Omofobia, grimaldello di una ideologia
(lantropologo don Fiorenzo Facchini: La lotta contro la discriminazione gay serve a far passare una logica verso la quale ormai non si può più neppure dissentire)
Se lefficacia dellopposizione alle teorie del gender si misurasse dal numero di volumi pubblicati in questi ultimi mesi, sarebbe facile concludere che la buona battaglia della differenza sessuale è a un passo dallessere vinta. La situazione invece è ben più complessa. Perché il magma di teorie in cui si condensa il peggio del radicalismo femminista e del pensiero proposto dalle lobby gay non ha contagiato soltanto alcuni filoni di pensiero, ma ha invaso il settore educativo (Strategia nazionale Unar), sta determinando pericolose scelte politiche (proposta di legge Scalfarotto), ha convinto non pochi Comuni a decisioni inaccettabili (via dai alcuni moduli i nomi di padre e madre). Una manovra accerchiante che configura il rischio di una vera e propria dittatura del pensiero unico. «La lotta contro lomofobia sta diventando il grimaldello per diffondere e imporre lideologia del genere, senza che vi sia possibilità di dissentire». Lo scrive Fiorenzo Facchini che ha curato il volume Natura e cultura nella questione del genere (Edb, pp. 192, euro 18), in cui sono raccolti i contributi del seminario di studio organizzato lo scorso anno a Bologna dallIstituto Veritatis Splendor, dalla Fondazione Issper e dal Progetto culturale Cei. Una decina di approfondimenti importanti che servono a inquadrare la bugia del gender da varie prospettive. Tra gli altri Francesco Botturi individua nella sindrome emozionalismo-libertarismo- tecnoscientismo le radici della mentalità che ne hanno favorito la diffusione. Carlo Cardia mette laccento sui diritti dei minori, mentre Eugenia Scabini ragiona sul modello relazione-simbolico dellidentità generativa per spiegare linopportunità delle richieste di adozione che arrivano da persone omosessuali.
Di respiro più teologico un altro volume sullargomento, Il mistero nuziale e le sfide del gender- Uomo e donna: è ancora possibile
(Cantagalli, pp.286, euro 18), scritto da Fabrizio Meroni. Qui il punto di partenza è quella che lautore definisce sponsalità antropologica, fondamento naturale ma anche dato irrinunciabile della rivelazione. Ecco perché, spiega Meroni, occorre percepire «la gravità antropologica degli attacchi che lideologia del gender muove alla nostra integrità umana». Non solo teoria eticamente criticabile quindi, ma anche offesa al corpo «luogo esistenziale dove la differenza sessuale è chiamata a vivere il suo senso unitivo di relazioni feconde e liberanti».
Luciano Moia