Nei giorni scorsi, in una serata di freddo intenso, il Cardinale Sepe è uscito dal Palazzo Arcivescovile, utilizzando una piccola auto, ed è andato in giro per la città, fermandosi nei posti dove abitualmente si radunano per passare la notte, i senza dimora. Accompagnato dai giovani volontari della Caritas con il direttore don Enzo Cozzolino e dal suo segretario personale, don Giuseppe Mazzafaro, si è portato in quattro punti della città e segnatamente, al Molosiglio, al Molo Beverello, al Maschio Angioino, a piazza Trieste e Trento e alla Galleria Umberto. Ha incontrato tante persone sole e particolarmente sofferenti per lintenso freddo, bisognose di vicinanza, di un sorriso, di un conforto. Con loro lArcivescovo si è fermato a parlare, interessandosi alle loro condizioni, alla loro salute, alla loro provenienza, offrendo loro bevande calde, biscotti, panini con pollo, acqua e coperte. Allinizio dellincontro questi fratelli sono rimasti increduli, anche perché il Cardinale si era presentato nellanonimato assoluto. Ma poi si sono convinti, si sono sorpresi, hanno gradito la visita e si sono aperti piacevolmente. Uno di loro ha detto: ma tu sei Sepe che si vede in televisione? un altro (musulmano) ha esclamato ma come, il capo dei cristiani viene da me! Un altro ancora ha detto che gli piace leggere e il Card. Sepe gli ha fatto avere un libro che parla di Papa Francesco. Un altro, infine, ha voluto esprimere un desiderio e ha sottolineato che gli piacciono le melanzane sottolio e lArcivescovo gli ha fatto consegnare un intero barattolo di melanzane con piattini e forchette, in maniera da poterlo condividere con altri.Non sono mancati da parte loro racconti e confidenze: fra gli altri, un giovane proveniente dalla Mongolia ha detto allArcivescovo di essere affetto da una determinata patologia e di aver bisogno di cure, per cui il Cardinale in questi giorni si sta prodigando per aiutarlo. Insomma, è stata una bella serata vissuta allinsegna della solidarietà e della carità; ricca di tanto calore umano , sia pure con la temperatura sotto lo zero, e di tanta generosità, testimoniata dallincontro, durante il percorso, con altri volontari di comunità e movimenti cattolici, nonché con gruppi di amici e gruppi di famiglia, tutti parimenti impegnati in questopera di solidarietà.Di questa bella esperienza ha voluto lasciare traccia uno dei giovani volontari della Caritas (Francesco Incarnato), il quale ha fatto pervenire al Cardinale Sepe una bella lettera che di seguito è possibile leggere. —————————————- Sono un volontario del servizio assistenza ai senza fissa dimora per strada. Vengo anche io dalla strada e su quella stessa strada Gesù mi ha salvato da tante cose che nella mia vita non andavano. Voglio semplicemente, per noi giovani soprattutto, dare una piccola testimonianza. Troppo spesso ascoltando varie opinioni e giudizi tra le persone ho notato che purtroppo esistono dei forti pregiudizi sulla Chiesa, soprattutto sul suo operato. C’è tra la mentalità della gente che essa non faccia abbastanza per il suo popolo, o meglio che non operi sempre seguendo gli insegnamenti e l’esempio del nostro Signore Signore, così come testimonia il Vangelo e così come Papa Francesco invita tutti noi a fare.Per tale motivo, attraverso semplici parole, voglio condividere una delle mie tante ricche e belle esperienze che vivo incontrando i fratelli maggiori che vivono per strada e nei centri di accoglienza.Giovedì , nel pieno dell’emergenza freddo, la Chiesa di Napoli non solo ha messo a disposizione altri 25 posti letto per la notte in una delle sue strutture di accoglienza ma la sera, insieme a noi volontari, a Padre Enzo, sacerdote del Santuario di S. Sebastiano Martire nonché direttore della Caritas, si è unito, per il giro di distribuzione di coperte, bibite calde e panini, il Cardinale Sepe, regalandoci non solo la possibilità ed il privilegio di uscire con lui, ma ci ha donato testimonianza di ciò che la Chiesa fa per la città di Napoli e per le persone più bisognose. Con la sua semplicità e umiltà ci ha dato la possibilità di conoscerlo come “uomo” e non solo come vescovo, consegnando pasti caldi e coperte ai fratelli senza fissa dimora; li ha ascoltati, dialogato e trovato per loro le giuste parole di conforto e speranza, e credetemi, può sembrare poco, ma per chi è solo un abbraccio e una parola ha un valore grande e profondo.Attraverso questi gesti d’amore ha trasmesso a tutti noi testimonianza che la Chiesa è questa, ed è proprio questo che la gente vuole, una Chiesa che agisce coi fatti e non solo a parole. Una cosa che non dimenticherò mai… è la duttilità ed il modo umano del confronto, del dialogo e dell’accortezza del Cardinale nei confronti di questi nostri fratelli. Infatti è stato per noi volontari un vero maestro di strada. Infine posso dire che tra i senza dimora molti hanno conosciuto Sepe. Infatti, parecchi fratelli musulmani hanno addirittura loro detto al Cardinale: grazie e Dio ti benedica.Sono felice di averlo conosciuto, nel mio piccolo mi auguro che il Signore benedica sempre il suo ministero e che possa essere sempre una buona e giusta testimonianza di carità. Spero di poter condividere tante altre esperienze del genere, di fare sempre di più per chi ha bisogno e spero che tante e tante altre persone si uniscano a noi volontari e vivere con noi tutto ciò. Grazie a tutti, pregate per me. Francesco Incarnato