“Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra”. Il grido di Pio XII nel 1939 fa da eco a tutte le invocazioni dei Pastori che lo hanno preceduto e seguito e dei tanti costruttori di pace che nella storia del mondo hanno avuto il coraggio di parlare di pace e, soprattutto, di testimoniarla nella loro vita.
Mai stancarsi di parlare e testimoniare la pace! Ecco ciò che ha guidato un folto gruppo di laici e laiche di Associazioni e Movimenti della nostra Diocesi, a mettersi insieme e dare corpo ad uno straordinario percorso in cui tutti hanno deciso di spendere le loro radici associative e, secondo gli stessi statuti dettati dai loro fondatori, mettersi insieme e costruire un percorso, un messaggio unico, in un giorno solo, preparato per quasi un anno: Si, perché costruire la pace non è cosa facile, anche tra i credenti, talvolta legati al loro cammino ,he diventa famiglia con il senso della primogenitura e dell’auto referenzialità ,che spesso mortifica il volto della Chiesa come il clericalismo. La pace non è solo discorsi belli, intenzioni buone, la pace non è solo omelie che muovono l’anima e messe in archivio. La pace richiede tempo e va costruita, nelle relazioni, negli sguardi, nella correzione fraterna, nel perdono reciproco…e nella pazienza dell’ascolto.
Il Villaggio della Pace, la cui idea è nata prima ancora che il mondo conoscesse lo strazio del 7 ottobre scorso in Israele e le orribili conseguenze tuttora in essere, ha l’ambizione di far parlare i piccoli a cui sarà data la parola, i semplici, che vivono camminando sulla terra, mentre guardano il cielo, gli uomini e le donne che sanno la finitezza del presente ma sperano nel futuro di un mondo riconciliato.
Il Villaggio non sarà perfetto, perché quelli che lo hanno inventato e costruito sono donne e uomini imperfetti, ma che desiderano mostrare il volto della loro umanità, diversa, colorata, bella come bella è la diversità di pareri, di espressioni, di colori, di idee, di canti…
Il Villaggio sarà la preghiera: per credenti e non credenti, per tutti, perché il rombo della guerra interna ai cuori, a volte costruita dal rancore e dalle divisioni si vince con il silenzio, l’ascolto del Trascendente che entra comunque nel nostro cuore perché tutti figli di un unico Dio che ci vuole fratelli, fratelli tutti! E che l’anima non può silenziare.
La preghiera: perché la preghiera fatta insieme e, nel pomeriggio, con il Pastore della Chiesa di Napoli nella chiesa del Gesù Nuovo, vincerà il cuore di Dio e, attraverso strade sconosciute arriverà a costruire ponti, dialogo, pace tra i popoli spaventati da “un uragano che potrebbe scatenarsi ad ogni istante con una travolgenza inimmaginabile.” (Pacem in terris/ Papa Giovanni XXII).
Il Villaggio sarà l’inclusione: Tutti potranno entrare e chiedere di parlare, interrogare i volontari sul perché della loro presenza in piazza, nei gazebo a tema. Tutti, potranno unirsi alla preghiera delle Clarisse di Piazza del Gesù, tutti, potranno ascoltare musica e parlare con le oltre cento persone disposte a rispondere del perché hanno scelto di essere lì, con il libro della loro vita aperto e leggibile. La scelta di essere disponibili a parlare, dialogare con chi vorrà fermarsi per rompere il muro della solitudine di tanti ed aprire spazi di speranza nei cuori.
Per noi, Cristiani, il Vangelo della vita è, e rimane, il cuore di questa vicenda umana ed ecclesiale e sosteniamo con gioia le nostre scelte: le scelte del Cristiano che crede e che rende operativa la sua missione di apostolo, di evangelizzatore.
Il Villaggio sarà creatività: chi si avvicinerà al Villaggio, soprattutto bambini, troverà sorrisi e giochi, ma soprattutto ascolto. Ai bambini sarà chiesto cosa pensano della pace… Come immaginano la pace… Cosa pensano della guerra…
Ascoltare i bambini, raccogliere quello che dicono servirà agli adulti. Manderemo le loro parole di pace ai Vescovi, ai governanti, a chi ha il compito e il dovere di ascoltare i piccoli perché il futuro è loro ed hanno il diritto di essere ascoltati.
Il Villaggio sarà aiuto: molti tra noi sanno bene cosa significa il dolore, la perdita, la malattia, la dipendenza ,,, e molti non sanno con chi parlare, a chi chiedere aiuto. Il Villaggio non ha l’ambizione di risolvere i problemi del mondo, ma chi si avvicinerà. troverà non solo conforto, ma anche possibili strade da seguire e condivisione.
Il Villaggio sarà musica: tanta musica, sin dall’inizio! I cori dei bambini, i canti dei gruppi, il pianoforte con musiche di Franz Liszt, nella chiesa del Gesù, alla fine del giorno e tanto altro che vogliamo sperimentare con chi vorrà esserci.
Il Villaggio, dunque, è il Villaggio! Un luogo dove tutti si conoscono perché parenti foss’anche alla lontana, legati da vincoli di sangue o di storie condivise, in cui anche chi ha il ruolo di prendere decisioni ascolta tutti, prima di decidere, perché capace di guardare negli occhi chi gli si avvicina , con com-passione.
Pagina Facebook