Il Cardinale Crescenzio Sepe celebra la XXXV Giornata per la Vita

3 febbraio 2013 – IV Domenica del Tempo Ordinario
35° Giornata Nazionale per la vita:
“ Generare la vita vince la crisi”
Basilica di S. Francesco di Paola – Piazza del Plebiscito
 
 
 
Cari fratelli e sorelle,
Abbiamo da poco terminato la nostra “marcia” che da Piazza Dante ci ha portato fino a questa basilica per ricordare la 35° Giornata Nazionale per la vita, che ha per tema : “Generare la vita vince la crisi”. Dopo aver visitato alcuni reparti dell’ospedale “Ascalesi”, abbiamo attraversato le strade di questo quartiere per gridare a tutti la nostra fede nel Signore della vita e manifestare il nostro impegno cristiano ad essere generatori di vita, che va difesa dal primo momento del suo sorgere fino alla sua fine naturale. Ringrazio tutti voi, famiglie, giovani , anziani, aggregazioni laicali che avete preso parte a questa bella e significativa manifestazione, e a quanti l’hanno così bene promossa ed organizzata. Con questo nostro gesto, tutti abbiamo voluto proclamare il Vangelo della vita, così come il Signore Gesù ci ha insegnato. Ma per comprendere meglio il valore pastorale e spirituale di quanto abbiamo fatto, ci facciamo guidare dalla Parola di Dio proclamata nel passo evangelico di questa domenica.
Gesù, dopo aver proclamato “un anno di grazia”, cioè un anno giubilare nella sinagoga di Nazareth, dove ha abitato per circa 30 anni, dice ai suoi concittadini: “nessun profeta è ben accetto nella sua patria”. Tornato nella “propria terra” a Nazareth, tra i suoi concittadini ed i suoi parenti, Gesù ottiene non accoglienza e amicizia, ma opposizione: i suoi, la sua terra lo respingono. Questo fatto è molto significativo per interpretare il ministero del Maestro, ma anche il modo di stare da cristiani nel mondo. Gesù, che annuncia la parola definitiva di Dio, incontra opposizione perché l’uomo vuole pronunciare la sua parola umana, fatta di interesse personale ed egoismo.
È questa parola dell’uomo che crea crisi e sfiducia sia a livello personale che comunitario. È a causa dell’egoismo di tanti che oggi siamo costretti a navigare in un mare in tempesta, che sconvolge la serenità della nostra vita. Crisi innanzitutto morale, etica, ma anche sociale, culturale, economica e finanziaria. Ci troviamo tutti in una condizione di emergenza che si va sempre più allargando e sta intaccando segmenti della nostra società un cui prima era sostanzialmente marginale.
Non vogliamo essere catastrofici, ma dobbiamo constatare che gli schemi classici sono saltati e non si ripristineranno automaticamente: scuola, famiglia, giovani, disoccupazione sono le realtà in crisi di cui siamo costretti ad occuparci ogni giorno.
Giustamente, perciò, la Giornata per la vita ci chiama a riflettere sulla crisi della famiglia che non è più vissuta come patrimonio di amore, di sostegno, di fiducia e di legami vitali. Le relazioni familiari vengono private della bellezza del dono per cui i genitori si amano e, amandosi, comunicano il loro amore ai figli.
Non si riesce più a “far famiglia” e quindi a generare la vita perché si è presi dalla paura di fare scelte definitive a favore della vita stessa.
Cari fratelli e sorelle,
 oggi, qui, davanti al Signore, vogliamo riconfermare il valore fondamentale della vita, che è dono supremo che ci viene da Lui, di tutelare le necessarie relazioni familiari, e perciò delle scelte intese a trasmettere la vita all’interno della coppia coniugale e della famiglia. Non esistono altre soluzioni, come alcuni propongono, perché queste sono solo  surrogatorie o negazioni della vita stessa.
Dobbiamo riscoprire l’amore autentico tra l’uomo e la donna, il vero amore che, a immagine e somiglianza di Dio, è fondato nella logica del dono. L’ l’anelito a “fare famiglia”, in una prospettiva di fecondità in contrasto con alcune tendenze demagogiche e ideologiche, è impegno cristiano a crescere e a svilupparsi nella verità e nell’amore. È soprattutto la dignità dell’uomo e il bene comune dell’umanità a essere sacrificati quando si impedisce la trasmissione della vita o si soffoca la vita con l’aborto, o non si dà adeguata assistenza alla vita che nasce debole e che ha bisogno di essere curata ed assistita.
Donare e generare la vita è la consegna che Dio Creatore ha affidato ad ogni uomo e donna; è segno di vittoria dell’amore contro ogni forma di egoismo; è la realizzazione di quel bene comune che trova nella famiglia il bene sorgivo da cui deriva ogni bene dell’uomo.
Affidiamo a Maria, Genitrice di Dio e Madre nostra, questi santi propositi sicuri che, con la sua materna protezione, ci aiuterà ad essere efficaci testimoni, nel nostro mondo , della bellezza e della sacralità della vita.
 
Dio vi benedica e
 
“A Maronna v’accumpagna”
condividi su