Liturgia Agrippino

LITURGIA
S. Messa
Ad Arzano SOLENNITA’
E’ uno dei primi vescovi di Napoli che ebbe culto. Visse probabilmente tra la fine del III secolo e la prima metà del IV. E’ ricordato nel Calendario marmoreo di Napoli e in altri documenti locali. Fu sepolto nel cimitero extra murano detto di San Gennaro, dove  tuttora si trovano testimonianze del culto che gli fu tributato; nel sec. IX fu traslato nella basilica Stefania e successivamente nell’attuale cattedrale. La celebrazione al 9 novembre è indicata anche nel codice Ottoboniano Vaticano Latino 38, scritto durante il pontificato di Gregorio IV (sec. IX). Le reliquie sono state deposte nel nuovo altare della Cattedrale il 26 aprile 2012.
ANTIFONA D’INGRESSO
Farò sorgere al mio servizio un sacerdote fedele,
che agirà secondo i desideri del mio cuore.                                1Sam 2,35
Si dice il Gloria.
COLLETTA
Dio onnipotente ed eterno,
che hai chiamato a presiedere la tua Chiesa
il santo vescovo Agrippino,
per sua intercessione concedi a noi,
che lo veneriamo maestro e protettore,
di sperimentare la dolcezza della tua misericordia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
PRIMA LETTURA
Il Signore mi ha consacrato con l’unzione:
mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai poveri.
Dal libro del profeta Isaia
61,1-3°
Lo spirito del Signore Dio è su di me,
perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione;
mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri,
a promulgare l’anno di grazia del Signore,
il giorno di vendetta del nostro Dio,
per consolare tutti gli afflitti,
per dare agli afflitti di Sion
una corona invece della cenere,
olio di letizia invece dell’abito da lutto,
veste di lode invece di uno spirito mesto.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSABILE
DAL Salmo 88 (89)
R. Canterò in eterno l’amore
Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto; <<E’ un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà>>. R.
<<Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono>>. R.
Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l’ho consacrato;
la mia mano è il suo sostegno,
il mio braccio è la sua forza. R.
La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui
e nel mio nome s’innalzerà la sua fronte.
Egli mi invocherà; <<Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza>>. R.
SECONDA LETTURA
Abbiamo desiderato trasmettervi non solo
il Vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita.
Dalla prima lettera di San Paolo Apostolo ai Tessalonicesi
2,2b-8
Fratelli, abbiamo trovato nel nostro Dio il coraggio di annunciarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte.
E il nostro invito alla fede non nasce da menzogna, né da disoneste intenzionie neppure da inganno; ma, come Dio ci ha trovato degni di affidarci il Vangelo così noi lo annunciamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori.
Mai infatti abbiamo usato parole di adulazione, come sapete, né abbiamo avuto intenzioni di cupidigia: Dio ne è testimone. E neppure abbiamo cercato la gloria umana, né da voi né da altri, pur potendo far valere la nostra autorità di apostoli di Cristo.
Invece siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli. Così, affezionati a voi, avremmo desiderato trasmettervi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO                                      Gv 10,14
R. Alleluia, alleluia.
Io sono il buon pastore, dice il Signore,
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.
R. Alleluia.
VANGELO
Il buon pastore dà la propria vita per le pecore.
+  Dal vangelo secondo Giovanni
     10,11-16
In quel tempo Gesù disse:
<<Io sono il buon  pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore.
E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore>>.
Parola del Signore.
Si dice il Credo.
SULLE OFFERTE
Accogli, Signore, le offerte che ti presentiamo
nella festa di sant’Agrippino,
vescovo e confessore della fede,
e concedi ai tuoi fedeli i benefici da te promessi.
Per Cristo nostro Signore.
Prefazio dei Pastori
ANTIFONA ALLA COMUNIONE
<<Io sono venuto perché abbiano la vita
e l’abbiano in abbondanza>>,
dice il Signore.                                                    Gv 10, 10
DOPO LA COMUNIONE
O Dio, nostro Padre,
che nel ricordo del vescovo Agrippino,
ci hai nutriti del  corpo e  sangue del tuo Figlio,
fa’ che  contempliamo nella luce della tua gloria
il  mistero  che ora celebriamo nella fede.
Per Cristo nostro Signore
Liturgia delle Ore
Dal Comune dei Pastori
SECONDA LETTURA
Dalla Costituzione dogmatica Lumen gentium del Concilio ecumenico Vaticano II sulla Chiesa
[N. 27]
Aderire al vescovo come a Gesù Cristo
I vescovi reggono le Chiese particolari a loro affidate come vicari e legati di Cristo, col consiglio, la persuasione, l’esempio; ma anche con l’autorità e la sacra potestà, della quale però non si servono se non per elevare il proprio gregge nella verità e nella santità, ricordandosi che chi è più grande si deve fare come il più piccolo, e chi è il capo, come chi serve.
Il vescovo, mandato dal Padre di famiglia a governare la sua famiglia, tenga innanzi agli occhi l’esempio del Buon Pastore, che è venuto non per essere servito, ma per servire e dare la sua vita per le pecore. Assunto di mezzo agli uomini e soggetto a debolezze, può benignamente compatire quelli che peccano, per ignoranza e errore. Non rifugga dall’ascoltare i sudditi che cura come veri figli suoi ed esorta a cooperare alacremente con lui. Dovendo render conto a Dio delle loro anime, con la preghiera, la predicazione e ogni opera di carità abbia cura di loro e anche di quelli che non sono ancora dell’unico gregge, e li consideri a sé raccomandati nel Signore. Essendo egli, come l’apostolo Paolo, debitore a tutti, sia pronto ad annunziare il Vangelo a tutti e ad esortare i suoi fedeli all’attività apostolica e missionaria. I fedeli poi devono aderire al vescovo come la Chiesa a Gesù Cristo e come Gesù Cristo al Padre, affinchè tutte le cose siano d’accordo nella verità e crescano per la gloria di Dio.
RESPONSORIO                                                           1 Ts 2,8; Gal. 4,19
R. Per il grande affetto che vi porto, vi avrei dato non solo il vangelo di Dio, ma la mia stessa vita: * siete diventati per me figli carissimi.
V. Per voi soffro le doglie del parto, finchè non sia formato Cristo in voi:
R siete diventati per me figli carissimi.
INNO Te Deum.
ORAZIONE
Dio onnipotente ed eterno, che hai chiamato a presiedere la tua Chiesa il santo vescovo Agrippino, per sua intercessione concedi a noi, che lo veneriamo maestro e protettore, di sperimentare la dolcezza della tua misericordia. Per il nostro Signore.
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