Il Cardinale Sepe in Turchia incontra il Patriarca Bartolomeo I


Prosegue l’impegno per l’ecumenismo e l’incontro fra i popoli e le culture del Cardinale Crescenzio Sepe, dopo la nascita del Centro Diocesano per il Dialogo, voluto fortemente dall’Arcivescovo come segno tangibile del grande Meeting internazionale per la pace svoltosi a Napoli nell’ottobre 2007. Prossima tappa, dopo la visita a Mosca al compianto Patriarca Alessio II e a Cipro con Chrisostomos II, l’incontro ad Istanbul con Sua Santità Bartolomeo I, nell’ambito del pellegrinaggio sulle “orme di san Paolo” che il Cardinale terrà dal 16 al 21 febbraio con un gruppo di 50 sacerdoti della Diocesi, in occasione dell’anno paolino a duemila anni dalla nascita dell’apostolo.
Martedì 17 febbraio, dopo la celebrazione della Santa Messa nella Cattedrale Santo Spirito e l’incontro con il Nunzio Apostolico S.E. mons. Antonio Lucibello, il Cardinale Sepe si recherà al Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli dove alle ore 12 incontrerà Bartolomeo I. Ad accompagnare l’Arcivescovo anche due rappresentanti della Comunità di Sant’Egidio.
Il pellegrinaggio, organizzato dall’Opera Napoletana Pellegrinaggi diretta dal dott. Mario Russo Cirillo, si snoderà poi secondo un itinerario paolino guidato da p. Frederic Manns o.f.m., il massimo esperto di giudaismo, biblista e studioso della Terra Santa.
“Il viaggio in Turchia – sottolinea il Cardinale Sepe – è l’occasione per condividere la nostra unica fede e per rafforzarla grazie al confronto con lo slancio missionario che ha caratterizzato la vita dell’apostolo delle genti. Non solo, ripercorrere i passi di san Paolo a Tarso, Smirne e attraverso la Cappadocia fino al Convento dei Padri Cappuccini a Iskenderun al confine con la Siria, rappresenta un viaggio verso le origini del cristianesimo per capire le caratteristiche dello sviluppo della parola di Gesù in Asia Minore ed i modi attraverso i quali è giunta in Europa”.
“I rapporti con il Patriarca Bartolomeo I – prosegue l’Arcivescovo – sono improntati ad un affetto e ad una cordialità sinceri. Quello che vorrei sottolineare è che solo attraverso il dialogo e la frequentazione si può passare gradatamente da un ecumenismo di facciata a quello che si radica nel cuore di chi si incontra. Il viaggio ci aiuterà ancora una volta a prendere consapevolezza dell’importanza di gettare ponti e di non alzare muri in un tempo particolarmente difficile in cui l’intolleranza e la paura di relazionarsi con mondi e culture diverse dalla nostra non possono prendere il sopravvento. La nostra presenza a Istanbul vuole ribadire, in definitiva, la vocazione della Chiesa e della città di Napoli ad essere capitale dell’incontro e del dialogo”.

Napoli, 14 febbraio 2009

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