I Giovani di Napoli in partenza per Sidney


Le testimonianze e le attese di alcuni giovani che partecipano alla Gmg

L’ideale del sogno

«Siamo pronti a partire, siamo pronti a cercare e a incontrare Gesù Cristo negli occhi e nel sorriso di tanti altri giovani che conosceremo a Sydney. Vogliamo fare unità attorno al Papa». Sono le parole di don Mimmo Garritani, uno dei sei sacerdoti che accompagano il gruppo dei “napoletani” alla Gmg australiana. Assaporare una cultura diversa, visitare la città e l’incontro quasi intimo, dedicato espressamente ai giovani, con Benedetto XVI: questi gli ingredienti che rendono l’appuntamento di Sydney un evento unico e irripetibile. «è un’occasione importante per noi giovani – dice Eleonora, della équipe diocesana di Pastorale giovanile -, per i momenti di condivisione e di crescita che vivremoi insieme a tanti altri giovani provenienti da tutto il mondo. Sono convinta che grazie a questi giorni il gruppo partito da Napoli riuscirà a mantenersi unito anche dopo questa esperienza e a continuare il cammino insieme».
Arcangelo, della Parrocchia Regina Paradisi di Napoli ci racconta cosa lascia qui: «non è difficile vedere certe forme di egoismo e di dissociazione fra i ragazzi e il fatto che Dio non vive più nella loro vita». Ed è pronto, con entusiasmo e passione, a buttarsi a capo fitto in quest’avventura: «spero di trovare nel volto di tanti ragazzi la presenza del Signore vivo per poter raccontare al ritorno la bellezza e la grandezza di questa esperienza». Giuseppe, della Parrocchia SS. Trinità di Torre Annunziata, aggiunge: «La Gmg è un’opportunità unica ed irripetibile per ritrovare il valore dei nostri ideali e, soprattutto, per riconquistare l’ideale del sogno che non dovrebbe mancare mai ad ogni cristiano. Mi aspetto, pertanto, un grande momento di crescita umana e spirituale».
A loro e a tutti gli altri l’Arcivescovo, memore delle parole pronunciare da Benedetto XVI durante l’Agorà dello scorso settembre a Loreto, ha consegnato un mandato: «Andare come testimoni e tornare come testimoni per raccontare, a Napoli e in tutti i Comuni della Diocesi, quello che si è vissuto e l’incontro con il Signore, con la speranza certa che ognuno possa vivere il pellegrinaggio come una nuova Pentecoste e che lo Spirito Santo riporti trasformato ciascuno nella propria casa».

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