Cari fratelli e sorelle, Questa quarta Domenica di Quaresima è la Domenica della gioia, come viene sottolineato dal colore rosaceo dei paramenti e dai testi della liturgia. Rallegrati, Gerusalemme, è detto nellantifona di ingresso della Messa. Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza
. Gioire, perché? Perché Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna (Gv 3,16). È questo il gioioso annunzio, la buona novella che costituisce il cuore della Quaresima e del Vangelo. È questa lessenza della missione che il Cristo è venuto a compiere sulla terra. Lamore di Dio ha trovato il vertice della sua manifestazione nel dono del Figlio ad una umanità debole e peccatrice. Anche la processione penitenziale tra le vie di questo quartiere e la Stazione quaresimale, che stiamo celebrando in questo Decanato, hanno il tono della gioiosa speranza di chi, ottenuto il perdono da Dio, assapora la gioia della riconciliazione con Lui: siamo figli peccatori che sono ritornati alla casa del Padre, che ci accoglie e ci abbraccia. Nello spirito del Giubileo per la Diocesi di Napoli e in continuazione di quanto abbiamo da esso imparato, abbiamo aperto le porte delle nostre chiese e abbiamo camminato per le strade per chiamare tutti a seguire Cristo che, con la sua morte e risurrezione, offre a tutti, nessuno escluso, il suo amore e la sua salvezza. È quanto leggiamo nel testo del Vangelo di S. Giovanni, appena ascoltato. Nicodemo è il simbolo di quella parte di umanità che, pur vivendo nella notte della fede, si apre allincontro con Cristo, la Parola fatta carne. Il fariseo Nicodemo accoglie le parole di Gesù e lo riconosce il Messia, il Figlio di Dio disceso dal cielo per essere innalzato sulla croce e dare a tutti la salvezza. Credere o non credere nel Figlio donato dal Padre fa la differenza decisiva per ottenere la vita eterna. Il cammino della Quaresima è giunto alla metà del tragitto. È un percorso di conversione che la nostra Santa Madre Chiesa ogni anno ci invita a compiere; è un itinerario che ci fa prendere parte alla vita di Cristo e rinnova la nostra esistenza cristiana. Dio ci chiama, chiama tutti, anche quelli che sono lontani o hanno lo sguardo perduto. Il nostro è un Dio che non molla mai; che non si dà mai per vinto; che non getta la spugna. La nostra esperienza quotidiana, la nostra vita è sempre segnata da limiti: limiti nel resistere alle difficoltà e alle tentazioni; limiti nella pazienza e nel sopportare gli altri; limiti nel perdonare. Il limite per noi è quasi un punto di non ritorno, non siamo disposti a tornare indietro perché abbiamo paura di essere feriti. Per il nostro Dio non è così, non ha limiti nellamore e nel perdono, qualunque sia stato il nostro peccato. La sua fedeltà nei nostri riguardi è a prova di bomba. La potenza, lonnipotenza di Dio è il perdono. Cristo ci ha redenti con il suo sangue; siamo diventati figli. Di questa verità ci dimentichiamo spesso, anzi viviamo come se fossimo ancora schiavi del male e del peccato. Ma Dio non si stanca di richiamarci, di correggerci, di accompagnarci, di perdonarci. A volte ci vogliono anni per capire quanto Dio ci ama. Egli è sempre lì, nei crocicchi della vita, ad attenderci! Noi possiamo dimenticarci di Dio; Egli non si dimentica mai di noi: se anche una madre, dice il profeta, si dimenticasse del proprio figlio, Dio non si dimenticherà mai di noi, suoi figli; ci porta per mano e ci accompagna anche quando facciamo di tutto per liberarci di lui. Egli è paziente e ci attende! La Quaresima è un ottimo momento per sentire la nostalgia di Dio, avvicinarci a Lui e riscoprire la bellezza del suo volto di Padre. Maria Santissima, Madre della Speranza, ci infonda nel cuore il desiderio di incontrare il suo Figlio e di riconoscerlo Signore e Salvatore.