I giovani debbono farsi soggetti politici e guardare con simpatia e interesse alla politica che non è cosa astratta o ripugnante, bensì è scelta, è condivisione, è mediazione, é servizio, è governo degli interessi generali, è costruzione del bene comune, è strumento di crescita civile.
E questo linvito forte che, attraverso il settimanale diocesano Nuova Stagione diretto da Enzo Piscopo, rivolge ai giovani il Cardinale Crescenzio Sepe, il quale così prosegue: Non bisogna tenersi lontani dalla politica, ma occorre lasciarsi contaminare e soprattutto occorre difenderla dagli assalti dei facinorosi e dei mestieranti, impegnandosi seriamente a praticarla con la passione, lentusiasmo e la capacità intuitiva propria delletà giovanile.
Capisco la delusione e la sfiducia che talvolta si provano, ma non per questo si deve generalizzare nei giudizi negativi, né si può motivare il proprio disimpegno. In tale ottica, la Chiesa di Napoli ha avviato percorsi di educazione e formazione politica, per affermare il valore, il gusto, la serietà e la necessità della politica.
Obiettivo ultimo è quello di avere, attraverso limpegno dei giovani, una nuova classe dirigente che sappia costruire una società diversa, fondata sulla giustizia e, quindi, sul rispetto dei diritti, primi fra tutti il diritto al lavoro e il diritto ad una migliore qualità di vita.
LArcivescovo di Napoli inizia il suo editoriale richiamando alle domande di futuro e ai tanti interrogativi preoccupanti e preoccupati, angosciosi e angoscianti che, a tale proposito, ci sentiamo rivolgere dai giovani, dai loro genitori, dalle loro famiglie. Di fronte a queste domande, assolutamente legittime, che interpellano la coscienza di tutti, si resta interdetti, silenziosi e talvolta incapaci anche di una benché minima risposta o previsione.
La Chiesa ha sottolineato- anche se non ha competenze dirette per costruire percorsi e soluzioni, non resta né indifferente, né silenziosa, anzi se ne fa carico e se ne fa portavoce, nel segno di quelletica della responsabilità che deve caratterizzare lagire di tutti, in ragione del ruolo proprio di ciascuno.
Del resto, non si può essere sordi dinanzi ai bisogni, alle esigenze e alle attese dei più, di fronte alla crisi economica che investe tante famiglie e che troppo spesso diventa anche crisi morale per ragioni oggettive benché non giustificative.
Saremo tutti responsabili se non sapremo ascoltare il grido dallarme che si leva dal cuore della gente e se non riusciamo a far prevalere linteresse verso il bene comune, determinando così il degrado del tessuto civile e morale.
Ecco il senso profondo e autentico della presenza della Chiesa di Napoli nella comunità umana. Dobbiamo farci cioè cittadini attivi per condividere un percorso e un messaggio di speranza, per parlare ai giovani e con i giovani interloquire con la politica e con le istituzioni su un futuro che non può essere soltanto di pochi e che non è astratto né lontano. Il futuro, infatti, non è da venire perché è già oggi ed è dato dalla presenza proprio dei giovani e dal dovere per tutti di costruirlo a partire da subito per i giovani e con i giovani.