Il Cardinale Sepe a Pompei per la Supplica

Supplica alla Madonna di Pompei
4 ottobre 2015
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   Cari amici, cari fratelli e sorelle,
         Un cordiale saluto a tutti voi, pellegrini e devoti della Madonna di Pompei, provenienti dalle Diocesi della Campania e di altre regioni, giunti in questo Santuario per rispondere all’invito della Madre a stare con Lei e a vivere, come una famiglia, un momento di fede e di comunione ecclesiale.
         Ringrazio S.E. Mons. Tommaso Caputo, Arcivescovo Prelato, per l’invito rivoltomi e che ho accolto ben volentieri perché è sempre una gioia ritornare in questa Casa di Maria dove ho vissuto momenti indimenticabili di grazia per la mia vocazione sacerdotale e per il mio ministero sacerdotale ed episcopale .
         Siamo tutti qui per testimoniare il nostro amore di figli, per chiedere perdono per le offese arrecate al suo Figlio divino, che pure hanno rattristato il suo dolcissimo cuore materno, e per supplicarla perché ci sostenga nella fede e nella speranza nel nostro difficile pellegrinaggio che ci deve condurre all’incontro con Cristo Signore.
         Le letture bibliche di questa domenica (27^ del T.O.) ci invitano a meditare su un tema particolarmente delicato e attuale: la famiglia fondata sull’amore indissolubile tra l’uomo e la donna, così come Dio ci ha comandato e Gesù Cristo ci ha insegnato. Nell’amore tra l’uomo e la donna Dio ha posto il pieno compimento di entrambi e Gesù ha sacramentalizzato questa unione, per cui l’uomo riconosce un altro se stesso nella donna, che è “osso delle mie ossa e carne della mia carne”.
         Alla domanda dei farisei se fosse lecito ripudiare la moglie, Gesù risponde: “L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto”. Così, come ci insegna il Concilio, “il matrimonio è intima comunione di vita e di amore per cui i coniugi si danno e si ricevono”. Due personalità, libere e responsabili, che si donano completamente a vicenda, creano una realtà nuova: fanno “uno”, formano una cosa sola che dura per sempre.
         Quando all’altare uno dice “sì” all’altro e tutti e due dicono “sì” a Cristo, proclamano che accettano di vivere l’amore come l’ha voluto Dio, che è Amore e autore del matrimonio che, quindi, nessuna autorità civile o ecclesiastica potrà mai sciogliere.
         Dire un “sì” è facile, ripeterlo per tutta la vita è più difficile. Anche l’Amore ha nemici temibili. Così, l’egoismo è il pericolo numero uno, è l’assassino dell’amore perché distrugge il disegno di Dio che fonda l’unità e l’indissolubilità dell’amore nel matrimonio. Tutti conosciamo le numerose situazioni di conflitto, di odio e di separazioni in cui si trovano tante famiglie. Chi ci potrà aiutare a superare questo dramma? Solo Cristo, che dà grazia perché i coniugi possano aiutarsi facendo della famiglia una scuola di umanità e di pace.
         Ma noi, oggi, siamo venuti ai piedi della Madre di Pompei per chiedere la sua intercessione affinché il Figlio suo ascolti la nostra supplica e ci aiuti a non arrenderci di fronte alle difficoltà che dobbiamo affrontare. O Maria che, nella casa di Nazareth e già prima a Betlemme, ti sei mostrata sposa e madre che si prodiga perché, nonostante le difficoltà, regni nella tua famiglia amore e pace, aiuta le nostre famiglie in difficoltà, a non cedere alle tentazioni dell’egoismo e a non rompere il vincolo perenne della fedeltà e dell’unità. O Vergine Santissima, insegnaci il perdono e la misericordia che sono le risposte efficaci al dramma e alla fatica di un amore coniugale che, spesso, si trasforma in odio e violenza, dividendo gli sposi e separandoli anche dai loro figli. O Regina di Pompei, che conosci le sofferenze di tante mamme, proteggi i nostri giovani che, non trovando nelle proprie famiglie una adeguata formazione, si lasciano irretire dalle organizzazioni malavitose che distruggono la loro giovinezza. Fa che quanti sono preposti a realizzare il bene di tutti, sappiano offrire ai giovani lavoro, sicurezza, dignità. O Madre misericordiosa, fa che a tutti siano concesse opportunità di vivere con dignità la propria esistenza: ai disoccupati, che attendono un impiego; agli ammalati, che attendono una visita; agli ignudi, che attendono un vestito; ai senza tetto e agli emigranti che chiedono un rifugio dove abitare; ai poveri, che chiedono di sfamarsi. Ascolta  l’urlo di dolore di questi nostri fratelli e non venga mai meno il senso di responsabilità di noi tutti verso di loro, consapevoli che solo la carità verso i fratelli e sorelle più poveri potrà contribuire alla crescita umana e spirituale delle nostre comunità. O Madre di Dio e Madre nostra, fa che quel “sì” che Tu hai detto a Dio e che ti ha resa madre Sua e madre della nostra umanità, dia forza e coraggio a tutti gli sposi affinché il loro “sì” di ogni giorno rafforzi il loro amore e li aiuti a realizzare il disegno di amore di Dio nella loro vita. Benedici, infine, o Maria, il Papa e quanti parteciperanno al prossimo Sinodo sulla famiglia. Lo Spirito Santo, Tuo Sposo divino, li illumini perché possano prendere decisioni per il solo bene della Chiesa e dell’umanità.Dio vi benedica e ‘A Maronna v’accumpagna
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