Ci sono eventi che più di ogni altra cosa riescono ad unire persone apparentemente lontane, eventi che creano una empatia che va oltre ogni differenza. E lunedì 26 giugno, l’ultimo saluto a S.E. mons. Filippo Strofaldi, Vescovo emerito di Ischia, rientra in questa categoria.
Persone provenienti da ogni comune dell’isola si sono dirette alla Cattedrale di Ischia Ponte, assieme a moltissime altre che, per l’occasione, erano giunte da Napoli. Giovani, bambini, adulti, tutti stretti, fianco a fianco, in una chiesa gremita per l’ultimo saluto ad uno degli uomini più amati dell’isola.
La scelta di celebrare la messa all’interno ha di certo reso lo spazio fruibile più limitato, ma la predisposizione del maxischermo nella vicina chiesa dello Spirito Santo ha reso possibile a tutti la partecipazione al rito. Un corteo di auto delle forze dell’ordine e militari in alta uniforme punteggiavano il corso di Ischia Ponte, per andarsi poi a concentrare nello spazio esterno della Cattedrale, formando un solenne cordolo.
Un fragoroso e sentito applauso ha accompagnato le parole del Vescovo di Ischia S.E. mons. Pietro Lagnese che precedevano la chiusura del feretro, con una benedizione che ha colpito dritto al cuore i tanti presenti. Facendosi largo a fatica tra le navate della Cattedrale, il corteo formato dai Vescovi campani ha fatto il suo ingresso in chiesa, giungendo, commosso e solenne, all’altare maggiore. La Santa Messa funebre è stata presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe. I due concelebranti principali. Mons. Lagnese e S.E. mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, e amici fraterno di Padre Filippo.
«Siamo qui – ha esordito il Cardinale Sepe nell’omelia – perché vogliamo esprimere riconoscenza al Signore per il doni della vita di quest’uomo, sacerdote e vescovo, che ha lasciato a tutti noi una straordinaria eredità: la profondità della sua fedeltà a Cristo». E ha poi ricordato i sentimenti di bontà, umiltà, semplicità, simpatia «che sprigionava dal suo cuore innamorato di Cristo, con una tensione spirituale formidabile».
Mons. Strofaldi è tornato alla Casa del Padre alle ore 5.06 del 24 giugno, Festa di san Bartolomeo, dopo aver ricevuto con piena lucidità e serenità i sacramenti, accompagnato dal Vescovo Lagnese e dalla consacrata Sheeba, che con totale dedizione si è presa cura di lui nei lunghi mesi della malattia a Villa Joseph. Ordinato presbitero il 19 luglio 1964, ricoprì vari incarichi a Napoli: Vice-rettore del Seminario teologico, Rettore del Seminario minore, parroco di Nostra Signora del Sacro Cuore al Vomero,Vicario episcopale dell’allora VII zona pastorale e coordinatore del “Sinodo dei giovani”. Il 25 novembre 1997 fu eletto Vescovo di Ischia e ricevette la consacrazione episcopale il 6 gennaio 1998 Basilica di San Pietro da papa Giovanni Paolo II, che riuscì a portare sull’isola nel 2002.
«Come Paolo, ha compiuto la sua corsa – ha ricordato ancora l’Arcivescovo di Napoli – e davanti alla sua vita mi sono chiesto: cosa mi ha lasciato quest’amico?».
«È stato il più grande amico dei giovani – ha proseguito Sepe -, il “Vescovo della chitarra”, che ha incarnato la sua evangelizzazione attraverso i giovani usando il loro linguaggio.
E la chitarra era per lui uno strumento per dialogare, conoscere, comunicare.
Ma avevo anche un grande amore per il clero e in questo ambito ha dato molto della sua esperienza e spiritualità non solo alla nostra Campania ma anche come membro della commissione per i preti della Cei». E ha ricordato che Padre Filippo è stato accolto nella “Casa del clero” proprio perché voleva stare con i sacerdoti. Il Porporato ha poi ricordato un terzo aspetto della vita di Strofaldi: «Amava i poveri e viveva da povero – ha detto -, andando incontro alle esigenze della gente semplice ed emarginata». Attraverso queste tre caratteristiche, ha concluso Sepe, «Padre Filippo ha vissuto, concretizzato, incarnato il Concilio che ci ha fatto scoprire la Chiesa povera che vuol mostrare la bontà, la misericordia e la carità di Cristo».
Al termine della celebrazione, immediatamente prima del rito funebre e della tumulazione nella stessa cattedrale di Santa Restituta, per espressa volontà di mons.
Strofaldi, Bruno Forte ha ricordato la sua personale esperienza di vita con Strofaldi, che ha avuto la sua eco più grande nell’esperienza della fraternità sacerdotale alla Cappella della Riconciliazione: «furono anni bellissimi, duranti i quali innumerevoli storie incrociarono le nostre e tanti cammini si aprirono. Era lui il motore di tutto, strumento e riflesso dell’anima di ogni missione di Chiesa e di Vangelo».
Era impossibile non incrociare gli occhi lucidi e arrossati di un conoscente o di un amico che, avendo un ricordo personale di Padre Filippo, non ha rinunciato ad essere presente. Una dimostrazione d’amore forte e concreta per un uomo che ha scritto alcune pagine importanti della storia di Ischia e della nostra Chiesa napoletana isola e nei cuori di molte persone.
«Facciamo tesoro di questa spiritualità sacerdotale – ha esortato il Cardinale -, figura autentica, vera, trasparente di Cristo sacerdote, buon pastore. Adesso è nel cammino eterno della gloria del signore. “Canta e cammina”: Padre Filippo ha camminato sempre nella strada dell’amore e ha cantato l’amore di Cristo, ora lui cammina in Paradiso e canta la liturgia celeste».