Santificatevi e siate santi, perché io sono santo(Levitico 11,44) Fratelli e Sorelle, ci incamminiamo verso la Pasqua attraverso il segno dei quaranta giorni della santa e spirituale Quaresima.Questanno per la Lectio divina in Cattedrale, ci accompagna il Libro del Levitico il quale, con la sua legge di santità, ci aiuterà a considerare e a riscoprire la nostra vocazione ad essere santi. Dio, Padre misericordioso e pietoso è tutto-santo: Santo, santo, santo il Signore degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria (Is 6, 3-4). La santità, mentre irradia la gloria di Dio, avvicina anche Dio alluomo, instaurando un vincolo damore fra Lui e il suo popolo.A tal fine Dio Padre, riconducendo al Cristo tutte le cose (Ef 1,10), ha manifestato la propria volontà, la santificazione dellumanità (cfr. 1 Ts 4,3), che si accresce sempre più di giorno in giorno nella vita dei cristiani per Cristo, con Cristo e in Cristo, a maggior gloria dellunica e indivisa Trinità e per una più feconda santità della Chiesa (Martirologio Romano, 2).Dio, nostro Padre, poiché è Santo (cfr. 1 Pt 1,16) ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio suo (cfr. Col 1,13), facendoci partecipi della propria santità e della carità dello Spirito Santo, a lode e gloria della sua grazia (cfr. Ef 1,6.12), per essere tutti una sola cosa in Cristo Gesù (cfr. Gv 11,51-52).Da parte nostra, ogni volta che partecipiamo alla celebrazione eucaristica, proclamiamo la santità di Dio, fonte di ogni santità e veramente Santo. Nella comunione dei Santi, il Padre manifesta la sua presenza e il suo volto agli uomini, mostrandoci il suo Regno che è:regno eterno e universale: regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace (Prefazio Solennità Cristo Re). Il Signore Gesù è il Maestro e il Modello di ogni perfezione: Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste (Mt 5,48). Egli ha predicato ai suoi discepoli una santità di vita di cui è autore e artefice.Gesù è il Santo (cfr. Lc 1,35), il Santo di Dio (cfr. Lc 4,34), il solo Santo (inno Gloria), venuto da Dio per parlarci di Dio nella pienezza del tempo (Gal 4,4).Egli solo è: la via, la verità e la vita (Gv 14,6), ed essendo Lui stesso vita e risurrezione promette a quanti ascoltano la sua Parola la vita eterna e la comunione con il suo Padre.Mediante il battesimo, siamo resi partecipi della sua morte e risurrezione (cfr. Rm 6), perché santificati dallacqua e dallo Spirito possiamo vivere: come si conviene tra i Santi (Ef 5,3). Il lavacro nello Spirito ci rende anche testimoni e abilitati al martirio, coerenti allinsegnamento del Signore che chiede a tutti di seguirlo rinnegando se stessi e accogliendo ogni giorno la croce (cfr. Mt 16,24). Lo Spirito Santo è il santificatore. Noi lo conosciamo perché la sua azione ci rivela il Verbo e dispone il nostro cuore ad accoglierlo nella fede. Egli è Spirito di Verità che ci svela Cristo. San Paolo ci insegna che: Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! (Gal 4,6).Lo Spirito Santo, dunque, suscita in noi la fede. In forza del battesimo, primo sacramento della fede, la Vita, che ha la sua sorgente nel Padre e ci è offerta nel Figlio, ci viene comunicata intimamente e personalmente dallo Spirito Santo nella Chiesa (Catechismo della Chiesa Cattolica 683). Lo Spirito del Padre e del Figlio, allora, prende dimora nel cuore dei battezzati, li guida, li santifica, li trasfigura liberandoli dal peccato (cfr. 1 Cor 3,16) e li introduce nella Vita: la carne tende alla morte, mentre lo Spirito tende alla vita e alla pace (Rm 8,6).Nella divina liturgia, poi, lo Spirito Santo è sempre invocato dalla preghiera epicletica perché, con la sua potenza santifichi e trasformi il pane e il vino in Corpo e Sangue del Signore, facendo di noi che vi partecipiamo unofferta viva gradita a Dio.Egli è presente con la sua azione in tutti i Sacramenti: santifica lacqua nel battesimo; dona la forza e il coraggio per la testimonianza nella cresima; si fa remissione dei peccati nella confessione; rende icona del Buon Pastore i sacri ministri; unisce nel fuoco del suo amore gli sposi cristiani; è consolazione e sollievo per gli ammalati nellunzione degli infermi. Tutta la Chiesa è santa. Anzitutto perché è la Sposa del Signore crocifisso e risorto, per la quale ha donato la sua vita, al fine di santificarla (cfr. Ef 5,25-26); poi, perché tutti i suoi figli sono chiamati alla santità, come ci assicura S. Paolo: la volontà di Dio è questa che vi santifichiate (1 Ts 4,3).Il Catechismo della Chiesa Cattolica, facendo eco alla Costituzione conciliare Lumen Gentium (cfr. Cap. V), afferma che: La Chiesa, unita a Cristo, da lui è santificata; per mezzo di lui e in lui diventa anche santificante. Tutte le attività della Chiesa convergono, a loro fine, verso la santificazione degli uomini e la glorificazione di Dio in Cristo. È nella Chiesa che si trova tutta la pienezza dei mezzi di salvezza. È in essa che per mezzo della grazia di Dio acquistiamo la santità (CCC 824). La santità della Chiesa di Napoli. La nostra Chiesa è santa, perché partecipa della santità della Chiesa universale. Essa, tuttavia è sempre bisognosa di misericordia e di purificazione (cfr. LG 8).Proprio in questi ultimi tempi la nostra comunità ecclesiale, ha manifestato al mondo intero la sua particolare vocazione alla santità, attraverso le numerose celebrazioni di beatificazioni e canonizzazioni dei suoi figli e delle sue figlie. Napoli è per davvero la Città dei Santi. È importante osservare che questi nostri fratelli e sorelle rappresentano tutte le categorie: martiri, vescovi, sacerdoti, laici, religiosi, religiose, giovani, fanciulli, medici, operai, impiegati…Se questa è la nostra vocazione, perché in questa Quaresima non riproporre al nostro popolo la loro attuale testimonianza battesimale? I Santi sono i modelli a cui ispirarsi per evadere da una vita mediocre e da una religiosità superficiale. Essi hanno evangelizzato, celebrato e testimoniato con la vita il mistero della Pasqua.Il Santo Padre Giovanni Paolo II, nella Lettera Apostolica Novo millennio ineunte (n. 31), scriveva: In realtà, porre la programmazione pastorale nel segno della santità è una scelta gravida di conseguenze. Significa esprimere la convinzione che, se il battesimo è un vero ingresso nella santità di Dio attraverso linserimento in Cristo e linabitazione del suo Spirito, sarebbe un controsenso accontentarsi di una vita mediocre, vissuta allinsegna di unetica minimalistica e di una religiosità superficiale. Chiedere a un catecumeno: Vuoi ricevere il battesimo? significa al tempo stesso chiedergli: Vuoi diventare santo?. Significa porre sulla strada il radicalismo del discorso della montagna: Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste (Mt 5,48).Se la santità è la misura alta della vita, bisogna che essa sia alimentata dalla preghiera, che sviluppa il dialogo con Cristo, e dalla carità, che dirige tutti i mezzi di santificazione, dà loro forma e li conduce al loro fine (LG 42).Limpegno che potremmo assumere in questa Quaresima è di trasformare le nostre comunità in autentiche scuole di preghiera. È la risposta più valida alla diffusa esigenza di spiritualità, che si esprime proprio in un rinnovato bisogno di preghiera. Una preghiera intensa, che non deve distoglierci dallimpegno nella storia. Dalla preghiera nasce la carità operosa, vera e concreta. Una carità, che realizza nel nostro oggi, le opere di misericordia, così come nel passato le pensarono e le realizzarono i grandi Santi vissuti nella nostra Città. Preghiera, carità e santità sono dunque inscindibili. Luomo non è mai così vicino alla santità di Dio come quando ama il suo prossimo: amerai il tuo prossimo come te stesso (Lev 19,18). Giovanni è estremamente radicale quando annuncia lamore evangelico: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici (15,13).Siamo destinati ad essere santi. Santi nella ferialità delle nostre giornate e del nostro lavoro, a volte pesante e monotono, ma palestra formidabile per allenarci alla santità. Siamo chiamati a diventar santi là dove il Signore ci vuole, non in un altro posto o in altra situazione. Il segreto della santità è vivere con amore tutte le situazioni della vita, uniti al Signore e nel sincero servizio dei fratelli. Preghiera e carità per essere santi.Auguro a tutte le nostre comunità di vivere questa Quaresima meditando e riscoprendo la nostra vocazione alla santità, ritornando alle sorgenti della nostra vita cristiana, rivivendo la grazia battesimale, che ha dato inizio in noi al processo di santificazione, intensificando la preghiera accompagnata dalle opere di carità, tanto necessarie ed urgenti in questo tempo di crisi e di recessione.La Madonna, la tutta-santa, Madre della speranza, sostenga il nostro itinerario verso la Pasqua trasfigurati dalla luce intramontabile del Signore crocifisso e risorto. Napoli, 2 febbraio 2009Presentazione del Signore CRESCENZIO CARDINALE SEPEArcivescovo Metropolita di Napoli