitazione nel segno di Francesco. Al Papa abbiamo solo indicato i luoghi delle pagine di Vangelo che poteva sfogliare per noi. Ci siamo cosi trovati alla sua sequela, da Scampia sino al Lungomare, dopo avergli dato anche l’inchiostro per scrivere un’autentica enciclica del cuore su Napoli. A ogni passo Papa Francesco ha mostrato di non essere estraneo alla Città. Visibilmente, a ogni passo crescevano anche l’amore e finanche lo stupore per un incontro che è sembrato subito una storia misteriosamente già vissuta e soprattutto una storia aperta al futuro. Il Pontefice è venuto a portarci il suo amore, ma Napoli ha fatto la sua parte e da qui nasce il mio grazie alla Città o meglio il grazie di tutta la chiesa locale, per tutto ciò che è stato possibile vivere in un giorno fatto di un’attesa fervente e composta ma anche di un dopo che abbiamo appena iniziato a vivere. E’ un grazie senza misura, quello che esce dal mio cuore di Pastore. Papa Francesco ci ha consentito di vedere e ammirare una Città che sa indossare con naturalezza e a pieno titolo il vestito a festa. In un giorno del tutto unico Napoli ha fatto vedere al mondo che, quando viene posta di fronte alle sfide, per essa anche la straordinarietà diventa ordinaria e parte della sua storia.E la visita di Papa Francesco è stata proprio una grande ma anche bella ed emozionante sfida, per la Chiesa e per tutte le componenti di una Città sulla quale sono sempre accesi riflettori che, quasi mai, riescono a staccarsi dai suoi angoli oscuri. Ma ora é tempo di volgere lo sguardo in direzione dei tanti “grazie” che la Citta’ ha saputo attirare non solo sui suoi valori e la sua dignità’, ma anche sulla capacità concreta di proporsi come comunità efficiente e matura, in grado di fare sistema in direzione di quel bene comune che, si é visto, non rappresenta un miraggio perché essa ha risposto alla grande, ha funzionato ed è stata all’altezza della grande sfida, in ogni suo componente. Non era un traguardo facile per la varietà’ e la complessità’ dei temi che la visita ha passato in rassegna e per questo nessun grazie resterà’ fuori dal mio cuore, perché questi grazie sono diventati patrimonio prezioso della nostra chiesa e della nostra amata Città. E’ da essi che occorre ripartire per dare un senso ancora più compiuto ad una visita che non si e’ conclusa, ma è ancora tutta da vivere, partendo proprio dalla riscoperta del mistero della Pasqua di Risurrezione, che deve essere cambiamento, rinascita morale e sociale, riscatto, futuro. E questo il senso degli auguri che oggi, anche nel segno dellincontro con Papa Francesco, rivolgo a tutti giovani, donne, lavoratori, disoccupati, ammalati, anziani, bambini, famiglie perché Cristo Risorto cambi le nostre coscienze, la nostra vita.