La chiesa di Napoli scende in campo per i più deboli

Video di sintesi del pranzo di Natale con i poveri


Il capoluogo partenopeo come Milano. La Diocesi si mobilita per disoccupati e famiglie indigenti. Se ne è parlato nel corso del pranzo di Natale con i poveri che il cardinale Sepe ha tenuto ieri nel Salone arcivescovile.
Un grosso impegno che la Chiesa napoletana intende portare avanti per il 2009, anche potenziando le strutture di accoglienza che già esistono. «Noi lo facciamo perché lo sentiamo come nostro dovere — spiega il cardinale — speriamo che tanti altri lo facciano perché lo sentono come un loro dovere». Poi è don Gaetano Romano, vicario episcopale per la carità, a precisare le motivazioni: «I dati e il numero crescente di persone che si rivolge a noi ogni giorno ci dicono che le conseguenze della perdita di posti di lavoro, si fanno sentire pesantemente, la crisi economica ha prodotto e produrrà nuovi poveri e nuovi senza dimora soprattutto fra le famiglie monoreddito. Dinanzi a questa emergenza sociale la chiesa di Napoli non puo’ rimanere silente e per questo sono allo studio iniziative concrete per sostenere chi perde il lavoro ». Così ieri pomeriggio Sepe ancora una volta ha dimostrato di voler stare vicino ai più poveri tra i poveri, a quelli che nessuno vuole, ai più bisognosi, «È nei loro occhi — spiega l’arcivescovo — che è possibile vedere il volto sofferente di Cristo». E alle 265 persone, anziani, famiglie, giovani, bambini e extracomunitari, normalmente assistite dalle diverse strutture della Caritas, non fa mancare proprio nulla: tovaglie di raso, sedie imbottite, calici di vetro hanno fatto da scenario ad un menu gustoso preparato da «Le Arcate»: antipasto di prosciutto e mozzarella, pasta al forno, salsicce con patate e funghi, babà alla crema con fragole, vino, acqua e bibite per i più piccini.
Il tutto accompagnato dalla musica napoletana doc offerta dal gruppo i Neapolis. Il cardinale canta e balla con gli ospiti, serve personalmente ai tavoli, sempre con l’immancabile grembiulino a quadri rosso e bianco, ascolta le loro storie, mentre il vicario per le comunicazioni, don Gennaro Matino, intona «O Sole mio»’. «Questo è un giorno di festa — precisa Sepe — dove bisogna far sentire forte il senso della famiglia e dello stare insieme ». A tavola tra un pasto e l’altro si intrecciano storie diverse dove il filo rosso è la solitudine. C’è Antonio, 60 anni, famiglia dispersa, che fa il cronista per il giornale dei senza dimora Scarp ‘de tennis. Poi c’è Vincenzo, 64 anni, non riesce a raccontare perché la commozione prevale, vive praticamente in ospedale. Mentre ha solo 32 anni Giuseppe, piccolo handicap fisico, che nel deserto delle istituzioni ha incontrato suor Giuseppina del Binario della solidarietà. Prende il microfono tra i tanti, Gabriella, con lei suo marito Zaccaria. È musulmano, come altri otto ospiti, non hanno mangiato carne, ma hanno condiviso con un vescovo cattolico la festa e l’allegria. Soddisfatto l’arcivescovo, che al termine del pranzo ha consegnato ai bambini i giocattoli donati dall’associazione «Futuro in movimento », ad ogni ospite un pacco di prodotti alimentari messi a disposizione dall’Ansaldo e sigarette. Appuntamento per tutti il 7 gennaio alle 17 al Trianon Viviani per assistere allo spettacolo di Nino D’Angelo. (Elena Scarici – Corriere del Mezzogiorno)

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