Il Cardinale Crescenzio Sepe celebrerà sabato 10 settembre in Cattedrale, l’ Eucarestia di ringraziamento per la canonizzazione di Santa Teresa di Calcutta.
«Sono albanese di sangue, indiana di cittadinanza. Secondo la mia vocazione, appartengo al mondo»: così si definiva Madre Teresa. La sua missione di vita è stata quella di servire i più poveri tra i poveri. Una donna minuta nel fisico ma gigantesca nello spirito. Testimone dell’amore che si fa servizio concreto e incessante ai fratelli più poveri ed emarginati.
Fu madre dei poveri poiché essi, secondo le sue parole, sono i favoriti di Gesù. «Secondo la mia vocazione, appartengo al mondo», cosi si definiva Madre Teresa. La più piccola dei cinque figli di Nikola e Drane Bojaxhiù, Gonxha Agnes nacque il 26 agosto del 1910 a Skopie, crocevia dei Balcani, e crebbe nelle ristrettezze economiche lasciate dalla morte prematura del padre.
A diciotto anni entrò nell’Istituto della Beata Vergine Maria in Irlanda, dove ricevette il nome di Suor Mary Teresa. A dicembre dello stesso anno partì per l’India. Il 10 settembre del 1946, nel corso di un viaggio in treno verso Calcutta, Madre Teresa ricevette l’ispirazione che la portò a fondare la Comunità religiosa delle Missionarie della Carità.
Il 17 agosto del 1948 indossò per la prima volta il sari bianco bordato d’azzurro.
Il 17 ottobre del 1950 la nuova Congregazione delle Missionarie della Carità veniva riconosciuta ufficialmente. Agli inizi del 1960 Madre Teresa iniziò a inviare le sue sorelle in altre parti dell’India e poi nel mondo.
Morì il 5 settembre del 1997. La sua tomba è luogo di pellegrinaggio e di preghiera per pellegrini di ogni credo. La testimonianza di affetto che anche i non cristiani, e in particolare gli indù della sua Calcutta e dell’intera India, hanno tributato a Maria Teresa è stata tale da far comprendere come l’amore di Cristo non conosce barriere né ostacoli. Rimane scolpita una sua espressione: «Le opere di amore sono opere di pace».
Meno di due anni dopo la sua morte, a causa della diffusa fama di santità e delle grazie ottenute per la sua intercessione, Papa Giovanni Paolo II permise l’apertura della causa di canonizzazione. Il 20 dicembre del 2002 approvò i decreti sulle sue virtù eroiche e sui miracoli e il 19 ottobre del 2003 la proclamò Beata.
Durante il viaggio del settembre 2014 a Tirana, Papa Francesco aveva raccontato del suo incontro con Madre Teresa nel corso del Sinodo del 1994.
La Santa era una donna che non si lasciava impressionare, neanche dall’assemblea del Sinodo, e «diceva sempre quello che voleva dire», aveva confidato Papa Francesco al sacerdote che faceva da interprete durante il viaggio in Albania. «Era seduta proprio dietro di me durante i lavori – ricordò il Pontefice – e ne ammiravo la forza, la decisione dei suoi interventi, senza lasciarsi impressionare dall’assemblea dei Vescovi».
Domenica 4 settembre Madre Teresa è stata canonizzata da Papa Francesco in piazza San Pietro. L’esempio di tale testimone della carità deve essere per tutti noi credenti stimolo a vivere il tempo presente in maniera profetica e ispirarci a trovare sempre nuove forme di solidarietà per ridare la speranza, quella speranza che non delude, perché è fondata sulla rivelazione del Dio vivente che era, che è e che sempre viene.
Fu madre dei poveri poiché essi, secondo le sue parole, sono i favoriti di Gesù. «Secondo la mia vocazione, appartengo al mondo», cosi si definiva Madre Teresa. La più piccola dei cinque figli di Nikola e Drane Bojaxhiù, Gonxha Agnes nacque il 26 agosto del 1910 a Skopie, crocevia dei Balcani, e crebbe nelle ristrettezze economiche lasciate dalla morte prematura del padre.
A diciotto anni entrò nell’Istituto della Beata Vergine Maria in Irlanda, dove ricevette il nome di Suor Mary Teresa. A dicembre dello stesso anno partì per l’India. Il 10 settembre del 1946, nel corso di un viaggio in treno verso Calcutta, Madre Teresa ricevette l’ispirazione che la portò a fondare la Comunità religiosa delle Missionarie della Carità.
Il 17 agosto del 1948 indossò per la prima volta il sari bianco bordato d’azzurro.
Il 17 ottobre del 1950 la nuova Congregazione delle Missionarie della Carità veniva riconosciuta ufficialmente. Agli inizi del 1960 Madre Teresa iniziò a inviare le sue sorelle in altre parti dell’India e poi nel mondo.
Morì il 5 settembre del 1997. La sua tomba è luogo di pellegrinaggio e di preghiera per pellegrini di ogni credo. La testimonianza di affetto che anche i non cristiani, e in particolare gli indù della sua Calcutta e dell’intera India, hanno tributato a Maria Teresa è stata tale da far comprendere come l’amore di Cristo non conosce barriere né ostacoli. Rimane scolpita una sua espressione: «Le opere di amore sono opere di pace».
Meno di due anni dopo la sua morte, a causa della diffusa fama di santità e delle grazie ottenute per la sua intercessione, Papa Giovanni Paolo II permise l’apertura della causa di canonizzazione. Il 20 dicembre del 2002 approvò i decreti sulle sue virtù eroiche e sui miracoli e il 19 ottobre del 2003 la proclamò Beata.
Durante il viaggio del settembre 2014 a Tirana, Papa Francesco aveva raccontato del suo incontro con Madre Teresa nel corso del Sinodo del 1994.
La Santa era una donna che non si lasciava impressionare, neanche dall’assemblea del Sinodo, e «diceva sempre quello che voleva dire», aveva confidato Papa Francesco al sacerdote che faceva da interprete durante il viaggio in Albania. «Era seduta proprio dietro di me durante i lavori – ricordò il Pontefice – e ne ammiravo la forza, la decisione dei suoi interventi, senza lasciarsi impressionare dall’assemblea dei Vescovi».
Domenica 4 settembre Madre Teresa è stata canonizzata da Papa Francesco in piazza San Pietro. L’esempio di tale testimone della carità deve essere per tutti noi credenti stimolo a vivere il tempo presente in maniera profetica e ispirarci a trovare sempre nuove forme di solidarietà per ridare la speranza, quella speranza che non delude, perché è fondata sulla rivelazione del Dio vivente che era, che è e che sempre viene.