In risposta al Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Campania

In riferimento alle considerazioni fatte nella giornata di ieri 21 giugno 2016 dal Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Campania, il quale, con tono dallo stesso definito “polemico”, ha chiamato in causa la Curia Arcivescovile di Napoli, si pubblica il testo  integrale della lettera che il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, in data 12 luglio 2013, inviò allo stesso Garante. A questa lettera, in questi tre anni, non ha fatto seguito alcuna ulteriore comunicazione, a riguardo, da parte del Garante o del suo Ufficio.

Prot. 07/13R37                                                                                                               Napoli, 12 Luglio 2013
 
Illustre Garante.
ho ricevuto la Sua cortese lettera del 17 giugno scorso, con la quale mi informa del Suo intendimento di dare corso ad una indagine conoscitiva sulle aree maggiormente a rischio d’ incesto, per definire la portata del grave fenomeno.
A tale riguardo mi viene chiesta la collaborazione della Curia che, senza venire codificata in atti formali, può trovare manifestazione ed espressione nel Patrocinio Morale del’Arcidiocesi, che ben volentieri concedo alla iniziativa, per  l’alta valenza morale e sociale.
Pur non conoscendo il dato della delicata patologia, posso senz’altro dire che non sfugge alla Chiesa di Napoli l`importanza del progetto che Lei intende sviluppare e che, purtroppo, trova la sua ragion d’essere prioritariamente nella caduta di valori fondamentali, quali il rispetto della persona e del rapporto parentale, oltre che nella disgregazione del nucleo familiare e nella mancanza di una sana e reale vita di famiglia.
So quanto sia difficile affrontare un tema così delicato, che passa attraverso forme di paura, di omertà, di pudore, di reticenza, di rimozione psicologica, di silenzi e di isolamento, ma molto probabilmente anche di costanti minacce.
Si tratta, pertanto, di lavorare con grande prudenza nel più assoluto rispetto della vittima e della sua fragilità, ma anche di quanti, nell’anonimato, possono offrire collaborazione e utili confidenze.
La Chiesa, attraverso le parrocchie, non mancherà di svolgere un ruolo di ascolto e di sostegno alle persone e alle famiglie, privilegiando i percorsi educativi e di formazione, per riaffermare la dignità della persona e il suo rispetto.
Credo che questa azione possa anche rendere più fertile il terreno sul quale si andrà a sviluppare l’indagine conoscitiva da Lei annunciata, per la quale desidero esprimerLe il mio compiacimento, con l`augurio di risultati utili e con la speranza che il triste fenomeno non sia tanto incidente e radicato come si può temere.
Nell’attesa di Sue ulteriori comunicazioni, La saluto con viva cordialità.
                                                                                                                                                                                                                                           
(firmato)
Crescenzio Card.Sepe

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