All’ospedale Monadi il cardinale Crescenzio Sepe concretizza i gesti di solidarietà di istituzioni, cittadini, artisti che, nell’annuale asta di beneficenza avevano donato un importo complessivo pari a 105.960 euro. Il 50 per cento del ricavato, 54mila euro, è stato impiegato per l’acquisto di due lettini per l’unità di neonatologia dell’ospedale Monaldi. Sepe, infatti, il 9 maggio scorso ha benedetto i due speciali lettini, attrezzati in maniera tale da sottoporre a monitoraggio cerebrale neonati a rischio.
Le apparecchiature, che in totale nel reparto ora sono 3, vengono utilizzate per i piccoli pazienti nati sotto le 32 settimane e servono a monitorare in tempo reale l’attività cerebrale del neonato prematuro. In modo da poter controllare se la crescita prosegue in maniera normale rispetto all’età del piccolo e se si verificano eventi acuti che vanno curati in tempi rapidissimi.
«C’é un senso di carità che si incarna in questi gesti – dice il porporato – Un senso di solidarietà che concorre a migliorare la qualità della vita e a migliorare sempre la crescita umana, sociale e spirituale della nostra comunità».
L’altro 50% del ricavato, proveniente dall’asta di beneficenza, servirà a finanziare la Banca del latte donato – la prima nella nostra regione – presso l’ospedale Fatebenefratelli. «La generosità dei napoletani da sempre ha migliorato e contribuito alla crescita umana, spirituale della nostra comunità. Grazie a loro abbiamo potuto portare a termine i nostri progetti», commenta l’arcivescovo.
Ad accogliere Sepe, il direttore generale dell’Azienda dei Colli Antonio Giordano, il dirigente della Unità operativa complessa Paolo Giliberti, il decano don Massimo Ghezzi. Sepe ha visitato la terapia intensiva neonatale, dove trovano spazio i due nuovi lettini e che ha, complessivamente, 12 posti letto; ogni anno vi transitano circa 260 bambini.
I progressi realizzati in questi anni sono rilevanti. «La mortalità neonatale è passata dal 3,8 per mille del 1990 all’1,6 di oggi – spiega Giliberti, direttore della struttura – La sopravvivenza per i neonati pretermine di età gestazionale sotto le 24 settimane è passata al 40%, quella tra le 25 e le 27 settimane all’80%, quella tra 28 e 34 al 95%».
«Siete eroi del quotidiano – commenta Sepe -. Ecco le eccellenze di Napoli da far conoscere». «In passato – aggiunge Giordano – venivano monitorati solo i parametri clinici dei piccoli pazienti.
Adesso invece anche quelli cerebrali per capire immediatamente che qualità di vita avrà il bambino e soprattutto per prevenire danni cerebrali.
Queste apparecchiature, per ora, sono utilizzate per i casi particolarmente gravi, ma l’obiettivo è quello di acquistarne altre per utilizzarle in tutto il reparto».
E Giordano rilancia «Si potrebbe utilizzare l’asta del prossimo anno?». E Sepe: «Vedremo, vedremo. Certo la nostra priorità è da sempre quella di aiutare i bambini e i giovani».
Le apparecchiature, che in totale nel reparto ora sono 3, vengono utilizzate per i piccoli pazienti nati sotto le 32 settimane e servono a monitorare in tempo reale l’attività cerebrale del neonato prematuro. In modo da poter controllare se la crescita prosegue in maniera normale rispetto all’età del piccolo e se si verificano eventi acuti che vanno curati in tempi rapidissimi.
«C’é un senso di carità che si incarna in questi gesti – dice il porporato – Un senso di solidarietà che concorre a migliorare la qualità della vita e a migliorare sempre la crescita umana, sociale e spirituale della nostra comunità».
L’altro 50% del ricavato, proveniente dall’asta di beneficenza, servirà a finanziare la Banca del latte donato – la prima nella nostra regione – presso l’ospedale Fatebenefratelli. «La generosità dei napoletani da sempre ha migliorato e contribuito alla crescita umana, spirituale della nostra comunità. Grazie a loro abbiamo potuto portare a termine i nostri progetti», commenta l’arcivescovo.
Ad accogliere Sepe, il direttore generale dell’Azienda dei Colli Antonio Giordano, il dirigente della Unità operativa complessa Paolo Giliberti, il decano don Massimo Ghezzi. Sepe ha visitato la terapia intensiva neonatale, dove trovano spazio i due nuovi lettini e che ha, complessivamente, 12 posti letto; ogni anno vi transitano circa 260 bambini.
I progressi realizzati in questi anni sono rilevanti. «La mortalità neonatale è passata dal 3,8 per mille del 1990 all’1,6 di oggi – spiega Giliberti, direttore della struttura – La sopravvivenza per i neonati pretermine di età gestazionale sotto le 24 settimane è passata al 40%, quella tra le 25 e le 27 settimane all’80%, quella tra 28 e 34 al 95%».
«Siete eroi del quotidiano – commenta Sepe -. Ecco le eccellenze di Napoli da far conoscere». «In passato – aggiunge Giordano – venivano monitorati solo i parametri clinici dei piccoli pazienti.
Adesso invece anche quelli cerebrali per capire immediatamente che qualità di vita avrà il bambino e soprattutto per prevenire danni cerebrali.
Queste apparecchiature, per ora, sono utilizzate per i casi particolarmente gravi, ma l’obiettivo è quello di acquistarne altre per utilizzarle in tutto il reparto».
E Giordano rilancia «Si potrebbe utilizzare l’asta del prossimo anno?». E Sepe: «Vedremo, vedremo. Certo la nostra priorità è da sempre quella di aiutare i bambini e i giovani».