«Se è vero che Napoli è ricca di una storia plurisecolare, che ha visto fiorire diverse culture che il mondo ha ammirato, è anche vero che assieme a questa eredità sono presenti gravi problemi e pericoli che minacciano la pacifica convivenza e l’ordinato vivere civile». Parole profetiche quelle del Cardinale Crescenzio Sepe al suo ingresso nella Diocesi di Napoli che definiscono il suo agire pastorale: attenzione all’uomo e alle sue attese.
Da quel primo luglio 2006 poveri, giovani, ammalati, bambini sono il segno incarnato di una Chiesa in uscita che fa della strada il simbolo della presenza di Dio tra gli uomini.
Proviamo a rileggere, sia pure nella difficoltà di sintetizzare questi dieci anni, attraverso dieci porte: l’ingresso, la carità, i giovani, la città, San Gennaro, il Giubileo per Napoli e quello della Misericordia, i viaggi e i pellegrinaggi, le visite dei pontefici, i dialoghi e le lectio, i santi e i sacerdoti La carità: Sepe chiama, Napoli risponde.
La generosità dei napoletani non si fa attendere. Dieci anni di carità che hanno riacceso nel cuore di tante persone sole ed abbandonate la speranza di un futuro nuovo: dal Pausilipon al Santobono, dal Policlinico all’Annunziata, dalla Casa di Tonia alla Farmacia solidale, dai carcerati ai senza fissa dimora: un unico binario di solidarietà per il treno della carità.
I giovani: come un padre verso i figli, con la porta sempre aperta per dare la possibilità a chi è uscito di non provare imbarazzo nel rientrare; accorate esortazioni, mani strette, abbracci prolungati, sguardo di misericordia: non più coltelli, non più violenza, non più disoccupazione, ma riconciliazione, pace e formazione.
La città: inclusione, apertura e cultura, le direttrici sulle quali costruire la Napoli del domani, città non più incatenata dalla camorra assassina, ma liberata dall’impegno forte e generoso di tutti gli uomini di buona volontà.
San Gennaro: il sangue e la speranza, la vita e il futuro, la tradizione e il rinnovamento, la pietà popolare e la nuova evangelizzazione; il sangue e la speranza sul sagrato del mondo, per gridare a tutti che il bene vince il male e che la parola del futuro è riscatto.
Giubilei: dire, fare, costruire, riunire, condividere… giubilare. Da Napoli, per edificare il cuore degli uomini e arrivare al cuore di Dio. L’amore, così, trova concretezza nelle sette opere di misericordia: nelle fragilità e nei limiti il segno della liberazione.
Viaggi e pellegrinaggi: Napoli capitale, orizzonte aperto e vasto sulle necessità del mondo. Da Gerusalemme a Mosca, da Cipro alla Thailandia, da New York a Sarajevo, da Istanbul a Pechino. «Strada facendo» per ridare dignità ai dimenticati e invocare per tutti la pace.
I papi, l’ecumenismo e il dialogo: confermati nella fede, confermati nella storia. Ininterrotto e secolare itinerario di fede dei napoletani sotto il magistero dei pontefici: da Benedetto XVI a Francesco, per un cammino di unità e di impegno comune, anche con i fratelli e le sorelle delle altre confessioni cristiane e delle altre religioni, per la giustizia e la legalità.
Dialoghi con la città e Lectio divina: dialogo e preghiera, confronto e meditazione, dibattito e contemplazione.
Al centro i cittadini, per un patto nuovo: stringere alleanze di bene per un bene maggiore e dare un volto nuovo alla città.
I santi e i sacerdoti: Napoli, terra di santi, terra di sacerdoti veri, terra di uomini e donne di fede che sanno sporcarsi le mani per il Vangelo. Terra dal cuore buono, dal cuore di carne, dal cuore dove scorre il sangue e la speranza.
Terra viva che sa donare vita. Terra di comunione tra il Vescovo e i suoi presbiteri.
Dieci porte per esprimere la grande sfida di questi tempi difficili e complessi; una sfida che vuol essere augurio, preghiera, impegno: diventare santi, cioè diventare veri uomini, umanamente santi, uomini in pienezza, uomini fino in cima, come Gesù che è stato l’uomo più riuscito di ogni tempo.
Che il Signore risvegli nel cuore dell’intera famiglia diocesana, una decisa e piena conformazione a Cristo Gesù nel quale risplende l’immagine di Dio impressa nel cuore di ogni uomo.
E confortati interiormente da una speranza certa, audace e operosa, la Madonna accompagni e protegga sempre la nostra Chiesa.
Da quel primo luglio 2006 poveri, giovani, ammalati, bambini sono il segno incarnato di una Chiesa in uscita che fa della strada il simbolo della presenza di Dio tra gli uomini.
Proviamo a rileggere, sia pure nella difficoltà di sintetizzare questi dieci anni, attraverso dieci porte: l’ingresso, la carità, i giovani, la città, San Gennaro, il Giubileo per Napoli e quello della Misericordia, i viaggi e i pellegrinaggi, le visite dei pontefici, i dialoghi e le lectio, i santi e i sacerdoti La carità: Sepe chiama, Napoli risponde.
La generosità dei napoletani non si fa attendere. Dieci anni di carità che hanno riacceso nel cuore di tante persone sole ed abbandonate la speranza di un futuro nuovo: dal Pausilipon al Santobono, dal Policlinico all’Annunziata, dalla Casa di Tonia alla Farmacia solidale, dai carcerati ai senza fissa dimora: un unico binario di solidarietà per il treno della carità.
I giovani: come un padre verso i figli, con la porta sempre aperta per dare la possibilità a chi è uscito di non provare imbarazzo nel rientrare; accorate esortazioni, mani strette, abbracci prolungati, sguardo di misericordia: non più coltelli, non più violenza, non più disoccupazione, ma riconciliazione, pace e formazione.
La città: inclusione, apertura e cultura, le direttrici sulle quali costruire la Napoli del domani, città non più incatenata dalla camorra assassina, ma liberata dall’impegno forte e generoso di tutti gli uomini di buona volontà.
San Gennaro: il sangue e la speranza, la vita e il futuro, la tradizione e il rinnovamento, la pietà popolare e la nuova evangelizzazione; il sangue e la speranza sul sagrato del mondo, per gridare a tutti che il bene vince il male e che la parola del futuro è riscatto.
Giubilei: dire, fare, costruire, riunire, condividere… giubilare. Da Napoli, per edificare il cuore degli uomini e arrivare al cuore di Dio. L’amore, così, trova concretezza nelle sette opere di misericordia: nelle fragilità e nei limiti il segno della liberazione.
Viaggi e pellegrinaggi: Napoli capitale, orizzonte aperto e vasto sulle necessità del mondo. Da Gerusalemme a Mosca, da Cipro alla Thailandia, da New York a Sarajevo, da Istanbul a Pechino. «Strada facendo» per ridare dignità ai dimenticati e invocare per tutti la pace.
I papi, l’ecumenismo e il dialogo: confermati nella fede, confermati nella storia. Ininterrotto e secolare itinerario di fede dei napoletani sotto il magistero dei pontefici: da Benedetto XVI a Francesco, per un cammino di unità e di impegno comune, anche con i fratelli e le sorelle delle altre confessioni cristiane e delle altre religioni, per la giustizia e la legalità.
Dialoghi con la città e Lectio divina: dialogo e preghiera, confronto e meditazione, dibattito e contemplazione.
Al centro i cittadini, per un patto nuovo: stringere alleanze di bene per un bene maggiore e dare un volto nuovo alla città.
I santi e i sacerdoti: Napoli, terra di santi, terra di sacerdoti veri, terra di uomini e donne di fede che sanno sporcarsi le mani per il Vangelo. Terra dal cuore buono, dal cuore di carne, dal cuore dove scorre il sangue e la speranza.
Terra viva che sa donare vita. Terra di comunione tra il Vescovo e i suoi presbiteri.
Dieci porte per esprimere la grande sfida di questi tempi difficili e complessi; una sfida che vuol essere augurio, preghiera, impegno: diventare santi, cioè diventare veri uomini, umanamente santi, uomini in pienezza, uomini fino in cima, come Gesù che è stato l’uomo più riuscito di ogni tempo.
Che il Signore risvegli nel cuore dell’intera famiglia diocesana, una decisa e piena conformazione a Cristo Gesù nel quale risplende l’immagine di Dio impressa nel cuore di ogni uomo.
E confortati interiormente da una speranza certa, audace e operosa, la Madonna accompagni e protegga sempre la nostra Chiesa.