Desidero anzitutto esprimere il mio ringraziamento e la mia riconoscenza a quanti hanno collaborato a realizzare questa manifestazione così bella e gioiosa in occasione della 32ma Giornata Nazionale per la Vita: mons. Raffaele Ponte, Vicario Episcopale per il Laicato, i responsabili dellUfficio Famiglia e Vita don Salvatore Candela e i coniugi Condurro e poi tutti, movimenti e amici che credono nella vita e vogliono vivere la vita come dono che il Signore ci ha dato.
Come abbiamo ascoltato nella Prima Lettura il profeta Isaia, uomo dalle labbra impure, che, dopo esser stato purificato da Dio, viene mandato al suo popolo come profeta della speranza e della vita. E Pietro che da peccatore diventa pescatore, pescatore per la vita degli uomini. Così noi oggi abbiamo voluto unirci, perché vogliamo costituire un popolo forte che in nome della fede, in nome di Cristo vuole annunciare il Vangelo della Vita, la vita come dono di Dio ad ogni uomo.
La vita è santa, inviolabile dal primo momento del concepimento fino al suo naturale termine. Se questa vita, che ci viene donata da Dio, dal Signore della vita, è un dono così grande noi la dobbiamo vivere nella pienezza della sua dignità. E allora noi che crediamo in Dio e nella vita, ma anche tutti quelli che non credono, abbiamo il dovere di proteggerla, custodirla e amarla. Così che tutti, famiglia, scuola, chiesa, istituzioni dobbiamo sentirci impegnati perchè la vita non sia dispersa, non sia umiliata, non sia negata, non sia violentata.