Il Cardinale Crescenzio Sepe, che ha presieduto il 13 maggio l’assemblea della Conferenza Episcopale Campana, manda ai sacerdoti una lettera di accompagnamento al Messaggio dei Vescovi:
Napoli, 15 Maggio 2020
Carissimi Sacerdoti,
come già sapete, mercoledì 13 maggio si è tenuta, presso il Santuario di Pompei, la riunione della Conferenza Episcopale della Campania per approfondire e calare nel contesto ecclesiale e sociale della regione il contenuto del Protocollo sottoscritto dalla CEI e dal Governo Italiano per la graduale ripresa delle celebrazioni liturgiche.
Allego, pertanto, alla presente il documento della CEC, che riporta anche le linee unitarie per le Diocesi della Campania.
Allego, altresì, la nota del Ministero dell’Interno, approvata dalla CEI,(testo qui: Graduale ripresa celebrazioni, Ministero Interno) che fissa in 200 il numero massimo delle persone che partecipano a celebrazioni all’interno dei luoghi di culto, mentre detto numero non deve andare oltre le 1000 persone nelle celebrazioni all’aperto.
Nel pregarVi fermamente di osservare scrupolosamente tutte le regole fissate, con particolare cura anche delle distanze interpersonali e delle altre misure già note,
Vi invito a farmi pervenire eventuali Vostre richieste di ulteriore chiarimento.
Vi saluto fraternamente in Cristo, benedicendoVi nel nome del Signore.
+ Crescenzio Cardinale Sepe
Ecco il testo integrale del Messaggio dei Vescovi campani. In allegato anche il formato pdf ( CEC-messaggio-sacerdoti )
Carissimi sacerdoti,
nei giorni difficili che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo, noi, vescovi della Campania,
sentiamo anzitutto il bisogno di rivolgere un pensiero particolare a voi per la bella testimonianza di
fede e di carità che state offrendo ai fedeli delle nostre parrocchie. Vi ringraziamo, vi apprezziamo
perché siete vicini alla gente, a tante persone e famiglie esposte alla perdita di certezze lavorative,
economiche e sanitarie. «Cari sacerdoti, se la Chiesa in Italia ha sempre il respiro del popolo, molto
si deve ai suoi preti, particolarmente in questo frangente così delicato» (Card. Bassetti). Grazie!
Un doveroso ringraziamento va anche alle Caritas diocesane e parrocchiali, ai tanti volontari
che in questo tempo stanno scrivendo pagine di silenziosa e discreta solidarietà. Affrontando anche
situazioni di pericolo, sono stati e sono i veri “santi della porta accanto”. Grazie ai tanti volontari che
sostengono l’impegno dell’accoglienza, del “prendersi cura del prossimo” nei tanti centri di ascolto
della Caritas. Grazie! Siete l’immagine viva del buon samaritano e contribuite non poco a rendere
credibile la Chiesa. Non può mancare un ringraziamento particolarmente sentito ai medici e agli
operatori sanitari, come anche alle forze dell’ordine.
A tutti va il nostro pensiero paterno e l’incoraggiamento a perseverare nella comunione e nella
carità.
Carissimi,
mentre ci prepariamo alla ripresa delle celebrazioni nelle nostre comunità, non intendiamo
limitarci ad aspetti contingenti ma vogliamo offrire soprattutto una “lettura sapienziale” di quanto sta
avvenendo. “Lettura sapienziale” che ci aiuti a comprendere che cosa il Signore vuol farci capire in
questa situazione, come leggere questo tempo e soprattutto come ripensare l’azione pastorale alla luce
di questa emergenza sanitaria, dalla quale sia la società sia le nostre comunità cristiane usciranno con
un volto nuovo. Ci impegniamo a ritornare su quanto le nostre comunità hanno vissuto in questo tempo,
soprattutto sulle “buone prassi” maturate in questi mesi per ricavarne orientamenti per il futuro. Su
questa “lettura sapienziale” e sulla ricaduta pastorale di quanto sta avvenendo noi vescovi ci
impegniamo a riflettere di nuovo prossimamente per accompagnare le nostre comunità e aiutarle a
«leggere i segni dei tempi con gli occhi della fede, affinché la direzione di questo cambiamento risvegli
nuove e vecchie domande con le quali è giusto e necessario confrontarsi» (Papa Francesco).
Nello stesso tempo non ci sta a cuore solo la ripresa delle celebrazioni, quasi che la nostra
missione si esaurisca nella dimensione del culto. La missione della Chiesa non si esaurisce nelle
celebrazioni. Ci stanno a cuore anche i giovani e le famiglie, gli ammalati, gli anziani, i disoccupati, i
lavoratori, le categorie non protette, ci stanno a cuore i nostri fratelli migranti, impegnati nella filiera
agroalimentare, nell’edilizia, nella ristorazione; in questo momento ci stanno a cuore le scuole, tutte le
scuole (non possiamo infatti dimenticare le scuole paritarie e cattoliche, molte delle quali rischiano la
chiusura a seguito di questa crisi); ci stanno a cuore tutti quelli che subiscono le conseguenze di questa
emergenza.
Alcune linee unitarie per le Diocesi della Campania
Desideriamo ora offrirvi alcune linee a partire dal “Protocollo” riguardante “la graduale ripresa
delle celebrazioni liturgiche con il popolo”, siglato dal Governo e dalla Conferenza Episcopale Italiana.
Le disposizioni in esso contenute sono vincolanti per tutti. Pertanto, ne raccomandiamo l’osservanza
in tutte le sue parti, soprattutto nel rispetto delle prescrizioni sanitarie, quali ad esempio evitare
l’assembramento, rispettare la normativa sul distanziamento tra le persone e l’adozione dei dispositivi
di sicurezza.
Messa Crismale.
La CEI ha indicato, come orizzonte unitario, che la celebrazione avvenga nel Tempo pasquale,
entro l’ultima settimana. Poiché la Messa Crismale esprime l’unità di tutto il popolo di Dio, si
faccia in modo, nel rispetto delle prescrizioni, che ad essa partecipino i sacerdoti e alcuni
rappresentanti dei religiosi e dei laici. Nella Messa Crismale si preghi anche per i sacerdoti morti
in quest’epidemia.
Dal 18 maggio si riprendono le celebrazioni con il popolo. Come recita il Protocollo, la ripresa
delle celebrazioni liturgiche sia “graduale”, secondo le disponibilità e tenendo conto delle
eventuali difficoltà a “ripartire”. Raccomandiamo soprattutto molta prudenza e buon senso, in
quanto il rischio dei contagi è ancora presente.
Il Protocollo considera l’ipotesi di incrementare il numero delle celebrazioni liturgiche: noi
vescovi diciamo no ad una “proliferazione” del numero delle celebrazioni, sia per ragioni di
natura liturgica, sia per evitare una sorta di “meccanicizzazione”, sia per oggettive difficoltà
pratiche (igienizzazione dopo ogni messa e un tempo per l’areazione degli ambienti).
Si prenda in considerazione la possibilità di celebrazioni all’ aperto, assicurandone la dignità e
il rispetto della normativa sanitaria, o anche l’ipotesi di utilizzare un’area interna o esterna alla
chiesa che si può collegare via streaming con l’aula liturgica.
Si faccia un uso limitato di trasmissioni delle celebrazioni in modalità streaming per non
disperdere ulteriormente la partecipazione comunitaria: ci sta a cuore il senso della comunità,
reale e non virtuale. In tali celebrazioni si rispettino lo spirito e le norme della liturgia.
La celebrazione del sacramento della Confermazione e la celebrazione delle “Prime
Comunioni” sono rinviate fino a nuove disposizioni.
Per la celebrazione di Battesimo, Penitenza, Matrimonio, Unzione degli Infermi ed Esequie si
rimanda alle disposizioni già vigenti.
Processioni e feste patronali.
Disponiamo che Processioni e feste patronali, peraltro già non consentite dalle attuali
prescrizioni del Governo, siano sospese fino a nuove disposizioni. Rientrano in tale
provvedimento anche quelle manifestazioni che prevedano, pur senza il concorso di popolo, il
portare la statua del santo per le strade. Il divieto delle feste patronali è motivato anche dalla
drammatica crisi sociale seguita all’ emergenza sanitaria: non sarebbe tollerabile assistere a feste
utilizzando le offerte della gente mentre aumentano i poveri.
Carissimi sacerdoti,
grati per la vostra generosa testimonianza, vi rivolgiamo ancora una parola di incoraggiamento
a portare la gioia e il peso quotidiano della cura pastorale, resa più difficile in questo tempo di
emergenza. Vi diciamo: siate forti, sappiate che noi, vescovi e presbiteri, camminiamo insieme.
Pompei, 13 maggio 2020,
Memoria della Beata Vergine Maria di Fatima
I vescovi
della Conferenza Episcopale Campana