Il Cardinale Sepe a Pietrelcina

Omelia di sabato 13 febbraio in presenza delle Spoglie mortali di San Pio

Pietrelcina, 13 febbraio 2016
I domenica di Quaresima – vigilia
(In presenza delle Spoglie mortali di San Pio)
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   Cari fratelli e sorelle,
   Carissimi Padri Cappuccini,
   Signor Sindaco,
    Autorità,
 
         È con gioia speciale e con viva gratitudine al Signore che oggi, nella vigilia della prima domenica di quaresima, celebriamo la santa Eucaristia a Pietralcina, Paese natale di S. Pio, che egli lasciò, cento anni fa, per seguire il Maestro divino sulle strade della santità.
         Oggi la Chiesa lo pone alla venerazione dei fedeli che, come dimostra la vostra presenza, provenite da tante parti dell’Italia e del mondo, perché egli è diventato un modello da imitare nella nostra vita.
         Nel 1971, il Santo Padre, Beato Paolo VI, rivolgendosi ai Cappuccini, presentò Padre Pio (non ancora beato) con queste parole: “Guardate che fama ha avuto! Che clientela mondiale ha adunato intorno a sé! Ma perché? Forse perché era un filosofo? Perché era un sapiente? Perché aveva mezzi a disposizione? No! Perché diceva Messa umilmente, confessava dal mattino alla sera, ed era, difficile a dire, rappresentante stampato delle stigmate di nostro Signore. Era un uomo di preghiera e di sofferenza”.
         Questo elogio alla santità di P. Pio trova la sua radice nella bontà misericordiosa del nostro Dio, che scelse Francesco Forgione da sempre per farlo suo strumento di amore e di misericordia per la Chiesa e il mondo.
         Tutta la vita di questo umile frate cappuccino è una continua testimonianza di risposta generosa e totale alla chiamata di Cristo alla santità.
         Questa risposta inizia qui, a Pietralcina, nella famiglia Forgione, col papà Orazio (Grazio) e con la mamma Peppa (Maria Giuseppa), donna profondamente religiosa che seppe trasmettere a suo figlio la verità della fede, ma anche quei valori morali e civili propri di questa terra, amata e benedetta da Dio. Ma anche la parrocchia (chiesa di S. Anna), dove fu battezzato il giorno dopo la nascita, e i sacerdoti (Domenico Tizzani) che lo istruirono nelle elementari, non potendo egli andare a scuola perché doveva aiutare il papà nel lavoro della terra, contribuirono a formare nel giovane Forgione quella personalità umana e religiosa che caratterizzò sempre il cammino alla santità di P. Pio.
         Come è commovente leggere le lettere che egli scriveva ai genitori, chiamandoli “carissimi genitori”, ai quali confidava le sue pene e i suoi malanni fisici!
         Fu qui a Pietralcina che Francesco Forgione imparò a temprare il suo carattere fatto di tenerezza, dolcezza, semplicità d’animo, talora quasi infantile, fermezza, unita a  umiltà e modestia (cfr incontro di mamma Peppa e il bacio della mano piagata . Piazzetta Convento S. Giovanni Rotondo – 1928).
         P. Pio fu dotato da Dio di doni eccezionali: stimmate, guarigioni, scrutazione dei cuori, conversioni, ma dovette anche accettare dolori e sofferenze fisiche e morali: “sono contento più che mai – scriveva già nell’aprile del 1917 – di soffrire … nella sofferenza Gesù è più vicino” Possiamo dire che, nella vita di P. Pio, le sofferenze e le gioie si alternano fino a renderla un “Rosaio” vivente nel quale le tante spine fanno da corolla ai tanti fiori di grazie che il Signore gli ha elargito per farlo strumento di amore e di misericordia.
Alle sofferenze si aggiungono anche le tentazioni e le vessazioni da parte del demonio.
Ma Padre Pio, sull’esempio di Gesù, come abbiamo letto nel Vangelo di oggi, rimane fermo e forte, com’era nel suo carattere, abbandonandosi, come egli scriveva: “a Gesù, alla Mammina (come egli chiama la Madonna), all’angioletto, al Padre San Francesco”.
 Prendiamo esempio anche noi, che siamo continuamente esposti alla tante tentazioni, come la brama del potere ad ogni costo, che è la febbre che consuma l’uomo e lo oppone al fratello o anche lo rende complice dei fratelli; la tentazione della sfiducia e della disperazione, che sono come la malattia mortale dell’uomo d’oggi; la tentazione del denaro e del consumismo, che allontana da Dio e ci materializza; la tentazione della violenza praticata da tante organizzazioni criminali che spargono sangue anche di innocenti, per dominare e schiavizzare la nostra gente. Come P. Pio non lasciamoci rubare la speranza e difendiamo la nostra libertà e la nostra dignità di uomini e di figli di Dio.
Se è vero, come è stato scritto, che San Pio è il martire della misericordia, rivelata da Dio e accolta con umiltà e gratitudine, ma anche sparsa a piene mani alle tantissime anime che ogni giorno lo avvicinavano per avere conforto e il perdono dei peccati, anche noi, in questo anno della misericordia, siamo invitati a convertirci a Cristo, a rinnovarci nello spirito e a donarci ai fratelli. Non dobbiamo avere paura di diventare santi, nonostante le nostre fragilità, i nostri limiti e le nostre mancanze.
È Dio, ricco di misericordia, che opera in noi e ci dà forza. Affidiamoci sempre a Lui e, nonostante le prove e le tentazioni, impareremo anche noi, ad essere “artigiani di misericordia”.
         Maria SS.ma, tanto amata da P. Pio, ci sostenga in questo nostro pellegrinaggio, e ci guidi, con la sua “Dolcezza” ad amare Dio e i fratelli.
         Per intercessione di San Pio da Pietrelcina,
Dio vi benedica e
‘A Maronna v’accumpagna
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