Ospedali, medici, cattolici: la bioetica di confine interroga sullidentità
(il nuovo libro di Francesco DAgostino già presidente nazionale dellUnione giuristi cattolici)
SARTEA
Leditrice Studium presenta domani allIstituto Sturzo di Roma una raccolta di saggi del bioeticista Francesco DAgostino, professore emerito di Filosofia del Diritto e membro del Comitato nazionale per la Bioetica, da lui presieduto per due mandati a cavallo, firma molto nota anche ai lettori di Avvenire, per i quali ha proposto numerosi editoriali in questi anni. In Bioetica. Questioni di confine si coglie lespressione chiave per comprendere il senso di questo volumetto, intensamente suggerente, impegnativo ma non impervio, nemmeno per il pubblico non specializzato. Il confine non è soltanto un limite: il con-fine è anche ciò di cui con-sistiamo per de-finirci. Il confine, su cui insiste a più riprese DAgostino, è la condizione dellidentità. E di identità si occupa a lungo questo libro, che dopo i capitoli introduttivi sulla definizione della bioetica nei suoi rapporti complessi con la biogiuridica e la biopolitica, e altri originali e inattesi sul nesso tra la bioetica e, rispettivamente, lecologia, la psichiatria, lamore sinterroga con coraggio sullidentità intellettuale del cattolico in tempi di secolarismo aggressivo: in special modo, dellintellettuale che fa bioetica. Vi è poi la domanda sullidentità del medico, messa a dura prova dalla cultura contrattualista ed economicista in cui oggi è immersa la relazione clinica, che ha distorto un vetusto rapporto rendendolo a tratti irriconoscibile (è la fine del paradigma ippocratico?).
Originale anche lulteriore e connesso interrogativo circa lidentità dellospedale: di nuovo, non solo dellospedale cattolico, ma di ogni hôtel- Dieu (questa lorigine della parola, nella Francia dellalto Medioevo cristiano), che nellepoca della biomedicina a forte contenuto tecnologico diviene la scaturigine di tensioni bioetiche prima inimmaginabili. Ma ciò che sempre accade leggendo DAgostino
dalla bioetica il pensiero si allarga allidentità umana, nei capitoli riservati alla critica del riduzionismo genomico e neuroscientistico (cui si aggiunge unampia meditazione sullidentità somatica, nellindissolubile e paradossale connubio di corpo e spirito che ci fa quel che siamo), e nei due capitoli sullidentità femminile, dal punto di vista socioculturale e teoretico.
La parte conclusiva è dedicata alla relazione generativa, nella sua componente sessuale e ancora una volta nel suo rilievo identitario, con unimportante riflessione sulla prostituzione come «problema bioetico»: fino alla nota conclusiva in cui lautore inaugura quella «critica della bioetica» che sin dalla premessa presenta come una catarsi necessaria per questo sapere, neonato e già a rischio di estinzione.
Certamente tante le questioni che DAgostino affronta in questo compatto e denso libro: e certamente ‘di confine’ la più parte di esse, sia nel senso del confine temporale, giacché tematizzano criticamente numerose delle frontiere cruciali dellattuale dibattito, sia nel senso del confine identitario. E negli amletici tempi in cui viviamo, sapere chi siamo o almeno, cercare di comprenderlo davvero viene prima di tutto.