Il Cardinale Sepe aderisce all’appello di Nino D’Angelo per il Teatro Trianon

-le parole del Cardinale

Ho imparato a conoscere il Teatro Trianon quando ho incontrato per la prima volta Nino D’Angelo. Dai suoi discorsi coinvolgenti, dalle sue parole, semplici e mai dette a caso, dalla sua verve, intelligente e simpatica, ho compreso la forza della sua passione per l’arte, il suo profondo rispetto per la povertà e la giustizia, la sua premurosa attenzione agli ultimi e agli emarginati e, quindi, il suo rapporto con il Trianon.
Ho capito allora che quel Teatro è dedicato a Viviani per rendere omaggio al grande commediografo e poeta napoletano, per ricordarne lo spessore culturale, per esaltarne la capacità interpretativa della sofferenza e del travaglio dei tanti napoletani che da sempre si dimenano, tra precarietà e speranza, per sbarcare il lunario e poter sopravvivere. L’uomo, visto nella sua dignità, nelle sue sofferenze e nei suoi diritti, diventa, quindi, protagonista e personaggio centrale di una rappresentazione teatrale che rispecchia e ripropone i limiti, le contraddizioni e l’egoismo di una società troppo spesso ingiusta e indifferente.
In questa ottica si spiega perché il Trianon è stato definito il Teatro del Popolo e come, sotto la direzione artistica di Nino D’Angelo, abbia fatto e trasmesso cultura, offrendo una espressione alta dello spettacolo e testimoniando una funzione particolare del teatro che sa parlare a tutti e viene aperto al popolo, anche a quelli che non si sono mai potuto consentire l’acquisto di un biglietto, cosa che è accaduta a ridosso dell’Epifania di qualche anno fa quando D’Angelo ebbe ospiti d’eccezione al suo spettacolo anziani e indigenti assistiti da organizzazioni filantropiche. Fu un omaggio alla precarietà del vivere, un modo concreto di guardare al sociale, prestando attenzione e solidarietà a chi, appunto, ha dimenticato il gusto del divertimento, dello stare insieme e sentirsi parte della stessa comunità umana.
Condivido pienamente, pertanto, l’appello e la sollecitazione che vengono da Nino D’Angelo e unisco la mia voce a quella di semplici cittadini e di autorevoli personalità cittadine per sottolineare quanto significativa sia la presenza attiva del Teatro Trianon nel contesto cittadino e nel quartiere di Forcella, fungendo da attrattore sociale oltre che da polo artistico e culturale, nonché come fonte di lavoro e di reddito per le  persone impegnate nella struttura e negli spettacoli.
Esprimo, pertanto, l’auspicio che le Istituzioni interessate, nel segno di quella sensibilità che sempre deve accompagnare scelte e atti di governo, riescano ad individuare il percorso giusto per far uscire il Teatro Trianon dall’attuale situazione di precarietà finanziaria e di incertezza, consentendo ad esso di continuare a svolgere quell’attività artistica che è promozione culturale ed anche umana ed è espressione della  grande tradizione napoletana che, nel tempo, eccellenti interpreti e autori teatrali hanno saputo costruire.
Napoli, 7 agosto 2010
 
Crescenzio Card. Sepe
Arcivescovo Metropolita di Napoli
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