C’erano una volta i classici fioretti quaresimali: non mangiare i cioccolatini, rinunciare a un giocattolo, o per i più grandi accantonare le sigarette o la pietanza preferita. Dire «no» a piccoli piaceri, quindi, mettendo da parte i risparmi equivalenti da devolvere ai poveri. Unascesi ormai sorpassata nel terzo millennio? E, ancora, i fioretti potrebbero correre il rischio di derive velatamente masochistiche? Abbiamo chiesto a teologi e religiosi, scrittori e psicoterapeuti, di declinarli in chiave contemporanea. «Mi sembra che ogni pratica religiosa meriti rispetto: dai digiuni, alle astinenze, ai voti. Comportano una disciplina che radica una persona al suolo, la fortifica pure in mezzo alla baldoria generale di chi se ne infischia», confida lo scrittore Erri De Luca. È come se, per vie profonde, lascesi riportasse a un genuino confronto con se stessi: «Cè una solitudine necessaria nella vita di ognuno, che va coltivata, non scartata come disturbo del comportamento», commenta, dicendo anche il suo
prezzamento per «il valore simbolico dei gesti religiosi».