Ne ha consumate di scarpe don Antonio Loffredo tra i tanti uffici pubblici. In dodici anni i chilometri percorsi sono stati tanti, insieme alle ansie e le preoccupazioni. Per fortuna però la speranza non è mai stata persa. E alla fine la tenacia del parroco che gestisce le chiese della Sanità e le annesse catacombe è stata premiata. Ed oggi un altro sogno diventa realtà, un altro piccolo pezzo del rione torna al suo splendore.
Lunedì 27 maggio nella cripta della splendida basilica seicentesca di S.Maria della Sanità, alla presenza del cardinale Sepe, di Gregorio Angelini, direttore per i Beni Culturali della Campania, Silvia Spinelli per il Fondo Edifici di Culto e del soprintendente Giorgio Cozzolino, è stato presentato il terminato restauro della cupola maiolicata, quella, che, per intenderci, svetta dal ponte del rione, maestosa, inconfondibile, realizzata da Fra’ Nuvolo, tra il 1601 e il 1610, l’unica a doppia calotta esistente a Napoli.
«Stasera assistiamo ad un altro miracolo di San Gennaro – ha detto il cardinale Sepe – quando si sale il ponte della Sanità non si può non ammirare questa splendida cupola. La Sanità, grazie all’impegno di don Antonio Loffredo e dei suoi ragazzi, sta diventando un punto di riferimento.
Il mio invito alle istituzioni, cui va il mio ringraziamento, è di non fermarsi qui ma di andare avanti per rivitalizzare sempre di più questo quartiere» I lavori sono stati effettuati con fondi esclusivamente statali (200.000 del Ministero dei Beni culturali e 180.000 del Fondo edifici di culto), un intervento di costo non eccessivo ma di altissimo valore simbolico e concreto.
L’esigenza era di vecchia data, chi ha occhio avrà notato passando l’aspetto trascurato e patinato della cupola, peraltro ricoperta di vegetazione.
Adesso invece è lì brillante e colorata. «Ci sono voluti circa vent’anni – spiega Maria Teresa Minervini, il funzionario della soprintendenza per i beni architettonici e artistici di Napoli che ha progettato e diretto i lavori – perchè la mia richiesta venisse accolta nel 2008 e anche allora il finanziamento ottenuto bastava per mezza cupola, ma abbiamo iniziato i lavori lo stesso e per strada siamo riusciti ad avere anche il contributo del Ministero dell’Interno (attraverso il Fec) che è proprietario della chiesa».
Il restauro è stato realizzato nella sua interezza, si è provveduto infatti al ripristino degli intonaci e degli stucchi del basamento e del tamburo della cupola, nonché alla sistemazione del cornicione fioriera mentre per il rivestimento maiolicato, con grande dedizione delle maestranze, ogni singolo elemento è stato pulito, incollato, sigillato, ogni buco riempito.
Un lavoro certosino e accurato che con il contributo dei maestri della ceramica vietrese ha portato a replicare in maniera fedele l’originale.
Soddisfatto don Antonio: «Il restauro della cupola maiolicata realizzato dalla soprintendenza sembra sottolineare quel cammino collettivo che da anni stiamo cercando di portate avanti al rione sanità, quella volontà di stare e andare insieme per noi del rione emarginati dal tremendo ponte vivere il completamento di un’opera realizzata da un ente pubblico ci fa sentire onorati e riconosciuti». Ma da don Antonio ha già pronta un’altra sfida, altre scarpe da consumare, è stato infatti approvato il restauro anche della splendida cripta sottostante la basilica, sempre da parte della soprintendenza grazie ad un contributo di 500.000 euro.
Lunedì 27 maggio nella cripta della splendida basilica seicentesca di S.Maria della Sanità, alla presenza del cardinale Sepe, di Gregorio Angelini, direttore per i Beni Culturali della Campania, Silvia Spinelli per il Fondo Edifici di Culto e del soprintendente Giorgio Cozzolino, è stato presentato il terminato restauro della cupola maiolicata, quella, che, per intenderci, svetta dal ponte del rione, maestosa, inconfondibile, realizzata da Fra’ Nuvolo, tra il 1601 e il 1610, l’unica a doppia calotta esistente a Napoli.
«Stasera assistiamo ad un altro miracolo di San Gennaro – ha detto il cardinale Sepe – quando si sale il ponte della Sanità non si può non ammirare questa splendida cupola. La Sanità, grazie all’impegno di don Antonio Loffredo e dei suoi ragazzi, sta diventando un punto di riferimento.
Il mio invito alle istituzioni, cui va il mio ringraziamento, è di non fermarsi qui ma di andare avanti per rivitalizzare sempre di più questo quartiere» I lavori sono stati effettuati con fondi esclusivamente statali (200.000 del Ministero dei Beni culturali e 180.000 del Fondo edifici di culto), un intervento di costo non eccessivo ma di altissimo valore simbolico e concreto.
L’esigenza era di vecchia data, chi ha occhio avrà notato passando l’aspetto trascurato e patinato della cupola, peraltro ricoperta di vegetazione.
Adesso invece è lì brillante e colorata. «Ci sono voluti circa vent’anni – spiega Maria Teresa Minervini, il funzionario della soprintendenza per i beni architettonici e artistici di Napoli che ha progettato e diretto i lavori – perchè la mia richiesta venisse accolta nel 2008 e anche allora il finanziamento ottenuto bastava per mezza cupola, ma abbiamo iniziato i lavori lo stesso e per strada siamo riusciti ad avere anche il contributo del Ministero dell’Interno (attraverso il Fec) che è proprietario della chiesa».
Il restauro è stato realizzato nella sua interezza, si è provveduto infatti al ripristino degli intonaci e degli stucchi del basamento e del tamburo della cupola, nonché alla sistemazione del cornicione fioriera mentre per il rivestimento maiolicato, con grande dedizione delle maestranze, ogni singolo elemento è stato pulito, incollato, sigillato, ogni buco riempito.
Un lavoro certosino e accurato che con il contributo dei maestri della ceramica vietrese ha portato a replicare in maniera fedele l’originale.
Soddisfatto don Antonio: «Il restauro della cupola maiolicata realizzato dalla soprintendenza sembra sottolineare quel cammino collettivo che da anni stiamo cercando di portate avanti al rione sanità, quella volontà di stare e andare insieme per noi del rione emarginati dal tremendo ponte vivere il completamento di un’opera realizzata da un ente pubblico ci fa sentire onorati e riconosciuti». Ma da don Antonio ha già pronta un’altra sfida, altre scarpe da consumare, è stato infatti approvato il restauro anche della splendida cripta sottostante la basilica, sempre da parte della soprintendenza grazie ad un contributo di 500.000 euro.