Alla fine del mese di maggio, dedicato a Maria Santissima, in continuità e nello spirito del Giubileo speciale per Napoli, abbiamo rinnovato l’Atto di affidamento della nostra Diocesi alla Vergine, Madre di Dio e Madre nostra, come già fatto l’anno scorso.
Nel cielo aperto dallo Spirito, Maria ci appare come stella del mattino che illumina e guida il nostro cammino per le strade difficili e spesso buie delle nostre città e dei nostri quartieri.
Abbiamo aperto le porte dei nostri cuori e ci siamo messi in cammino per incontrare, dialogare, collaborare con tutte le persone di buona volontà, anche se lontane. Ogni giorno scopriamo sempre più la profonda umanità della nostra gente, ricca di valori, desiderosa di un vero riscatto e pronta a dare corpo ai tanti segni di speranza contro i seminatori di violenza e sopraffazione.
Le numerose “giornate”, che hanno caratterizzato il pellegrinaggio giubilare, continuano ad animare e a dare concretezza all’attività pastorale e all’impegno sociale della nostra comunità ecclesiale, in nome di quel bene comune che guarda all’uomo e ad ogni uomo come fratello da amare e rispettare nella sua dignità e nei suoi diritti inalienabili, contro ogni forma di chiusura egoistica: sociale, politica, economica e intellettuale.
In questo impegno a dare continuità e applicazione dello spirito giubilare, non possiamo non affidarci a Colei che, dopo aver detto “sì” a Dio, è diventata l’icona di tutti coloro che, pellegrini nel tempo e nella storia, sono chiamati a portare a compimento il disegno di Dio nella propria vita e nella vita della comunità religiosa e civile dove sono stati posti dalla divina Provvidenza.
Maria, la primogenita della salvezza e madre dei redenti, ci precede e ci indica la strada della speranza insegnandoci ad accogliere il dono della vita e a generare Dio in noi e nell’intera famiglia umana. Lei, la Donna-Madre di quell’unico figlio, del Figlio di Dio, continua ad essere “genitrice di vita”, la Madre dei viventi.
A noi, Maria insegna la libertà di rispondere al disegno di Dio, di crescere secondo un personale progetto segnato dall’amore di quel Padre che ci ha chiamati all’esistenza e, nel Figlio Incarnato, ci ha indicato la strada da percorrere nel nostro pellegrinaggio terreno.
Col Giubileo, lo Spirito ci ha spinti ad andare “oltre”, a non fermarci davanti ai tanti problemi, al dolore, alla sofferenza della nostra gente; a non aver paura o scoraggiarci quando il male sembra dominare e determinare l’agire e il pensare di tanti. Maria, la donna del “sì”, ci insegna ad aver fiducia in Dio e negli uomini.
Ella, “porta del cielo”, ha aperto a Dio anche la porta del mondo, quella che Adamo ed Eva avevano chiuso col loro peccato. La sua obbedienza alla volontà divina ha aperto la vita di ciascuno di noi, e la stessa storia dell’umanità, alla presenza del Signore. Come Madre della speranza è diventata maestra di fede e scuola di fiducia, insegnandoci a percorrere il cammino che porta al suo Figlio, a compiere la sua volontà, che è il vero e supremo bene dell’uomo poiché ci dona la felicità ultima e definitiva.
La Vergine dell’ascolto, vera discepola del Figlio, ci sprona ad accogliere lo spirito del Giubileo, invitandoci a porci in atteggiamento di obbedienza, che è la dimostrazione concreta di un vero ascolto, e ad assumendoci la responsabilità personale di testimoniare a tutti l’amore di Dio.
Inabissata nell’amore divino, che è palpito di misericordia e di donazione, Maria è la Donna e la Madre dell’amore: nelle misteriose e inesplorate vie del suo cuore di madre, continua a passare l’amore di Dio, puro e libero da ogni egoismo; amore che si dona senza limiti e crea perennemente. Il Giubileo è stato, e deve continuare ad essere, un grido di amore per la nostra città e per la nostra Diocesi; un amore che la Chiesa di Napoli vuol vivere con sereno realismo, basato sulla fede e sulla speranza, facendo nostri gli avvenimenti e le vicende del nostro popolo, per vivere con lui e per lui le speranze, le gioie, ma anche le sofferenze e i dolori che quotidianamente lo caratterizzano.
Nella fuga nella notte, nella quotidianità silenziosa di Nazareth, costellata di sacrifici e rinunzie, nella “spada” predetta da Simeone, dov’è racchiuso il dolore e il male del mondo;
sul Calvario, dove la sua maternità si è tinta dei colori del sangue e si è appesantita del corpo morto del figlio, Maria è sempre la donna coraggiosa che, col grido del suo silenzio, ci apre alla certezza che il suo Figlio è risorto e vive in mezzo a noi e che, anche quando ci sentiamo sperduti nell’oscurità delle nostre notti quotidiane, c’è sempre una voce amica che ci è vicina, ci chiama e ci consola: è lo sguardo di Dio che si posa su ognuno di noi, ci dona la sua luce e ci accompagna lungo tutto il cammino della nostra esistenza terrena, infondendoci speranza e la consapevolezza che siamo condotti per mano da una Madre che ci ama e che ci assicura che l’amore di Dio non si ferma mai e cammina con noi: come il Figlio intercede per noi presso il Padre, così la Madre intercede per noi presso il Figlio.
Maria nella sua vita ha percorso tante strade che maternamente ci indica; tra queste, c’è anche la strada del Giubileo, che vogliamo continuare a percorrere, guidati da Lei, per rispondere all’invito rivoltoci dal Signore, con la voce dello Spirito. Per questo, ci affidiamo tutti a Lei, nostra madre donataci da Cristo, che ci chiede di accoglierla non semplicemente con la commozione dei sentimenti, ma con l’umiltà della preghiera e col fermo proposito di ricorrere a lei, amarla e onorarla come nostra Madre e Regina.
Affidiamo a Lei il dolore e il lutto di tante madri e di tante famiglie martoriate dal terremoto che ha colpito il Nord del nostro Paese.
Affidiamo a Lei le difficoltà che quotidianamente vivono i nostri giovani e la nostra gente per la perdita o la mancanza del lavoro.
Affidiamo a Lei le necessità della nostra vita, le tribolazioni, i desideri e le speranze della nostra Chiesa e della Chiesa universale, sicuri che la Santissima Vergine, Madre di Dio e nostra, ci sosterrà nel continuare a realizzare lo spirito del Giubileo per la maggiore gloria di Dio e per il bene di tutti gli uomini.’A Maronna c’accumpagna.Cardinale Crescenzio Sepe Arcivescovo Metropolita di Napoli