Napoli deve risorgere

Commemorazione dei defunti celebata dal Cardinale Sepe

Consueto appuntamento il 2 novembre con il Cardinale Sepe che ha celebrato nella Chiesa Madre del cimitero di Poggioreale la Commemorazione dei defunti. Numerose le autorità civili e militari presenti alla Messa tra cui il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino con l’assessore Paolo Giacomelli, il Prefetto Andrea De Martino, il Questore Santi Giuffré, il presidente del Consiglio provinciale Luigi Rispoli. Autorità che prima di entrare in chiesa hanno visitato alcuni luoghi simbolo del cimitero partenopeo per la deposizione di cuscini di fiori. Il sindaco si è soffermata al Melarancio, sulla tomba di Annalisa Durante per poi recarsi nelle cappelle dove sono sepolti i Presidenti della Repubblica De Nicola e Leone.
Nell’omelia il cardinale è ritornato sull’emergenza rifiuti sulla quale si erà già soffermato in occasione della Messa di ringraziamento per la canonizzazione di Giulia Salzano lo scorso 23 ottobre in Cattedrale, nella quale parlò di «ennesima beffa, piuttosto
che di ennesima emergenza».
«Non possiamo continuare a respirare l’aria cattiva di un sudiciume che ci imbratta, ci sporca e ci nega», ha detto l’arcivescovo nel richiamare tutti a fare il possibile per rendere più degna la nostra vita. «Ed è proprio questo il giorno – ha detto il cardinale Sepe – in cui dobbiamo chiederci se stiamo facendo bene il nostro dovere».
Nel corso della riflessione incentrata sui temi della speranza e della resurrezione,l’arcivescovo ha ricordato che Napoli deve risorgere sul piano etico, morale e civile. «Viviamo in una società malata che affonda sempre più in situazioni vergognose – ha tuonato il cardinale – tutti dobbiamo cercare di rendere più vivibile la nostra società in cui si respira un’aria cattiva di immoralità che nega i valori cristiani, umani e civili».
Per i cristiani, ha spiegato poi Sepe, «la morte non è l’ultima spiaggia, una barriera che ci impedisce di guardare oltre, essa è piuttosto occasione per aprirci un varco, per andare oltre, e immergerci nella vita di Dio che ci dà la speranza della resurrezione».
La speranza è un dono di Dio che va sostenuto, mentre la resurrezione è l’atto finale di un percorso che abbiamo compiuto durante la nostra vita.
Una speranza, dunque, che deve crescere in noi giorno per giorno e che deve essere considerata non come un vago sentimento ma piuttosto, ha sottolineato infine l’arcivescovo, come «impegno civile, umano, sociale e cristiano».
condividi su